Capitolo 51

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Descrissi loro ogni singolo angolo, ogni telecamera, ogni porta e dove trovare le chiavi per ciascuna di esse. Feci in modo che per loro fosse come se ci fossero già stati risparmiando le urla e il sangue che nascondevano quelle mura. Alla fine eravamo pronti e ci mettemmo in viaggio. La casa distava tre ore da dove eravamo e facendo un calcolo veloce saremmo arrivati li verso il tramonto se tutto fosse andato come previsto, cercai di fermare i brividi che venivano con il solo ricordo ma fu quasi inutile, quella casa nascondeva i miei incubi e neanche bruciarla era servito a molto. Hunter e Kenton mi affiancarono, entrambi vestiti interamente di nero e ricoperti di strati pronti per una pioggia di proiettili. Odiai quello che vidi.

"David ci ha detto che non hanno mai saputo dove ti avessero tenuta per un certo periodo di tempo, immagino che sia dove siamo diretti." Lo disse in modo cupo, quasi come solo supporlo gli provocasse del dolore.

"Quando sono scappata volevo solo dimenticare, poi dirgli il luogo dove avevo passato 10 mesi e 18 giorni sarebbe stato inutile quando l'unica cosa che avrebbero trovato sarebbero stati cadaveri e polvere." Eravamo in un Suv, io, Hunter, Kenton, Blake e Max e la nostra conversazione era ovviamente ascoltata da tutti quelli presenti ma non ci diedi peso, mi fidavo di quelle persone.

Ero seduta tra i miei fratelli e lanciando uno sguardo verso Kenton ritrovai la stessa cupa espressione.

"Non hai neanche mai detto cosa ti hanno fatto in quel posto." Mi bloccai, era vero non avevo mai detto a nessun quello che era successo in quelle mura, David e Max sapevano degli estratti solo per via di certi miei sfoghi da ubriaca totale.

"Non potevo, io non potevo riviverlo." Sussurrai guardando dritto. La strada era illuminata dalla luce del tenue del pomeriggio, tra poco il sole sarebbe tramontato e noi saremmo arrivati a destinazione.

"E adesso lo sei?" Lo ero? sembrava la tipica domanda da un milione di dollari.

Per nulla ma non avevo altre opzioni che esserlo.

"Devo." Hunter si girò vero verso di me e fece in modo che io lo guardassi mentre mi parlava.

"No non devi, non devi portarti tutto sulle tue spalle, ne abbiamo già parlato pulce. Cosa pensi che succederà quando arriverai li e tutti i ricordi ti assaliranno?" Sarà un casino.

"Starò bene." Dissi automaticamente.

"Smettila di mentire cazzo."

"Che dovrei fare secondo te? Non abbiamo tempo per una sessione psicologica e non posso cedere propio adesso. Quindi dimmi cosa dovrei fare?" Io non sapevo che fare. Non potevo contemplare altre opzioni oltre salvare Mase e Dame. Quello che mi sarebbe successo, che siano gli incubi o Anthony lo avrei affrontato a condizione che loro due fossero  stati con me.

"Hai ragione non abbiamo tempo però puoi ascoltare il mio consiglio. Ogni volta che un oggetto, una stanza, qualunque cosa in quella casa ti farà ricordare qualcosa che avresti voluto solo dimenticare cerca di pensare a cosa hai adesso, a quanto quello che è successo li non può più toccarti perché non sei più da sola, quel ricordo non può essere più lontano dal presente ed è solo quello, un ricordo. Cerca di non dimenticarti che i ricordi non posso fati del male, almeno non fisicamente e che sei tu al comando di essi."non dissi nulla, assorbi ogni sua parola e per il resto del viaggio non feci altro che pensare che mio fratello avevo ragione, io potevo controllarlo.

Quando arrivammo a destinazione nascondemmo le auto dietro ad una piccola raduna che circondava la casa e poi avanzammo attraversano il bosco. Per migliaia di metri c'era solo quello, alberi e animali e in mezzo a tutto quello una casa. Lo sapevo perché avevo percorso ogni singolo centimetro di quel territorio mentre cercavo di scappare. Non c'era via di fuga se non dalla strada dalla quale eravamo venuti. Con noi c'erano diversi agenti di polizia, che si divisero vari compiti. Alcuni di loro sarebbero rimasti qui con le ragazze, anche Autumn e le altre avevano preteso di venire, ovviamente i miei fratelli non hanno fatto i salti di gioia ma non avevano altre opzioni, altri invece avrebbero fatto da sentinella al perimetro.

Senza nessun intoppo giungemmo alla casa che a quanto pare avevano ricostruito, sembrava che non fosse mai successo nulla li dentro. Mi irrigidì per qualche secondo ma poi quando David fece segno di avanzare lo seguii. Qualcuno mi afferrò per il braccio, era Blake.

"Non so cosa ti sia successo in questo posto del cazzo Lexi, ma li tireremo fuori e poi lo bruceremo. " annuii, bruciare quel posto mi allettava. Mi rimisi in posizione per seguire gli altri ma uno sparo partì e si conficcò nella spalla di uno degli agenti che si erano offerti di aiutarci e il panico si scatenò. Fui afferma e buttata dietro una macchina vecchia almeno quando tutti i miei fratelli messi insieme. Le pallottole  si abbattevano contro la vecchia carrozzeria producendo un fastidioso rumore metallico. Qualcuno mi teneva la testa bassa mentre sentivo uomini urlare di ripararsi e attaccare. Guardai chi mi teneva giù e un Max preoccupato fu la prima cosa che vidi. Si guardava intorno mentre con l'altra mano teneva impugnata una pistola.

"Max" sussurrai. Non sapevo da dove era sbucato, per un secondo pensai a Blake e quando ero pronta a buttarmi nella sua ricerca la sua voce che urlava ordini mi tranquillizzò.

Max spostò la sua attenzione su di me e una specie di sorrisetto ironico prese forma.

"Chi sa perché tu sai sempre tutto in anticipo. E addio al nostro piano di entrare senza farsi scoprire." Scossi la testa e mi libererai dalla sua presa. Il suo discorso non aveva senso ma ormai lui sapeva che eravamo qui e non c'era più tempo. "Lo sapevi benissimo anche tu che non avrebbe funzionato e ora troviamo un modo di entrare, lui sa che siamo qui." Estrassi la mia pistola e guardai attraverso il finestrino ormai distrutto della macchina. La casa era circondata e non c'era una via libera per entrare senza passare attraverso una marea di pallottole . Cercai Blake e lo vidi caricare la sua pistola mentre Grayson sparava colpi a più non posso. Lui sembrò avvertire il mio sguardo perché si girò completamente verso di me. Mimai che dovevamo trovare un modo per entrare li dentro subito ed lui sembrò afferrare perché si girò verso Logan e gli disse qualcosa all'orecchio; avevamo delle radio per comunicare tra di noi ma Anthony aveva una marea di informatici sul suo libro paga e la nostra non sarebbe stata una linea sicura e chiunque anche un liceale con una buona media in informatica avrebbe potuto hackerarla. Più i minuti passavano e più le pallottole aumentavano , mi girai e iniziai a sparare a chiunque fosse nella mia visuale, ne contavo dieci ma ero sicura che all'interno ce ne fossero altri. I miei fratelli si unirono a me e insieme riuscimmo farne fuori la metà ma più ne eliminavamo più ne comparivano all'improvviso.

Erano snervanti.

Ero ansiosa, volevo entrare li dentro e vedere con i miei occhi che stavano bene anche se ero terrorizzata da quello che avrei potuto trovare.

"Hey Maddox, Blake ha un piano per entrare." David mi indicò un punto attraverso il bosco dal quale eravamo appena venuti, Blake era accovacciato dietro un albero e ci sta facendo segno di raggiungerlo. Valutai la situazione, avevamo buone possibilità di entrare li dentro ma ci sarebbe voluto troppo tempo. Feci un segno ai miei fratelli. Non avevo idea di cosa Blake avesse pensato ma avrei provato qualunque cosa per entrare.

"Andate vi faccio strada." David caricò un fucile e al suo cenno corremmo tutti verso Blake. Mi buttai dietro ad un tronco seguita da Max , Kenton e Hunter che fecero lo stesso mentre una marea di pallottole si conficcava nel legno.

"Bene e ora?" Domandai accovacciandomi sempre di più.

"C'è un'entrata secondaria, pochi uomini come guardia, un gioco da ragazzi no?" Sapevo di che entrata stava parlando, entrando di li ci avrebbero sentiti di sicuro, era propio sopra dove pensavo li stesse nascondendo.

"Non è il migliorie dei piani ma abbiamo poco tempo, andiamo." Caricai la pistola e con Hunter che mi spianava la strada iniziai a correre, dietro di me sentivo i passi degli altri, quando riuscì ad intravedere l'entrata mi nascosi dietro un tronco e spianai il passaggio per gli altri. C'erano quattro guardie, ognuna di loro munita di fucile e radio e quei fucili erano puntati verso di noi.

"Ora" urlò David che ci aveva finalmente raggiunti e cosi iniziammo a sparare. Riuscì a colpirne uno ma quando una pallottola mi sfiorò per poco il braccio dovetti rinunciare a sparare. L'adrenalina mi scorreva veloce nelle vene ma rimasi bassa e aspettai che gli altri facessero fuori gli altri tre rimasti.

"E' libero! Andiamo perché tra poco avremmo un esercito su di noi." Non me lo feci ripetere due volte mi alzai e correndo all'interno.

Even in the dark there can be lightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora