Era passata esattamente una settimana dal mio piacevolissimo incontro con Anthony, i lividi erano in via di guarigione ma le mie costole ci stavano ancora lavorando. Ogni giorno riuscivamo a mettere giù un pezzo del piano ed eravamo ad un buon punto ormai. Tra me e Mason stranamente stava andando bene, la notte mi capitava di avere degli incubi ma lui riusciva farmi calmare, era l'unico oltre il mio gemello. La sua presenza è stata fondamentale per la mia sanità mentale. Non gli avevo ancora parlato di quello che mi aveva detto Blake cosi come lui non l'aveva detto al fratello, probabilmente si sarebbe incazzato se l'avesse saputo, Mi sono presa questo tempo per riflettere, la faccenda di Meg è orribile e io non avevo idea che avessero passato tutto quello, a dire la verità so molto poco del suo passato mentre lui sa molto del mio. Le parole di Blake mi vorticano in testa come una canzone che non riesci a toglierti dalla mente se tu muori questa volta muore pure lui, è davvero cosi? Stiamo davvero correndo e questa cosa mi spaventa, praticamente viviamo assieme, ogni notte dormiamo nello stesso letto, è iniziata per via del mio appartanto ma credo che adesso sia diventato qualcosa di più.
"Buongiorno piccola." Mason era in piedi davanti alla cucina con una tazza di caffè in mano che mi stava porgendo. Mi illuminai e la afferrai velocemente. Ormai sapeva come prendermi. "Giorno" mormorai con la bocca già nella tazza.
"Vieni qui"mi tirò verso di lui, alche protestai quando fui costretta a mettere giù la tazza. Mi diede un bacio profondo facendomi gemere e contorcere tutta. Sentii le miei mutandine bagnarsi e lo maledii con tutta me stessa. Riusciva farmi bagnare cosi velocemente.
"Molto meglio." Ci staccammo e io riafferrai la mia tazza e mi diressi verso la sedia. Con l'andare dei giorni il mio panico per il sesso era sparito e adesso riuscivo a controllarmi o quasi. Mi costava un certo sforzo ma mi sforzavo, non sarei rimasta in quel terrore ancora molto a lungo. Non avevo ancora accettato la cosa ma parlare mi aiutava, avevo assistito ad un singolo incontro di altre donne che avevano vissuto simili esperienze e alla fine poteva andarmi ancora peggio, dopo la seduta avevo deciso che sarei stata forte per quelle donne. Loro avevan passato un vero inferno ed erano da sole io invece ero circondata da un esercito. Dovevo essere forte per loro. Come ormai ogni mattina mangiavamo insieme tra battute e provocazioni poi io mi alzai e mi diressi in camera. I ragazzi mi avevano portato uno zaino con dei cambi ma l'altro giorno avevo annunciato che sarei tornata casa mia. Non potevo vivere nella paura di un luogo ed ero intenzionata a far lo stesso con l'ufficio. Quando arrivai in camera aprii l'armadio per prendere un paio di asciugamani puliti rimasi di stucco da quello che vidi.
Mi incazzai subito.
"Mason!" Non urlai ma alzai la voce quello che bastasse per far si che mi sentisse. Quando arrivò mi guardò in modo confuso.
"Che storia è questa?" Indicai in modo furioso i miei vestiti nel suo armadio. Ogni cosa che era nella mia valigia è sistemata perfettamente in ordine nel suo armadio.
Non. Ci. Posso. Credere.
Guardo verso il responsabile in attesa di una spiegazione e spero per lui che ne abbia una valida o potrei dare di matto.
"Che cosa intendi?" Lo guardo con aria trucida mentre ripeto a me stessa che non posso ucciderlo.
"Intendo i miei vestiti nel tuo armadio. Che cosa ci fanno i miei vestiti nel tuo armadio Mason?" Stringe le labbra cercando di reprimere un sorriso divertito ma fallisce miseramente. Trova questa situazione divertente.
Divertente! Come se il fatto che mi abbia fatta trasferire qui senza accennarmi nulla possa essere un argomento di risate. L'ha fatto senza che io neanche me ne accorgessi. Presuntuoso arrogate.
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Even in the dark there can be light
ChickLit"Che hai intenzione di fare?" "Inizio a giocare sporco." Cosa ti resta quando ti viene tolto tutto senza che tu possa fare nulla? Alex era stata privata della sua infanzia in un modo atroce e quando l'incubo ricomincia decide che non può rivivere t...