Capitolo 24

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La pizza arriva esattamente pochi minuti dopo, nei quali sono stata rinchiusa in bagno per cambiarmi e per evitare imbarazzi tra di noi.
Forse a lui non importa ma io vorrei sprofondare per essermi mostrata debole difronte a lui.
Seduti a tavola mentre mangiamo la pizza non facciamo altro che scambiarci delle inutili parole per non sprofondare nell'imbarazzo.
"Non sono di vetro, non trattarmi come tale." Non so bene perché glielo dico ma prima quando ha esitato nel domandarmi qualunque cosa volesse chiedere mi ha fatto riflettere. Avevo appena avuto un attacco di panico, ero scivola verso il suolo mentre tremavo davanti ai suoi occhi e ovviamente non aveva voluto tirare troppo  la presa  faccendoni qualunque domanda gli sia passata per la testa.
Ormai sono abituata, riesco a riprendermi abbastanza velocemente, la mia tattica è ignorare quello che era appena successo e di solito funzionava ma con lui che mi guardava come se fossi sul punto di sbriciolarmi davanti ai suoi occhi non avevo possibilità di successo.
"Cosa?" Sembra sinceramente confuso cosi mi spiego meglio.
"Prima in salone volevi fare una domanda ma ti sei trattenuto. Non sono fatta di vetro, quello che hai visto, non avresti dovuto vederlo ma ormai è andata cosi ma quello non stabilisce chi sono. Capitano cosi di rado che non avrei mai pensato di avere un attacco nel tuo salotto."gli spiego. La mia voce è rigida cosi come la mia postura. Nella mano stringo la forchetta cosi forte che se non fosse di acciaio l'avrei rotta e non lo guardo in faccia.
"Alex "
"Senti Reed quello che hai visto non significa nulla quindi dimenticatene e torna a essere insopportabile, ti preferisco di grand lunga." Lui però ovviamente non è d'accordo.
"Invece significato tanto, non avresti dovuto averli, neanche di rado"
"Reed tu non mi consoci, non cercare di capirmi e smetti di pensare a quello che è successo."
"Alexandra Maddox, italo-americana, 23 anni, cresciuta vicino San Francisco, ha vissuto per gli ultimi cinque anni a Seattle, ha una propria agenzia di sicurezza, ha lavorato nel FBI e in altre agenzie governative ma mai per troppo tempo, viene definita più un lupo solitario ma stranamente lavora bene con la sua squadra. Collabora solo quando sono gli altri a chiederlo a lei e solo quando capitano casi sotto la sua competenza o che in qualche modo le interessano, più precisamente casi di sfruttamento di minori, violenza sulle donne o casi di  omicidi in generale. Ha una mini laurea in economia e sa combattere diverse arti marziali. Vive a Seattle con la sua coinquilina Hailee Garcia. Passa il suo tempo libero con quest'ultima, Caroline Martin e il suo collega Max Ramirez. Devo continuare o ti sei fatta un'idea?"
Ma come ha fatto? Sono sbalordita. Alcune informazioni sono facili da recuperare ma per quanto riguarda i generi di casi in cui sono interessata è tutt'altra cosa. Nei fascicoli ufficiali le mie competenze sono rivolte ai traffici di droga, finanza o programma protezione testimoni. Poche persone sapevano veramente ai casi a cui dedicavo il mio tempo, ed erano solamente le persone con cui avevo lavorato e di sicuro non si mettono a parlarne in giro.
"E tu come lo sai?" Sono sbalordita, senza parole.
"Te l'ho detto a differenza di quello che pensi sono bravo nel mio lavoro."
"Che altro sai?" Inutile specificare che erano informazioni confidenziali, lo sapeva benissimo.
"Molto altro ma torniamo al nostro discorso, quello che è successo poco fa è grave Alex, non è una cosa da nulla." Sembra serio e la cosa mi irrita. So che gli attacchi di panico non sono da prendere sotto mano ma li so gestire da me. Prima non avrei mai superato un attacco del genere senza il mio gemello, adesso invece ci riesco e per me è già un grande passo in avanti.
"Mason non sono una bambina di cinque anni, sono a conoscenza della mie condizioni e credimi non c'è nulla che non va. A volte mi capita e ci devo convivere, nient'altro."
"A volte capita e ci devi convivere? Ma che cazzo stai blaterando, queste cose non sono fatti che capitano per poi essere presi alla leggera, vanno tenuti sotto controllo."
"Visto che sei tanto bravo Reed secondo te perché ho questi piccoli attacchi eh?" Mi pento subito della mia domanda ma ormai ho parlato.
"Di che stai parlando?"
"Hai detto che sei bravo nel tuo lavoro vediamo quando affondo hai scavato nella mia vita per sputare giudizi su di me."
Le sue pupille sono dilatate, mi guarda confuso, il suo corpo è teso come una corda di violino mentre mi osserva e cerca di trovare una spiegazione.
Non mi piace che qualcuno mi giudichi per questi attacchi, sono una conseguenza di quello che mi successe da piccola. Da adolescente erano molto frequente, quasi ogni giorno poi hanno iniziare a diminuire fino a diventare accidentali. Non so mai quando capitano ma so che non ne posso avere più di uno nel giro di due mesi minimo e questo mi va bene. Ormai ci convivo e quasi non mi fa più peso.
"Cazzo, piccola cazzo." Sembra che gli sia accesa la lampadina, perché adesso mi guarda come se avesse capito tutto.
"Quindi?" Voglio sentirglielo dire.
"Piccola"
"Reed quindi?" Quando finalmente incontra i miei occhi la consapevolezza nei suoi è ben leggibile. Lo sa, ci è arrivato ma non mi fa stare meglio. Anzi mi fa solo aumentare la nausea. Distolgo la sguardo da lui. Devo allontanarmi di qui.
"Guardami." Cerca di afferrami ma mi alzo e mi dirigo verso il salotto.
"Alex ho detto guardami." Che cosa vuole ancora da me? In due falcate mi è di fronte, le sue dita mi sollevano delicatamente la testa per far si che io lo guardi.
Lui è illeggibile, rabbia, pentimento, amore, odio.
Quasi non me ne accorgo quando finalmente le sue labbra sono sulle mie. Ed è come saziare una sete che dura da giorni. Mi divora, non ha nemmeno bisogno di chiedermi il permesso, le mie labbra sono spalancate per la sorpresa che velocemente viene sostituita dalla lussuria. I suoi denti mi mordicchiano il labbro inferiore. Le mie mani prima lasciate sui fianchi si aggrappano ai suoi capelli tirandolo più vicino a me. Mi afferra per il sere e mi solleva, allaccio le gambe alla sua vita mentre lascio che mi divori. Non c'è niente di dolce in questo bacio, solo passione pura ed è bellissimo. Mi lascia la bocca e inizia a lasciare piccoli baci che vanno verso l'orecchio.
"Avevi detto che non mi avresti toccata." Mormoro stringerlo più a me
"Quello era prima." Quando arriva dietro l'orecchio i suoi denti sembra che affondino nella mia pelle.
"Prima cosa?" Ci stiamo muovendo ma Mason non smette mai ti toccarmi per tutto il tragitto.
Arrivati in camera mi butta sul letto e io gemo protestando.
Il solito sguardo che sembra dirmi sto per mangiarti è tornato.
"Prima d'iniziare capire."
Vorrei controbattere, perché veramente non ho capito cosa intende ma appena si sfila la maglietta la mia mente si svuota. Ci sono solo lui il suo magnifico corpo. Il suo addome sembra fatto su misura.
Voglio leccare ogni centimetro di quel color di acciaio.
"Perché ti ho dato ascolto?"la sua voce è roca mentre mi analizza. Il mio petto si alza freneticamente e un dolore pulsante nel mezzo delle gambe inizia a farsi insopportabile
"Che?"
