Capitolo 52

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La casa era come la ricordavo, quella che pensavo fosse diventata cenere era rimasta esattamente come l'avevo lasciata, a quanto pare i miei demoni erano difficili da abbattere. Ignorai i brividi che scesero lungo la schiena quando David ci fece segno di avanzare, avevo bisogno di una mente lucida più che mai. Camminavamo in fila indiana, Max e David davanti a me mentre eravamo seguiti dai miei fratelli. Nessuno fiatò quando superammo la normalissima porta di legno dell'entrata. Tutto in quella casa sembrava cosi normale da darmi la nausea, ogni stupido quadro era perfettamente attaccato alla parete, nessun segno di muffa sul soffitto o graffi sulle pareti, ogni asse del pavimento era ben assestata e non c'era un briciolo di polvere neanche sotto il divano, non avevo bisogno di controllare sapevo che se adesso mi fossi abbassata e avessi guardato sotto il normalissimo divano di pelle nera non avrei trovato sporcizia. Erano state cosi tante le volte che ero finita per terra e quella era la mia unica visuale per minuti o forse ore. Il fatto che quel ricordo fosse cosi vivido nella mia mente non fece altro che farmi arrabbiare di più, avrei dato fuoco a quella casa con le mie stesse mani alla fine di questo incubo e questa volta sarebbe bruciata tutta. L'enorme salotto era completamente vuoto cosi ci infilammo nel corridoio che ci avrebbe portato di sotto dove ero sicura che Anthony ci stesse aspettando, mi sentivo come un topo che si dirigeva ciecamente nella tana del gatto, però io ne ero consapevole ed ero un topo armato fino al collo.

Superammo lo stretto corridoio senza problemi ma ciò non mi aiutò anzi potetti sentire l'ansia di ognuno di noi salire. L'unica cosa che ci divideva da quel bastardo e da Mase e Damien era una stupida porta di legno. Quello che ci sarebbe stato dentro non ci sarebbe piaciuto. Guardai Max, era troppo facile, entrare qui dentro nonostante la marea di pallottole era stato un gioco da ragazzi e quando guardai giù, dopo le lunghe scale avvolte dal buio seppi di aver ragione perché quello che vidi non mi piacque per nulla. Ero appena entrata nella tana del lupo e non importava quante armi io avessi addosso.

La voglia di urlare era troppa per essere contenuta, le catene che mi bloccavano ogni arto mi stavano facendo impazzire e la rabbia che cresceva ogni volta che lo guardo potrebbe farmi esplodere. Vorrei urlare, perché mi sembrava l'unica cosa che io potessi fare. Le ferite dei giorni precedenti bruciavano. Dice che gli piace ricordarsi quante ferite mi ha inferto, dice che gli fa mantenere il controllo sapere che mi può ferite. Quando vorrei rompermi il pollice per liberarmi da queste manette e rompergli tutte le ossa,

"Come hai dormito sta notte fiorellino?" Vorrei rispondergli di andarsene a fanculo ma col tempo ho imparato che la mia lingua gli piace, il fatto che lo sfidi lo eccita, il mio silenzio lo innervosisce, quindi sto in silenzio, per quanto più riesco. A volte cedo, non è nel mio essere stare zitta, soprattuto davanti a esseri come lui ma credo che sia l'unica cosa che riesca a farmi stare concentrata, a non farmi sopraffare dal dolore. La scorsa notte Anthony ha perso le staffe, da quello che ho potuto origliare una spedizione è andata male e lui ci ha rimesso un sacco di soldi, inutile dire che la maschera da gentil uomo è caduta e la sua vera natura si è rilevata. Credo che abbia fatto fuori due dei suoi, le urla hanno echeggiato per tutta la notte poi è venuto da me, perché tenere a bada la bestia quando perde il controllo lo prosciuga e l'unica cosa che gli mette gioia a quanto pare è rovinare me. Osservo velocemente le bruciature sulle mie gambe ancora fresche. Odio ogni singolo marchio mi ha lasciato sulla pelle.

"Vedo che il tuo sciopero del silenzio continua fiorellino." Con una mano mi accarezza i capelli mentre con l'altra mi accarezza la guancia. Il suo volto è a pochi centimetri dal mio e il suo sguardo non molla il mio, posso vedere il male diritto davanti a me ogni volta che lo guardo. Poi si alza e si posiziona dietro le mie spalle, la sua presenza si rafforza E con la mano che stringe i miei capelli mi spinge indietro.

"Oggi ho proprio voglia di sentire la tua voce sai fiorellino non vorrai mica andare a giocare nell'altra stanza?" Lo guardo furiosa e cedo.

"Fottiti." Non ho intenzione di guardare un altro uomo morirmi davanti.

"Brava fiorellino." La sua voce è appagata mentre mi gira attorno e si posiziona davanti a me.

"Sai stavo pensando di farti trasferire nella mia stanza." Non cerco neanche di nascondere il mio disgusto alla sua proposta. Sono già stata in quella stanza , è una fortezza e stando qui ho molte più possibilità di fuga.

Il suo sguardo si incupisce, mi tira su e mi stacca le catene, sono senza forze qui di cedo per terra ma lui mi afferra caricandomi sulla sua spalla. Il mio mondo gira mentre vengo trasportata. Voglio urlare, oppormi ma l'unica cosa che riesco a fare è gemere di dolore. Vengo buttata su qualcosa di morbido. La stanza è come la ricordavo e un brutto presentimento mi investe. Se pensa che parteciperò a questo suo stupido gioco si sbaglia, posso anche essere debole come una foglia ma mi opporrò.

"Mi sento magnanimo oggi ti permetterò di sfogarti. Su forza." Non capisco subito cosa intende, poi però noto l'assenza delle manette e lui in posizione di combattimento.

Vuole che combattiamo?

"Mi stai prendendo in giro?" Ringhio alzandomi sulle braccia. Non riesco a stare in piedi e lui vuole che io combatta contro di lui?

Un lampo di divertimento attraversa la sua espressione.

"Ti chiedo scusa per essermene dimenticato." E prima che possa accorgermene qualcosa mi punge il collo. Lo spingo via da me ma ormai è troppo tardi.

"Questo ti dovrebbe dare la spinta giusta." Ride divertito.

Altra droga.

La voglia di fargli del male divampa ma questa volta non mi sento non mi sento troppo stanca, un'energia che non sentivo da tempo ormai mi scorre nelle vene.

"Veloce eh?" Si è appena scavato la fossa da solo.

Mi alzo e prima che posso fermarmi sono su di lui.

Mi risveglio velocemente dal mio piccolo trans, i miei amici sono fermi a guardarmi immobili, nessuno fiata ma il mio sguardo è fisso davanti a me.

Deve essere un incubo, e l'unica cosa che riesco a ripetermi mentre guardo quello che ho davanti. Tutto intorno a me si ferma e vorrei urlare perché i mie arti sembrano non funzionare ma c'è qualcosa dentro di me troppo forte per non farlo uscire. Tutti si girano verso di noi ma l'unica cosa che io riuscivo a guardare era la mia migliore amica con una pistola puntata alla tempia mentre i ricordi si beffano di me.

"Sei in ritardo fiorellino, che i giochi inizino."

Even in the dark there can be lightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora