HARRY'S POV
Non chiusi più occhio quella notte, rimasi a bere seduto a terra ai piedi del mio letto, nella penombra e con in sottofondo il rumore della poggia che si schiantava violentemente contro la vetrata a ritmo dei battiti del mio cuore mentre la mano destra pulsava ininterrottamente per il dolore ; probabilmente l'avevo rotta colpendo il muro quando lei era andata via, e dovevo ingessarla. Tamburellai gli anelli contro il cristallo del bicchiere, reggendolo nella sinistra e fissando un punto qualunque sulla parete di fronte, sopraffatto dai pensieri che pesavano come macigni.
Ero distrutto.
Ero giunto a quello strano punto in cui avrei fatto di tutto pur di stare con lei, altrimenti sarei impazzito. Dolente com'ero, mi feci una doccia veloce e decisi di andare in ospedale dove dopo vari accertamenti ed un paio si lastre mi confermarono il fatto che avessi una leggera frattura in due ossa metacarpali . Con tanto di tutore, antidolorifici a portata di mano e stanco morto rientrai a casa nelle prime ore del mattino, con il pensiero di dare da mangiare al cane e di andare a sprofondare nel letto, ed invece, Lena sbucò cogliendomi impreparato.
Non avevo ancora pensato a come affrontarla, ma il modo migliore sarebbe stato quello di dirle di pancia tutto ciò che mi frullava in testa.«Ciao.» Rimase ferma allo stipite della porta conducente alla zona notte della casa ; aveva un'aria stanca, come se avesse pianto tutta la notte e nonostante ciò o nonostante sapessi bene che fossi io il motivo della sua angoscia , non riuscii a dispiacermi per lei tanto quanto avrei voluto o avrebbe come minimo meritato. «Sono venuta a vedere come stavi perché non rispondevi alle mie chiamate ed ero in pensiero.»
Annuii. Riuscii a fare solo quello anche perché la mia testa era da tutt'altra parte...pensava a quella stronza!
«Mio Dio....» esclamò preoccupata avvicinandosi, notando infine la mia mano «..che è successo? Stai bene?»
«Sì, non è niente.» Mormorai allontanandomi con la scusa di andare a dare da mangiare a Peppermint, ma lei mi aveva anticipato.
«Ci ho pensato io.» Disse. «E ho rimesso anche un po' a posto....» pronunciò quella frase con un non so che di malizioso, come a voler insinuare qualcosa «....la cucina, il pentolino con la cioccolata bruciata , i biscotti ed anche il tuo letto. Nostro.»
Mi sentii fissato, come se stesse aspettando una risposta da parte mia. «So che lei era qui.»«Se pensavi che avrei negato ti sbagli di grosso, e comunque, non è successo niente di ciò che tu pensi, Lena.» La rasserenai mettendole l'anima in pace e risparmiandomi un ulteriore mal di testa. Raggiunsi il frigo ed afferrai una bottiglietta d'acqua per poi ingoiare un paio di analgesici mentre mi scrutò con diligenza e a debita distanza.
«Tutto qui?»
Annuii. «Ero ubriaco e mi ha riaccompagnato a casa.»
«E ha anche avuto il tempo di entrare per prepararti la cioccolata calda?»
«No ,quella gliel'ho preparata io.» Esclamai sincero vedendo le sue sopracciglia sollevarsi con stupore , una via di mezzo tra sorpresa e delusa.
«Pensavo fossi così ubriaco da non riuscire a reggerti in piedi, ed invece, hai anche avuto tempo di preparare alla signorina la cioccolata calda.» Sputò per nulla felice. «Quanto sei tenero.»
Sospirai sonoramente trattenendomi dal mandarla a quel paese, così, riversai sulla mia lingua tutto lo stress che mi stava causando.
«Presley è libera di venire qui ogni volta che lo vorrà, e non sarai di certo tu ad impedirglielo.»«No, certo...» replicò «...d'altronde è tua sorella.»
Tesi la mascella così violentemente che ebbi il timore di essermi spaccato i denti, ma Lena non doveva sfiorare quel tasto dolente, consapevole del fatto che mi faceva male.

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Agrodolce - vol.3
FanfictionSequel di Agrodolce 1 e 2 «Ho amato come fin da subito l'angelo dentro di te si è preso cura del demone dentro di me.»