"Basta parlare." E in un secondo è di nuovo su di me, la sua bocca che mi divora e le sua mani che vagano per il mio corpo.
Con mani agili mi tira giù i jeans e io sollevo il bacino per facilitargli la cosa, li butta dietro di se e mi afferra per i fianchi. Arretra per guardarmi meglio. Indosso un set di pizzo nero semplice ma comunque un minimo sexy e lui sembra apprezzare. Si toglie le scarpe e i jeans che raggiungono i miei in un angolo della stanza.
Mi scappa un gemito.
Nota con piacere il mio sguardo famelici su di lui che non fa altro che incoraggiarlo. Velocemente mi libera anche del mio top lasciandomi con solo il reggiseno di pizzo. Le due dita mi tracciano delicatamente i contorni della pelle finché non arriva ai miei seni. Scavalca il reggiseno e afferra il mio capezzolo ormai rigo come una pietra. Il mio verso di apprezzamento gli fa afferrare l'altro seno con altra mano. Si rigira i miei capezzoli nella mano facendomi impazzire.
"Voltati." È un ordine che eseguo con piacere. Lo sento abbassarsi e poi qualcosa di umido scende giù verso la mia spina dorsale. Quando sento staccarsi il reggiseno un'ondata di piacere mi attraversa. Mi ha appena staccato il reggiseno con i denti. Continua la sua opera fino all'inizio dei miei fianchi poi stacca le mani dalle mie e mi fa girare con una mossa di nuovo a pancia in su. Sono in completa balia di quest'uomo ed è meglio di come abbia mai potuto immaginare. I suoi occhi si focalizzano sul mio fianco, dove una benda copre i punti, i suoi occhi si rabbuiano per un 'instante poi bacia delicatamente l'aria intorno provocandomi mille ridici di piacere.
Però è totalmente sbagliato, lo so mentre ritorna a baciarmi, lo so mentre mi fa scivolare giù gli slip e lo so quando lo libero dalla sua t-shirt.
"Sei bagnatissima piccola."
"Mason." gemo, voglio di più, non mi interessano i preliminari, voglio passare ai fatti.
"Shh lascia fare a me."
Solo una notte mi ripeto, magari le ragazze hanno ragione, siamo entrambi maturi e vaccinati saremo in grado di gestire una notte di passione. O almeno lo spero perché non credo che riuscirò a fermarmi. Una parte di me non riesce a credere di starlo veramente facendo ma che cosa posso farci? Ormai non lo posso più fermare.
Anzi non lo voglio più fermare.
Con entrambe la mani mi afferra la nuca e inizia a divorarmi di nuovo. Questo potrà benissimo diventare il mio nuovo posto felice. Sfrega il bacino contro di me facendomi inarcare la schiena. Senza gli slip c'è solo la sottile stoffa dei suoi boxer a dividerci. Il bacio si fa più rude man mano che lo sfregamento aumenta. Possibile che mi farà venire soltanto sfregando contro di me?
"Mason."lo prego
"Ho detto zitta piccola."è autoritario anche a letto ed è anche più sexy. Sono spacciata. Mi blocco quando le sue labbra soffiano sopra la cicatrice al fianco.
"Mai più."Sussurra tra un bacio e l'altro
E ora ringrazio il cielo per essermi fatta levare le cicatrici dietro la schiena mesi fa, non avrei potuto sopportare il suo sguardo se le avesse viste.
"Mai più piccola."appena riprende il contatto visivo con me, senza mai distogliere fa calare i boxer a terra e il mio cervello va in tilt. Il suo enorme pene si erge senza vergogna. L'estremità è gonfia e punta dritto verso di me. Come un istinto primordiale appena si avvicina abbastanza a me avvolgo una mano attorno alla sua lunghezza e lui diventa di pietra.
Con la mano ancora attorno al suo membro lui si posiziona sopra di me
"Mi farai impazzire." Mi stacca la mano da lui e protesto.
