Capitolo 44

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Schivai di lato un calcio abbassandomi per prendere forza e sferrarne uno di seguito che andò a colpire il fianco destro di Max prima che se potesse accorgere. Trattenne il fiato e mi tolse gli occhi di dosso per un paio di secondi, ma erano giusto quelli che mi servirono. Mi abbassai di nuovo e calciai, questa volta al fianco sinistro. Max cadde in ginocchio. Un orgoglio mi travolse e presa dalla euforia feci il suo stesso errore. In pochi secondi ero a terra affianco a lui.

"Non sottovalutare mai un avversario anche se è a terra." Mormora prima di distendersi completamente sui materassini. Dopo che i genitori di Mason se ne sono andati io e Mase ci siamo preparati il più in fretta possibile per uscire di casa. Lui non era molto entusiasta della mia sessione di allenamento visto ancora le visibili ferite ma ho nettamente ignorato le sue proposte e sono sfrecciata via dal viaggetto. Ho una rabbia dentro che ho assolutamente bisogno di scaricare prima che esploda e se per farlo devo buttare giù qualche antidolorifico ben venga. Essere colpita da dietro, le catene, Anthony e le settimane al letto mi hanno fatto arrivare al limite. Siamo qui dentro da ore ormai e nessuno dei due, pur stremati sembra voler mollare. Osservai l'orologio, ero arrivata qui verso mezzogiorno e adesso segnava le tre del pomeriggio.

"Ci stai per un ultimo round?" Domandai mentre mi appoggiavo al muro per riprendere le forze e bere qualche sorso d'acqua.

"Fatti sotto." Mi sfidò alzandosi con un balzo.

Esibizionista.

Scossi la testa divertita e buttai a terra la bottiglietta d'acqua. Ci iniziammo a muovere in cerchio, facendo delle finte per vedere chi avrebbe sferrato il primo colpo; alla fine fu il gancio destro di Max a dichiarare aperto l'ultimo round. Risposi allo stesso modo andando però a colpire l'aria. Fu un botta e risposta senza però mai colpirci, ormai conoscevamo a memoria le mosse l'uno dell'altra ma a volte riuscivamo a tirare fuori nuovi metodo ed era li che il divertimento iniziava. Quando schiavi il suo gancio sinistro Max si avvicinò pericolosamente a me, cosa stupida da fare ma prima che potessi colpirlo lui mi sussurrò.

"Abbiamo degli spettatori."annunciò con uno sguardo malizioso. Mi girai  ed effettivamente la maggior parte delle persone che conoscevamo erano dietro le linee che delineavano il nostro piccolo ring e ci stavano studiando attentamente. Mi girai di nuovo vero Max "Allora che inizi la festa." E con questo lo colpì alla pancia, con le mani avvolte allo stomaco indietreggiò cosi caricai un altro colpo ma riuscì a bloccarlo facilmente per poi spedirmi a terra. L'impatto con il pavimento non fu dei migliori ma ignorai il dolore e rotolai a destra per schivare un'altro calcio che per esperienza sapevo che stava arrivando. Feci forza sugli addominali e con l'aiuto delle braccia sferrai un altro calcio dritto sui suoi addominali. Il suo grugnito di dolore mi diede il tempo per rialzarmi. Continuammo cosi per un pò, io colpivo lui e lui colpiva me senza mai risparmiarsi, i colpi erano veloci e spietati, sentivo mano mano che la mia rabbia diminuiva ma con essa anche la mia forza, ero stremata e anche lui lo era.

"Che ne dici del colpo finale?" Mi domandò mentre ci giravamo attorno.

"Mi hai letto nel pensiero." Risposi mentre cercavo un modo per colpirlo. Max mi afferrò per il retro dei capelli prima che me ne rendessi conto, mi teneva vicina ma stretta quel che bastava per non farmi muovere. Iniziai a tempestarlo di pugni poi quando vidi che non funzionavano passai ai calci. Ruotai il bacino e con il ginocchio colpi i reni più volte e sempre più violentemente. Quando finalmente mi lascio lo afferrai per le spalle tenendolo vicino e lo centrai all'altezza del petto mandandolo a terra. Lui però mi trascinò con lui e mi ritrovai schiacciata a terra da 90 chili. Mi colpì in vari punti, il dolore era assordante ma era già capitato una cosa del genere, sferrai una testata e scivola via. Come un fulmine lui si rialzò pronto per continuare. Ma io ero esausta quindi decisi di tentare la sorte. Il suo ginocchio era piegato quindi perfetto per la mossa che avevo in mente ma era un'azzardo, fino ad adesso mi era riuscita solo una volta ed erano ormai mesi che non mi allenavo più su quei movimenti. Decisi di tentare lo stesso. Con una finta a sinistra lo feci confondere poi mi agganciai al suo collo, mi diedi una spinta con un piede sul suo ginocchio mentre con l'altro volavo sulle sue spalle, strinsi tra le gambe il suo braccio destro e ruotai su me stessa per prendere forza, poi venne la parte difficile, mentre giravo appoggiai velocemente una mano sul pavimento mentre contemporaneamente staccai una gamba dalla mia presa su di lui e dandomi forza lo spinsi via. Max volò sul pavimento. Per un secondo tutto fu silenzioso e rimasi li impalata ma la cosa mi costò caro perché Max ne approfittò e come poco prima finì a terra accanto a lui. Con i respiri affannosi ci girammo a guardarci.

"Credo che questa volta accetterò un patteggio." Mormorò lui e non potei far altro che annuire in rimando. Ero stremata, mi faceva male tutto

Mi accorsi delle urla e dei fischi dei incoraggiamento solamente quando Mason entrò nel mio campo visivo, mi sollevò da terra e mi guardò pieno di orgoglio cosa che mi fece pensare che nessuno di quei ragazzi mi aveva mai vista combattere.

"Diavolo se ti sai muovere piccola Maddox. Quella mossa era fighissima devi assolutamente insegnarmela." Blake e Shaw mi tirarono via dalle braccia di Mase sotterrandomi tra i lori abbracci.

"Non credo che sarebbe possibile sei troppo muscoloso e pesante." Dissi ridendo e osservando attentamente gli addominali di Shaw. Si davvero troppo muscolo per una mossa del genere.

"Beh lo prenderò come un complimento." Disse scompigliandomi   i capelli.

"Le ragazze hanno proposto di andare a bere una birra stasera, per riordinare le idee" Propose Carter.

Non aveva fatto alcun progresso per quanto riguardava un piano, avevamo troppe poche informazioni ma nonostante quello i ragazzi ci stavano lavorando 24 ore su 24.

"Si amico mi andrebbe proprio una bella birra." rispose Blake. 

Mason mi aveva riferito che erano stati giorni difficili ma tutti erano determnati  ad andare avanti.

L'idea mi intrigava ma allo stesso tempo sembrava una cattiva idea. Non c'era nulla da festeggiare, Anthony era ancora li fuori e poteva colpisci a momenti e noi non avevamo un piano preciso ma allo stesso tempo ci serviva una pausa. Mio fratello maggiore sbucò dal nulla e cingendomi le spalle mormorò

"Lo so cosa stai pensando ma ci meritiamo tutti una pausa, domani però decideremo bene cosa fare una volta per tutte ." Mi sembrava una buona idea, oltretutto la giornata era quasi agli sgoccioli e io ero stremata quindi pensare ad un piano era fuori discussone. "Beh allora che birra sia."

Even in the dark there can be lightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora