Non sempre si può scegliere

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"Sa, mi ricordo del giorno del suo smistamento"

Disse improvvisamente la McGranitt in modo stranamente gentile, quasi a rivangare vecchi giosi ricordi del passato.

Cosa?

Inarcai le sopracciglia in un espressione confusa.

"Il cappello era indeciso non è così?"

La guardai attentamente, il volto scolpito nei lineamenti duri, le lunghe dita che picchiettavano lentamente sul legno della sua cattedra.

Alzai lo sguardo e lo puntai nei suoi occhi, nella speranza di capire a cosa volesse andare a parare.

"Si ma..."

"Sa quando è indeciso tra due case ci mette più tempo per prendere una decisione e da quel che ricordo, con lei ci avrà messo almeno cinque minuti"

Ci aveva davvero messo così tanto?

"L'altra era Serpeverde, non è vero?"

Chiese poi in un'altra domanda retorica intrecciando le dita delle mani, poggiandole sul tavolo ed assottigliando le palpebre fino a ridurle a due fessure.

L'angolo delle mie labbra si inarcò in un sorrisetto ironico, quasi divertito da quanto la mia vita fosse così scontata.

"Lo dice per via della mia famiglia?"

Chiesi, lasciando trasparire una punta di fastidio.

"No mia cara. Certo, conosco benissimo suo fratello ed il cognome che porta, ma non è per questo che lo sospettavo"

La guardai restando immobile, scettica.

Non capivo e questo l'avevo sempre odiato. Era facile condurre una conversazione se si riusciva a scorgere quello che l'altra persona voleva sentirsi dire, i toni e gli atteggiamenti con cui voleva scontrarsi, ma non tutti sapevano rendere facile il lavoro.

"Vede, l'animo umano è molto suscettibile"

Aggiunse poi dopo qualche minuto di silenzio.

"Ma ci sono atteggiamenti, sensazioni, sogni...desideri, difficili da plasmare se non indirizzati nella giusta via. L'anima è suscettibile, signorina Malfoy."

Alzai un sopracciglio, facendo scivolare quelle parole ed il modo in cui mi avevano fatto attorcigliare lo stomaco in una morsa infuocata con una risata vuota, beffarda.

Mi guardò in silenzio e così dopo poco tornai seria, le mani nelle tasche della tunica.

"Professoressa...non credevo che anche lei avesse questi pregiudizi"

"Non sono qui per giudicare nessuno cara, ma credo che lei abbia già capito da sola quanto le emozioni più o meno giuste che troviamo dentro di noi debbano essere comprese a pieno e, quando serve, scegliere di tenerle a bada"

"Parla...dell'ambizione? Della mia voglia incontenibile di comandare su gli altri, sui deboli? Dell'accecata lealtà che porta su strade buie, poco consone al bene che una persona dovrebbe esercitare nella sua vita..."

Una risatina ironica rimbombò nel silenzio di quell'ufficio.

"Lei afferma di non fermarsi alle apparenze, di non giudicare, ma sta incollando al posto del mio volto il mio cognome, la storia della mia famiglia...sta condannando un'intera casa ad essere vista come sbagliata, cattiva. Non è forse giudicare, questo?"

Fu sorpresa, la presi in contro piede, ma ci volle poco per farla tornare al contegno e alla durezza che la contraddistingueva.

"Sono supposizioni gravi le sue"

MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora