Capitolo 57

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Quando mi svegliai il mattino dopo mi sembrava quasi di star sognando, non ricordavo quando mi fossi addormentata l' unica cosa che ricordavo era  di essermi avvolta di nuovo tra le sue braccia e essermi lasciata cullare del suo respiro.

Quando mi alzai Mason era già sveglio, seduto su un fianco con solo una maglietta bianca e mi stava osservando in silenzio.

"Hey" mormorai.

"Buongiorno." Si avvicinò e quando le sue labbra toccarono le mie mi sentii travolgere dalla gioia, non avrei mai creduto che una cosa del genere mi potesse mancare come mi era mancata. Mi afferrò e in pochi secondi ero seduta su di lui.

"Merda Alex." Era un bacio appassionato, come se ne valesse della nostra vita e mi godetti ogni secondo. Le sue mani perlustravano ogni centimetro del mio corpo mentre i miei gemiti si intensificavano. Le labbra finirono sul mio collo, poi scesero sempre più giù fino ad arrivare a i capezzoli. La maglietta di Mase che avevo usato per dormire era ormai sparita e in ero in balia del suo tocco.

"Perfetta." Mormorò dopo avermi osserva attentamente. Posizionai le miei mani tra i suoi capelli e lo avvicinai a me.

Pensai che fosse il momento giusto per dirgli quello che provavo.

"Mason." Le mie labbra erano a pochi centimetri dalle sue, potevo già immaginare il suo sapore.

"Non adesso." Mi fece girare e si posiziono su di me.

Non adesso? E quando? La doveva smetterla di interrompermi.

"Mason" riprovai facendo leva sui gomiti per alzarmi ma lui mi ritirò giù.

C'era qualcosa che non andava.

"Reed." Lo afferrai per le guance e feci in modo che il suo sguardo fosse su di me. I suoi occhi erano confusione pura, il respiro affannato e le labbra più rosee del normale. Era bellissimo ma allo stesso tempo c'era un dolore profondo nei suoi occhi.

Tentai di alzarmi ma mi rispedì giù. Cosi cercai di afferragli le braccia e in men che no si dica ci ritrovammo in una specie di lotta.

Bene se era quello di cui aveva bisogno non mi sarei tornata indietro. Il suo intendo era quello di farmi stare stesa, il mio era quello di alzarmi, alla fine però mi ritrovai seduta sopra di lui, le braccia che bloccavano le sue e i nostri visi a pochi centimetri di distanza.

"Mase parlami." I suoi occhi cercavano di non incontrare i miei ma alla fine fu costretto. Si prese il suo tempo mentre io mi perdevo nel suo dolore.

"Non capisci, io l'ho visto ed è come se non mi uscisse più dalla testa. Continuo a vederlo e a rivederlo e l'unica cosa che vorrei è quella di ucciderlo con le mie mani." Capii subito di chi stava parlando. C'era qualcosa che andava oltre quegli stupidi graffi, qualcosa che forse era peggio dell'immagine che mi ero creata. Qulacosa che ieri sera non aveva menzionato.

"Cosa hai visto?" Domandai senza staccare lo sguardo dal suo.

"Te, ti ho ho vista mentre ti torturava nei nostri uffici, ti ho vista mentre eri legata ad una sedia e venivi torturata, ti ho visto combattere con lui, ti ho visto implorare di morire quando le droghe ti stavano distruggendo e la fame era troppa. Ti ho visto, lo sapevo che era brutto ma quello...come hai fatto?" Per un paio di secondi smisi di respirare, la consapevolezza che mi avesse visto nei momenti più bui della ma vita era terrificante. Sapevo di essere registrata ma non avrei mai pensato che li avrebbe mostrati a qualcuno. Che sciocca.

Non sapevo cosa dire, come agire, io avevo lasciato quei momenti in quello scantinato ma non avevo pensato che qualcuno potrebbe aver avuto dei doppioni.

Even in the dark there can be lightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora