Capitolo 40

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Sin da adolescente ho sempre odiato parlare di cose delicate, non sapevo mai come comportarmi e mi sentivo una completa idiota ma nel frattempo se non lo facevo il mio stomaco si rivoltavo su ste sesso più volte come in questo momento. Come si apre la conversazione parlando della ex morta dell'uomo con cui ti stai frequentando? Esatto, non si incomincia proprio la conversazione ma chissà perché nel mio mondo non funziona cosi. È ridicolo non parlargliene perché prima o poi verrà a sapere che Blake me l'ha detto ma il pensiero mi terrorizza lo stesso. Seduta sul divano con con i piedi sotto il sedere cerco di rilassarmi, Mase, di la in cucina, si sta preparando una cena veloce. Se la situazione fosse inversa Mason mi prenderebbe per i fianchi e direbbe che dovremmo parlare, io mi incazzerei ma alla fine lui saprebbe come farmi rilassare, io invece non credo di esserne in grado.

"Allora hai intenzione di sputare il rospo o devo fare ancora finta che non ci sia nulla che ti preoccupa?" Cosi assorta nei miei pensieri non mi ero accorta che Mase mi si era seduto affianco. Fantastico adesso non posso più battere in ritirata. Rilascio un sospiro e decido di buttarmi a capofitto.

"C'è una cosa che dovrei dirti, anzi una cosa di cui vorrei parlare con te."con il busto mi girai di lato in modo tale da essergli di fronte. Mentre lo osservo valuto le diverse reazioni che potrebbe avere. Si potrebbe chiudere in se stesso, diventando freddo ed evitare l'argomento, oppure potrebbe arrabbiarsi di brutto o potrebbe parlarmene. Sinceramente non so quale preferirei.

"Io ecco- Blake e io abbiamo fatto una chiacchierata poco dopo l'incidente."gli lanciai uno sguardo soffermandomi sulla sua espressione. Era concentrato ma non c'era nessuna traccia di tensione.

"Okay cosa vi siete detti?"

"Non arrabbiarti con lui okay? Aveva le sue buone intenzioni per parlarmene e a dire la verità è proprio perché ne ero a conoscenza che ho accettato di stare buona quindi..."

"Piccola cosa ti ha detto mio fratello?" Buttarmi a capofitto in uno scontro dove sono in netta minoranza? Fatto. Farmi pestare a sangue per ore? Fatto. Mentire a tutti quelli che amo? Fatto e rifatto. Parlare di cose delicate? È come scalare l'Everest senza equipaggiamento. Irritata dalla mia vigliaccheria decido di smettere di pensare. Guardo Mase e con le mani tremanti prendo le sue.

"Mi ha parlato di Meg." Pronunciando quelle parole è come togliersi un peso di dosso. Lo stomaco finalmente si tranquillizza e l'aria mi sembra di nuovo a portata di mano ma basta uno sguardo per sostituire quella bella sensazione con la nausea. La pelle di Mason di solito caramello adesso è pallida quasi come la neve, i suoi bellissimi occhi sono sgranati e ha un'espressione come se qualcuno gli avesse appena dato la notizia peggiore del mondo. Forse è davvero cosi.

"Reed?" Faccio per spostare la mano sul suo braccio ma lui si alza di botto.

"Ti ha parlato di Meg?" Deglutendo annuisco.

"Cosa ti ha detto?" Cerco di raccontargli velocemente quello che il fratello mi ha raccontato e nel farlo non gli tolgo mai gli occhi di dosso. Lui si limita ad ascoltarmi ed ad irrigidirsi ogni tanto. Quando finisco nella stanza cala in un silenzio pieno di tensione, gli lascio il tempo per assimilare tutto mentre io cerco di tranquillarmi.

"Volevo parlartene io." Si risiede al mio fianco e mi prende una mano tra le sue.

"Volevo parartene ma dopo che tutto questo casino fosse finito." Non ero arrabbiata perché non me ne aveva parlato, okay forse un pò ma io ero l'ultima persona che poteva fargli una ramanzina e in un certo senso nessuno lo poteva capire meglio di me.

"Lo so e va bene cosi, non arrabbiarti con Blake, davvero aveva le migliori intenzioni." Con fare repentino mi solleva dalle ascelle e mi posiziona sul suo grembo, adesso faccia a faccia posso chiaramente vedere quelle due ossidiane nere leggermente più dilatate del solito.

Even in the dark there can be lightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora