Vendetta

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Erano le 19.55,mentre io impaziente aspettavo sulle scale l'arrivo delle 20.

Avevo lo stomaco bloccato,la sensazione di vomito e muovevo la gamba velocemente per scaricare la tensione.

Continuavo a guardare la porta davanti a me,cominciando ad avere dei dubbi.

Davvero volevo così tanto vendicarmi di mia madre da diventare addirittura Mangiamorte?

Volevo davvero rischiare che Voldemort capisse tutto? Che capisse che il motivo della mia scelta era la vendetta e non la voglia di governare sui babbani?

La sensazione che avevo al solo pensare di vendicarmi su mia madre era impagabile,e lo desideravo da morire,più di ogni altra cosa,era da quando avevo 11 anni che volevo fargli rimpiangere tutto l'odio insensato che aveva mostrato verso di me.

Ma diventare Mangiamorte..

Diventare Mangiamorte non voleva dire solo essere al fianco di Voldemort,voleva dire fare cose orribili per lui,a persone che non avevano fatto nulla di male,voleva dire uccidere,se fosse stato necessario...rovinare la vita di famiglie di ragazzi che vedevo tutti i giorni a scuola..

Volevo davvero farlo?

Non diedi risposta a queste domande,perchè l'elfo mi apparve di fronte,facendomi tornare alla realtà.

"S-signorina Ivy,Dobby voleva informarla che suo zio si trova all'entrata del cancello,vorrebbe che lo r-raggiungesse"

Mi informò l'elfo,timoroso come sempre.

"Grazie Dobby"

Dissi e mi alzai sistemandomi il vestito nero,raggiungendo poi mio zio fuori.

Indossava un lungo mantello nero,così scuro che quasi non riuscivo a distinguerlo nell'oscurita del paesaggio.

Ne reggeva un altro simile,nella mano destra,assieme poi ad una specie di..maschera?

Al tocco della mia bacchetta il cancello scomparve in una nuvola di fumo nero ed io mi affiancai a mio zio.

"Metti questo velocemente,poi afferra il mio braccio"

Disse passandomi l'altro lungo mantello che aveva nella mano.

Lo indossai,misi il cappuccio su,seguendo quello che faceva lui ed afferrai il suo braccio,per poi smaterializzarci chissà dove.

Apparimmo in un vicolo buio,già inquietante di suo,dove riuscii a leggere un cartello appeso ad un muro

Knockturn Alley

Ne avevo sentito parlare,diciamo che non era proprio un posto carino dove trascorrere le proprio serate..era un pò come se fosse la parte malfamata di Diagon Alley.

Entrammo in un negozio,di cui però non riuscii a leggere l'insegna per il troppo buio.

Era pieno di artefatti magici che molto probabilmente non dovevano neppure essere li,ma che non mi stupii di trovare;c'era persino un enorme armadio molto inquetante e vecchio all'entrata.

Raggiungemmo la porta dietro al bancone e lì,un uomo con il nostro stesso mantello nero e con una maschera da teschio al volto,si avvicinò a noi.

Instintivamente,quando lui provò ad afferrarmi il braccio indietreggiai,ma quando mio zio mi bloccò mettendomi una mano sulla schiena,rimasi immobile,lasciandolo avvicinare,e così ci smaterializzammo un'altra volta.

Un lungo corridoio che cadeva a pezzi senza finestre,con solo una porta accostata alla fine dalla cui fessura proveniva una fioca luce,era il posto in cui ci eravamo materializzati.

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