"Ti ho cercata ancora una volta,
inutile negarlo.
E in mezzo alla gente
ho avuto l'ansia di incontrarti,
come la prima volta che ti ho vista.
E l'ultima volta che ti ho persa. "
Phyton Regius Serpeverde la figlia legittima di Salazar Serpeverde...
L'estate è stata una vera merda, ma non sarò mai riconoscente ad Amelia per avermela resa un po' più leggera e sopportabile.
Non avrei mai creduto di avere così tanta malvagità in famiglia. In realtà, non ne sapevo nulla. Sarei diventato anch'io un mangiamorte. Ma non solo, avrei anche dovuto assecondare la maledizione fatta su Draco e Phyton.
Non ci potevo credere, per giorni interi non ho fatto altro che sfogarmi con Amelia. Se fosse successa a noi due una cosa simile, come ci saremmo comportati?
Sono state tante le domande che ci hanno riempito le giornate. Tante le risposte che cercavamo nei libri e nella saggezza della nostra famiglia, e nulla che ci riconducesse ad una soluzione. E allora non ci restava altro da fare che seguire il nostro destino...
***
È il primo settembre, sono in ansia, e con la mano intrecciata alla mia metà, tento di darmi forza. Entrambi incontreremo i nostri due migliori amici, e non abbiamo la più pallida idea di come sarà vederli distanti.
Il treno è in perfetto orario. Sistemiamo i nostri bagagli nel vagone merci e in gran fretta decidiamo di occupare lo scompartimento della sezione prima classe.
«Come dovremmo comportarci?» Mi chiede fregandosi le mani, susseguendo altri atteggiamenti che la rendono visibilmente nervosa.
«Credo...in modo naturale. Dobbiamo far finta di nulla, okay?» Le dico con espressione neutra, anche se dentro di me comincio a tremare dalla paura.
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Fa un cenno di si con la testa, poi torna a far su e giù col ginocchio.
«Guarda Amelia che quello che ti ho raccontato è un segreto. Se ti comporti così...»
All'improvviso il rumore della porta scorrevole che viene spinta forte, e che ci interrompe, ci rivela due volti cresciuti e beffardi. Che con modi sgradevoli e poco educati si accomodano dando spazio al ghigno più antipatico e malefico che da tanto non vedevo più su quel volto.
«Blaise.» Mi saluta con un cenno del capo altezzoso, spostando lo sguardo in seguito nella direzione della mia ragazza.
«Vedo che ci portiamo ancora il sudiciume in carrozza... » Dice torvo.
«Come scusa?» Interviene Amelia affrontandolo a tu per tu. «Sono una purosangue come te!»
«Eppure... l'odore del sangue sporco lo si può sentire da qui.»
A quell'insulto mi alzo anch'io. Lo afferro per il bavero e lo minaccio come mai avrei pensato di fare.
«Leva immediatamente le tue mani da questo completo di Nobility, Zabini. Devo forse ricordarti quanto sei più in basso?»
