Ho fatto un casino

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Improvvisamente sentii le sue labbra sulle mie. Fu un bacio dolce, lento, quasi casto. Rimasi molto sorpresa da quel gesto, ma sentivo di averne bisogno e quando si distacco di qualche millimetro per una mia conferma, in un attimo rifui sulle sue labbra.

Il mio cervello era letteralmente partito, qualunque cosa stessi provando in quel momento, mi stava facendo perdere la testa. Il sapore di tabbacco che mi lasciava ad ogni bacio mi stava facendo impazzire e quando la sua mano scese lungo la coscia accompagnai quel gesto sedendomi a cavalcioni su di lui.

Agganciai un braccio dietro la sua testa, affondando la mano tra i suoi ricci per spingerlo verso di me il più possibile, mentre la sua lingua cercava la mia.

Con un braccio mi circondò la vita, serrando i nostri corpi tra loro, per evitare che ad ogni mossa potessi perdere l'equilibrio. La mano libera intanto, vagava sotto la mia maglietta, accarezzando la mia pelle nuda.

Delle pulsazioni piacevoli cominciarono a palesarsi nel basso ventre quando con dei movimenti lenti cominciai a strusciarmi contro di lui. Le sue labbra avevano lasciato le mie, impegnate ora a percorrere tutta la lunghezza del mio collo, mentre la sua mano aveva raggiunto il mio seno, cominciando a solleticarlo con l'indice.

Buttai la testa all'indietro, stringendo la presa tra i suoi ricci ed il suo braccio impegnato in quel movimento fin troppo piacevole. Dei lamentai che cercavo di reprimere il più possibile lasciarono le mie labbra mentre la sua erezione spingeva contro di me.

Un gemito sottomesso morì sulla mia pelle e quando la sua mano raggiuggiunse l'elastico dei miei pantaloni si bloccò.

"Cazzo Ivy..."

Gli mancava il respiro, mentre i miei occhi non riuscivano a staccarsi dalla sue labbra gonfie. Possibile sembrasse più bello del normale?

"Dimmi di fermarmi e lo faccio"

"C-cosa..."

Non ci stavo capendo più nulla. Voleva fermarsi?

"Domani te ne pentirai. Fermami perchè cazzo..."

La stetta sulla mia vita si fece più intensa.

"Sir..."

Fu l'unica cosa che riusci a dire.

"Potrei scoparti sulle scale di questa torre"

Il respiro mi morì in gola, mentre i suoi occhi continuavano a guardarmi con un desiderio disumano e la consapevolezza che fossi proprio io a farlo sentire in questo modo, aumentò quelle sensazioni che avevo in tutto il corpo.

Afferai la sua mano portandola lentamente verso la mia pancia, poi sul mio ventre ed infine sotto i miei pantaloni, fino a raggiungere l'elastico delle mie mutande. Lasciai che i suoi polpastrelli si insinuassero di pochi centimetri sotto il tessuto.

"Non fermarti"

Usai il poco fiato che mi era rimasto e lui non se lo fece ripetere due volte. Affondò le dita tra le pieghe della mia intimità già umida.

"Non credevo di farti quest'effetto"

Un sorrisetto si fece largo sulle sue labbra mentre iniziava a massaggiare con movimenti circolari e ritmati il clitoride.

"Sta zitto, idiota"

Fu un sussurro, mentre con la fronte appoggiata alla sua cercavo di trattenere i gemiti che rischiavano di rimbombare fin troppo forte nel silenzio di quella torre.

Ricominciammo a baciarci ma il piacere era fin troppo forte che non ero nemmeno in grado di continuare.

"Cazzo, questo ti piacerà da morire"

MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora