"Ti ho cercata ancora una volta,
inutile negarlo.
E in mezzo alla gente
ho avuto l'ansia di incontrarti,
come la prima volta che ti ho vista.
E l'ultima volta che ti ho persa. "
Phyton Regius Serpeverde la figlia legittima di Salazar Serpeverde...
Non ci posso credere... Dico a me stesso mentre sprofondo nei ricordi che mi legano a Phyton.
Io mi fidavo di lei... Penso ancora guardando una delle nostre foto posizionata sul comodino.
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Non me lo sarei mai aspettato. La nostra relazione andava a gonfie vele o almeno era quello che credevo. Era tutto perfetto, lei era perfetta ma ovviamente avevo dimenticato con chi avessi a che fare.
I miei due amici, Alaine e Sam, hanno sempre avuto ragione su di lei avvertendomi più volte, della presenza ossessiva di Draco nella sua vita e di quanto Regius fosse ancora presa da lui, ma io, come uno stupido, ci ho voluto provare ugualmente, credendo di aver preso il suo posto, illudendomi fin a d'ora, di esserci riuscito e per quanto possa far male dirselo, se solo mi avesse reso consapevole della verità, forse adesso le cose sarebbero andate diversamente. Lei ha giocato con i miei sentimenti.
Ad un tratto, qualcuno interrompe le mie riflessioni, bussando alla porta.
«Ced...ehm...sono io, posso entrare?» Il suono della sua voce logora subito ogni mia emozione di disprezzo, come se il mio corpo non accettasse la sua lontananza. Ricordo però a me stesso ciò che stavo tentando di accettare e senza emettere alcun suono, decido di restarmene fermo, non volendo per alcuna ragione permetterle di parlarmi.
«Ced?» Mi chiama continuando a bussare incessante «Ced apri la porta, avanti, so che sei lì.»
Ma non rispondo.
«Ced ti prego, devi ascoltarmi. So cosa ti avranno detto Sam e Alaine, ma ricorda il tuo modo di andare sempre oltre le apparenze, quindi per favore sii coerente con te stesso, sii la persona che ho conosciuto un mese fa e dammi la possibilità di spiegarti.»
Ancora una volta non rispondo, più deciso di prima.
«Ced, diamine...non costringermi a forzare la porta!» Persiste. «Okay, va bene, va bene.» Ripete poi, avvertendo in me stesso la sensazione di aver già rotto un pezzo del nostro rapporto. «Rispetterò la tua decisione...ma ciò che diceva il pendente, non prometteva questo...» Ultima la sua frase traendo un lieve sospiro.
Quando sento quelle sue parole, una stretta al cuore, sovviene quasi improvvisamente, rammento il momento in cui le avevo comprato quel dono, che tanto avrei voluto esprimesse un per sempre e non appena sento i suoi passi allontanarsi decido istintivamente di compiere un gesto di cui tanto poi mi sarei pentito.
Apro rapidamente la porta con veemenza e una volta fuori dalla mia camera le grido: «Hai anche il coraggio di ricordare le parole del ciondolo Phy?»
Altri Tassorosso escono dalle loro camere, curiosi, affacciandosi all'uscio della porta Lei si ferma prima di impegnare la scala a chiocciola e lentamente volta il capo verso di me.
