JAYDEN's POV
Me ne stavo fermo davanti al citofono da almeno cinque minuti, erano già passate le venti, ma proprio non mi riusciva di entrare in quella casa. Nonostante Byron mi ci avesse portato di proposito, avevo fatto di tutto pur di andarmene, ed invece, continuavo a ritornare lì speranzoso che la curiosità ed il coraggio mi spingessero ad aprire la porta. Sospirai guardandomi attorno ed avendo catturato accidentalmente qualche sguardo di troppo da parte di vicini. Nuovi , forse, dato che di quelli che ricordavo io non ne avevo riconosciuto nessuno. Quella era la prima volta che ritornavo lì da quando lei era morta. Deglutii percependo il freddo che penetrò ispido sul petto scoperto dal giubbotto indossato frettolosamente mentre uscivo quella mattina dall'ospedale e che non mi aiutava certo a né a concentrarmi e nemmeno a spingermi a compiere un'azione sensata, o forse la colpa era della breve chiacchierata con Byron, la quale mi aveva scombussolato non poco gli equilibri. A quel punto, se così fosse, eravamo tutti contro tutti e non potevo più fidarmi di niente e nessuno, se non di me stesso. L'importante, però, era andare a prendere Peps per portarla in un posto sicuro e lontano mentre Byron e Hawk risolvevano le loro questioni di vecchia ruggine in disparte , senza mettere in mezzo la ragazzina.
Riportai lo sguardo sul citofono dove c'era ancora il nostro cognome, Evans, leggibile, seppur le lettere fossero leggermente sbiadite. Mi chiesi perché avesse preferito dirmi che mio padre fosse morto piuttosto che rivelarmi che fosse Byron o piuttosto che darmi la possibilità di vivermelo come tutti gli altri ragazzini. Certo, mamma era una donna tutta d'un pezzo e davvero intelligente, il che mi spingeva fortemente a credere al fatto che avesse le sue buone ragioni per farlo, anche se sapeva perfettamente quanto soffrissi la sua assenza.
Ma quali erano le sue ragioni?
Tenermi al sicuro da lui? O, diversamente da quanto Byron affermasse, lei non voleva che io ci avessi a che fare?L'uomo aveva detto che avrei trovato lì dentro le risposte alle mie domande, no? Perciò, mi feci coraggio ed entrai nel piccolo porticato conducente alla porta d'entrata che dovetti forzare per poter entrare all'interno della villa.
Bene, percepii la maniglia cadere sulle piastrelle , così, aprii lentamente la porta venendo invaso da un forte odore di muffa.
Probabilmente, dopo la morte di mamma e dopo che io e lo zio ci trasferimmo negli States nessuno aveva più messo piede lì dentro.
Portai la mano sul muro, alla cieca, cercando l'interruttore della luce e parecchio sorpreso che non le avessero staccate. Ciò che vidi fu un'abitazione spoglia, fredda e con i mobili tutti coperti da lenzuola bianche ed impolverate.Sorrisi con malinconia guardandomi attorno e ritrovandomi in cucina mentre pensai che mia madre si reputasse una cuoca provetta e gli piaceva molto sperimentare nuove tecniche o cimentarsi in invenzioni di vari piatti mentre il poveretto che doveva farle da cavia ero io.
Le nostre foto, gli oggetti o anche cianfrusaglie futili come souvenir e calamite erano tutti scomparsi ; quella casa non aveva più il sapore di casa. Non era più calorosa come allora.
Mi incamminai velocemente al piano superiore beccandomi davanti al naso la mia vecchia stanza ; incuriosito, aprii lentamente la porta per constatare se cigolasse o meno, proprio come allora. Sorrisi riconoscendone all'istante lo stridulo fastidioso, anche se fischiettò molto meno di allora. I poster delle mie band preferite erano ancora appesi al muro e sopra quello che era il mio vecchio letto c'erano un mucchio di scatoloni posti uno sopra all'altro. Sazio di ricordi, mi allontanai incamminandomi verso quella che era la camera da letto di mia madre dove non appena varcai la soglia venni pervaso da un profumo tipico che riconobbi all'istante.
Era suo.
Ma com'era possibile? Dopo così tanto tempo?
Parve quasi di percepire la sua presenza lì ; come se fosse imprigionata tra quelle quattro mura, con il compito di mostrarmi qualcosa. Di aprirmi gli occhi o di indirizzarmi verso la strada giusta da scegliere.

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Agrodolce - vol.3
FanfictionSequel di Agrodolce 1 e 2 «Ho amato come fin da subito l'angelo dentro di te si è preso cura del demone dentro di me.»