"Ti ho cercata ancora una volta,
inutile negarlo.
E in mezzo alla gente
ho avuto l'ansia di incontrarti,
come la prima volta che ti ho vista.
E l'ultima volta che ti ho persa. "
Phyton Regius Serpeverde la figlia legittima di Salazar Serpeverde...
Passano i mesi dall'ultimo episodio che mi tiene ancora alla larga per un po' dai miei poteri. Ricordo ancora quando Silente mi ha fatto rinvenire dopo esser svenuta nell'ufficio di Piton con l'incantesimo "Reinnerva". Dopodiché mi ha proibito di usare la magia attraverso la mia unica fonte di intenso potere: le mie mani. Essendo più energetiche e dominanti e pericolose, rispetto a tutte le altre, dovrò usare la magia solo attraverso una bacchetta. Non ho mai posseduto una bacchetta prima d'ora. Perciò sotto la super visione di Severus Piton, ci siamo diretti a Diagon Alley, per andare da Ollivander e procurarmene una. Prima di entrare nel suo negozio leggo la sua insegna.
Ollivander: fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C.
Non ci ho mai messo piede prima. Il negozio è piccolo, con migliaia di scatole di bacchette impilate in perfetto ordine fino al soffitto.
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«Signorina Serpeverde, ho giurato di non aver mai potuto avere l'onore di conoscerla.»
«Salve, signor Ollivander...»
«Oh su non sia timida! Prego, prego! Oh Severus ci siete anche voi, che piacere!»
«Allora è da quando avete messo piede qui dentro che mi chiedo cosa ci facciate, per voi professor Piton non credo possano esserci problemi, sento e vedo la sua bacchetta in perfetta forma, quanto a voi signorina Serpeverde non penso voi abbiate bisogno di una...»
«Non posso più usare il mio dono, signor Ollivander...» Lo interrompo con voce affranta.
«Oh...e perché mai?»
«La signorina Serpeverde ha avuto una punizione per aver attaccato, con i suoi poteri infrangenti per principianti, una studentessa all'interno della scuola. Pertanto non potrà usare la magia se non tramite una bacchetta...» Parla al mio posto, Severus.
«Oh...beh, in questo caso mi rammarico per lei signorina, ma non so se una bacchetta saprà sceglierla sentendo i suoi poteri non derivare da essa. Ma...possiamo comunque provare con questa, che ne dice?»
Mi porge una bacchetta di color nero corvino e me la descrive: «Legno di sequoia, corda di cuore di drago, nove pollici e mezzo, molto rigida...» Ma non succede nulla. Non provo qualcosa al suo tocco.
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«Mh...no, no. Non è questa...» «Vediamo questa qui: legno di Ulivo crine di unicorno, 10 pollici e 1/4, flessibile.» Termina porgendomene un'altra.
Al suo tocco la bacchetta prende fuoco.
«Decisamente no!» La ritira indietro prima che tutta la bottega possa subire danni. «Sapevo fossi una difficile, già lo sapevo!» Farfuglia poi tra sè, cercandone un'altra.
«Mia cara...non è mia intenzione offendere le sue preziosi doti che lei ha avuto come privilegio, ma mi permetta, penso che questa sia la bacchetta che saprà tenere testa l'intensità che si cela nelle sue vene e che penso faccia al caso suo, ecco: legno di Biancospino, corno di Basilisco, 10 pollici e mezzo, rigida. Solo suo padre e i suoi veri discendenti ne hanno posseduta una con questo nucleo. Non a caso questa è proprio la loro, ovviamente revisionata...»
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Appena la impugno sento esplodermi dentro. I miei occhi si colorano di un fuoco intenso. È lei. Non avevo mai provato una connessione così forte, sentendo le mie vene pulsare al suo solo tocco.
«Io...io penso sia questa!» Affermo eccitata e incantata.
«Mia cara...lei è nata per possedere questa bacchetta!» Mi conferma sorridendomi dolcemente.