"Sta notte è per te."
"Ma io" cerco di protesta ma invano.
"Shh niente obiezioni" il suo pollice si scontra contro la mia vagina pulsante e quando non ripete il tocco spingo il bacino verso di lui.
"Sei fracida."
"Ti prego." Potrei esplodere e mi ha a stento toccata.
"Sei sicura?"
"Si ti prego."
"Potrei venire solo sentendoti implorare."
Allontana dal tutto la mano e con un solo movimento è dentro di me. È enorme. Credo che non sia neanche tutto dentro ma sento che sto per scoppiare. Lui mi da il tempo per abituarmi alla sua grandezza accarezzandomi le braccia mentre lo stringo a me. Il suo respiro è aumentato e so che sta facendo fatica a trattenersi. Quando penso di poterlo prendere tutto inclino il bacino in avanti verso di lui.
Piano esce da dentro di me per poi rientrare con colpi secchi finché non lo riesco a prendere tutto. "
"Non ti trattenere" gli sussurro. Da quando l'ho visto ho capito che avremmo giocare duro e ho intenzione di farlo fino all'ultimo secondo.
"Non è nel mio stile piccola."
Quando sento le pareti del suo bacino vicino al mio so di averlo preso tutto. Quest'uomo è enorme. Mi aggrappo a lui quando entra con spinte sempre più veloci e violente, mi fa perdere la testa.
Mi affonda la lingua nelle labbra ed emette dei versi maschili ogni volta che rientra in me. Siamo entrambi sudati e il rumore del nostri corpi che sbattono accompagnati dai nostri gemiti riempi la stanza. "Non venire senza di me."mi ordina aumentando ancora di più lo velocità
Che? Non so se saprò controllarmi.
Gemo sforzandomi di mantenere il controllo e, lo prego di muoversi.
"Adesso piccola." Esplodo al suono della sua voce, getto la testa all'indietro e urlo il suo nome mentre sento lui urlare il mio. È come toccare il cielo solo mille volte meglio. Le ragazze avevano ragione.
"Occhi su di me."con un grande sforzo faccio quello che mi chiede. Quando finalmente lo guardo mi prende per la nuca e mi bacia con un altro dei suoi baci rudi. Non esce da me mentre sale anche lui sul letto e si sdraia accanto a me.
"Non ho usato il preservativo."mi sussurra
Mi irrigidisco un minimo ma per fortuna prendo la pillola e ormai è andata.
"Prendo la pillola e sono pulita se vuoi te lo mostro." Sussurro ancora nella lussuria totale.
"Ti credo sulla parola e posso fare lo stesso."
"Non credo che ce ne sarà bisogno" gli lascio un piccolo bacio sulle labbra e poi lo stringo a me. Mi sento sollevare e poi posare su qualcosa di più duro cosa che mi fa protestare.
"Ti pulisco cosi possiamo dormire."
Non mi ero accorta di essere così stanca, sostanzialmente nona avevo fatto di nulla d'impegnativo se non in quell'arco di tempo. Nudo si allontana da me per prende qualcosa con cui pulirmi. Lo abbiamo appena fatto e lui è già di nuovo duro. Alla vista di quella magnificenza ogni briciolo di stanchezza mi abbandona. Scendo dal mobile su cui mi aveva poggiata e mi avvicino a lui.
"E se non fossi stanca?" Non so chi sia questa donna, ma la frase soltanto per sta notte continua a ronzarmi in testa, cosi come la chiamata di Max. La mia vita si potrebbe stravolgere nel giro di poche ore e quest'uomo mi sta consumando dal desiderio. Per una volta voglio essere egoista. Mi analizza cercando di classificare le mie emozioni ma solamente quando gli afferro il membro e lo bacio sembra convincersi della mia onestà.
"Tu mi farai impazzire."
"Quindi?"
"Se non sei stanca ci penso io a te." E con questo mi solleva e mi riporta a letto.

Even in the dark there can be lightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora