Spezzato

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Ivy

Salii velocemente le scale del castello con l'umore sotto ai piedi.

Quanto ero stata stupida, egoista...forse il legame con Regulus non era poi così speciale, era solo lo stupido tentativo di aiutare me stessa.

Persino quel "mi dispiace" non era mai stato rivolto a lui.

Continuai a salire le scale, con la costante sensazione di un masso spinto sul petto, a darmi quel senso di pesantezza, come un insetto rinchiuso in una scatola senza via di d'uscita mentre l'aria si fa sempre più flebile.

Quella sensazione si fece più pressante, fino ad arrivare alla gola. Mi veniva da vomitare.

È inutile.

"Merda non così"

Mi bloccai poco prima del ritratto, in mezzo alle scale della torre. Il rumore dei festeggiamenti per la partita vinta mi rimbombava nelle orecchie, creando una bolla dalla quale speravo di uscire al più presto.

Sono spacciata

Poggiai una mano al muro, cercando di regolarizzare i respiri.

La mia mente stava andando a farsi fottere. Era inevitabile, era appena entrata in un loop infinito. L'idea di non avere scampo da quelle sensazioni, da me stessa, da questa vita. L'idea che sarei stata così per sempre, in una lotta frustrante tra tristezza e ansia, l'idea di essere in una strada cupa verso la morte.

Ho bisogno di aria

Strisciai la schiena lungo la parete, fino a toccare terra. Poggiai le mani sul pavimento delle scale, nella speranza di poter assaporare il freddo della pietra.

Passai lo sguardo ovunque.

Va tutto bene, va tutto bene, va tutto bene

Posizionai una mano sul petto seguendone l'andatura, nella speranza di aggrapparmi alla realtà del mio cuore perfettamente funzionante.

Il mio corpo sembrava impazzito, era come se un incendio fosse appena divampato investendo ogni centimetro della mia pelle.

Non riuscivo a pensare ad altro.

Placai il desiderio viscerale di togliermi tutto quello che avevo addosso passandomi le mani sul viso e tra i capelli. Li intrappolai tra le mie dita, spingendole a fondo.

Feci un respiro profondo, finchè non senti un soffio provenire dalla mie spalle.

Aria

Mi fiondai immediatamente ad aprire la finestra, feci pressione con le mani tremolanti, irriggidendomi al contatto del pomello gelato. Fui investitata così da una ventata d'aria gelida che accolsi volentieri nei miei polmoni.

Passai un tempo interminabile su quel davanzale, in preda a tremolii incontrollati e quando finalmente si trasformarono in brividi dovuti al freddo, decisi che era abbastanza.

Mi riavvicinai nuvamente alla sala comune, con ancora l'adrenalina pulsante nelle vene e sorpassai il quadro che mi divideva da tutto quel casino.

MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora