"Ti ho cercata ancora una volta,
inutile negarlo.
E in mezzo alla gente
ho avuto l'ansia di incontrarti,
come la prima volta che ti ho vista.
E l'ultima volta che ti ho persa. "
Phyton Regius Serpeverde la figlia legittima di Salazar Serpeverde...
Siamo diventati così bravi a ignorarci e fingere che non ci sia stato nulla. Siamo diventati così bravi nel non guardarci neanche per un solo istante. Così bravi da fingere di non soffrirci più, così bravi ad accettare la strada di ognuno e così bravi e orgogliosi da non rivolgerci più la parola. Cosa stiamo stati esattamente Draco? C'è mai stato un noi...?
***
PHYTON's POV *il giorno della condanna*
«Vattene...non voglio più parlarti adesso.» Gli dico con risolutezza.
«Non sono qui per quell'uccellaccio.»
Lo guardo e gli dico: «Perché sei qui, allora? Se dovessero trovarti...»
«Cosa? Cosa mi farebbero?»
«Draco...cioè Malfoy...vattene, non voglio perdere altri punti e per giunta esser scoperti dai prefetti.»
«L'unico nostro problema, adesso, sarebbe solo esser scoperti da quell'oca della mia ombra.» Mi dice riferendosi a Pansy, sempre più convinto di se stesso.
«Vai via Malfoy. Davvero non sono più in vena di pregarti di lasciarlo vivere» Dico ormai rassegnata e sconcertata ancora della sua presenza e insistenza.
«Quando la finiremo con queste buone maniere?» Mi chiede mentre si avvicina sempre di più.
Indietreggio di qualche passo e gli rispondo con seccatura: «Quali buone maniere? Sparisci dalla mia vista.»
«Ora si che mi piaci... » Risponde subito dopo con bramosia, e aggiunge: «Ci siamo già respinti abbastanza Regius, non credi?»
«Tu mi hai respinta... »
«Lo so...ma vedi, adesso non posso più fare a meno di te. In questo momento, in questo preciso istante, io ho bisogno di te. Non riesco più a sopportare la necessità delle tue mani sul mio corpo, io ho bisogno del tuo respiro che si intrecci al mio, ho bisogno che la tua anima pura s'incontri con la mia. Ho bisogno di strapparti via quei vestiti e di assaporare ogni angolo del tuo corpo, ho bisogno che tu mi faccia sentire vivo e ho il costante bisogno di amarti. Ti desidero e non posso più frenare questa sete.» Mi dice con tono persuasivo e un po' costernato.
Sconvolta più che mai, non riesco più ad emettere neppure una singola parola. Mi guarda sempre più intensamente e non sono più in grado di nascondergli la mia assoluta timidezza.
«Io non... » Rispondo con voce scombussolata.
«Dimmi solo di si Regius, ti prego. Dimmi solo se lo vuoi.»
Sollevo il mio sguardo, precedentemente rivolto verso il basso per l'estremo imbarazzo, nel suo. I suoi occhi emanano fuoco e tentazione. Ma basta un solo attimo per fargli intendere ciò che voglio , e in men che non si dica si tuffa verso di me, cingendomi ai fianchi, e portandomi passo dopo passo verso il mio letto.
«Non sai da quanto aspettavo questo momento... » Sussurra subito dopo, baciandomi.
Le sue labbra... Le sue dannate e bellissime labbra sono così morbide e calde, così focose e così esperte che non mi lasciano quasi respirare.
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Le sue mani sul mio corpo è ciò che ho sperato e bramato, accadesse. Sanno muoversi e accarezzare ogni parte del mio corpo come se lo conoscessero da sempre. Si spoglia di ogni suo vestiario sbottonando velocemente il mio.
Mi stringe ancora a se baciandomi sempre più appassionatamente da non poter distaccarmi neanche per un solo attimo, e non che la cosa mi dispiaccia. Con forza poi preme proprio sulle mie cosce e mi solleva portandomi sul letto.
Ora capisco cosa per lui significasse intrecciare il suo respiro con il mio. Poiché i nostri adesso si fanno sempre più intensi e affannosi.
«Posso?» Dice poi con dolcezza. Quella dote che in lui non avevo mai visto finora.
Con un cenno del capo gli dico di sì. Lui passa una mano sotto l'elastico della mia gonna e da lì tutto diventa pura magia.
«Sei sicura?» Ancora una volta mi chiede il permesso. Nei suoi occhi leggo la preoccupazione che potrebbe farmi male. «Sicura.» lo tranquillo convinta.
E sicuro di se e temerario si prodiga in quel movimento e in quel ritmo che così tanto conosce bene e che mi fa inarcare sempre di più. «Se ti sto facendo male... » tenta di dire tra un gemito e l'altro «...fermami»
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«No.» gli dico incastrata in quel circolo vizioso. «Voglio che continui ancora e ancora.»
Il suo sorriso compiaciuto alle mie parole, lo fanno eccitare di più. Ora veemente e senza più autocontrollo, bacia ogni mia parte scoperta. Si mi è più veloce e mi guida in ogni suo cambio di posizione. E nel mentre mi sibila le parole più belle che lui mi avesse mai detto fino a quel momento "Non andartene mai Phyton." , "Sei mia." le nostre anime o quel che ancora poco rimane della mia si incontrano violentemente fondendosi l'una nell'altra.
Mi aggrappo alla sua schiena nel momento in cui il piacere esplode dentro di noi. «Ancora Draco.»
E poi... un silenzio complice pervade la stanza.
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