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HARRY'S POV

«Devi capire che questa situazione non è affatto semplice per Lena, soprattutto ora che è agli inizi della gravidanza.» Esclamò Maria che assecondai annuendo e fissando il muro alle sue spalle, nonostante potesse benissimo capire il mio stato d'animo attraverso le mie espressioni facciali. «Con ciò non tolgo il fatto che questa cosa costi parecchio anche a te. Ora che Presley è qui, sei in uno stato confusionale e a mio avviso comprensibile, ma fino ad un certo punto! Harry, io sono madre e mi fa male il cuore vedere la mia bambina così.» Aggiunse mentre suo marito non sollevò gli occhi dalla tazzina di caffè e parve anche un po' strano a dirla tutta. «E mi fa male vedere anche te velato da tutta questa sofferenza e posto dinanzi a questo bivio, ma -...» Antonio si alzò, sbuffò e se ne andò interrompendo la moglie ed incuriosendo anche me. Non era solito a queste scene, ma lì sul momento non ci feci molto caso pensando che i due avessero probabilmente avuto una discussione o mi stesse detestando talmente tanto che perfino la mia presenza lo schifasse. Era più plausibile la seconda opzione.

«Maria....» sospirai afflitto «...sai il bene che provo nei vostri riguardi.»

«Anche noi ti vogliamo bene!»

«Lo so, ma non posso più continuare così.» Esclamai sincero tamburellando le dita sul bracciale della poltrona. «Cerca di capirmi, ti chiedo solo questo. Insomma, non vorresti vedere tua figlia felice con al fianco qualcuno che la ama davvero?»

«Ma lei ti ama.»

«Ma lui ama un'altra!» Ringhiò il marito sullo stipite della porta del salotto, spiazzando entrambi e non l'avevo mai visto così alterato. «Lui ama Peps, perché non vuoi accettarlo?» Gesticolò imbizzarrito e paonazzo in viso.

«Per l'amor di Dio, Antonio!» Sbottò la moglie scattando in piedi con aria minacciosa. «Innanzi tutto, abbassa la voce, e secondo, ti ricordo che Peps è sua sorella!» Parve quasi sottolineare quell'ultima parola mentre lui restò ammutolito per qualche attimo anche se in realtà sembrò quasi volersi ribellare. «Sono...fratelli, ed è peccato!» Insistette mentre preferii non proferire parola. Non ero lì per quello.

«E anche se fosse, chi siamo noi per giudicare?» Replicò lui, alzando i toni di nuovo. «Tu non hai mai peccato? Sei perfetta? No, perciò, lasciali fare ciò che meglio credono, Maria! Si è presentato qui da vero uomo per dirci che non vuole stare più con nostra figlia, bene, lo rispetto e per quanto mi faccia male né tu, né io e neppure Lena abbiamo il diritto di trattenerlo!»

Mi alzai in piedi. La conversazione era giunta a capolinea. «Bene, ciò che avevo da dirvi -...» tesi le labbra, quasi dispiaciuto anche se non era di certo un addio e se da una parte trovai un Antonio comprensivo, dall'altra parte Maria parve non voler mollare l'osso e mi accompagnò fino alla porta d'ingresso.

«Per favore, Harry, ripensaci!» Mi supplicò. «Lena ha appena scoperto di attendere un bambino. Tuo figlio!»

«Di cui mi occuperò.» La rasserenai.

«Non recarle questo dolore in questo momento così delicato. Stalle vicino almeno per ora, non ti costa poi così tanto.» Aggiunse. «Poi riparlatene con calma, ma ora come ora, cerca di starle accanto. Ti chiedo solamente questo. Se non per lei o quello che c'è stato tra di voi, fallo almeno per tuo figlio!»

Deglutii. Sapeva come centrare i miei punti deboli, giocandosi l'asso nella manica, ovvero, il bambino. Il pomeriggio seguente, dopo un bell'allenamento in palestra insieme ai ragazzi, decisi di comprarle un mazzo di fiori e di invitarla a cena. Amavo Presley più di ogni altra cosa al mondo e desideravo stare con lei Dio solo sapeva quanto, ma mi ero comportato in modo osceno con Lena e volevo rimediare. La sua lezione terminava alle diciotto, così, la aspettai in un piccolo bar nei pressi dell'università che frequentava. Sorrisi fissando a caso piccole mocciose di ogni età, con le braccia piene zeppe di libri, appunti e quant'altro, o con i capelli arruffati e per nulla in ordine, pensando a quanto la vita fosse stata spietata per Peps. Lei che aspettava con ansia l'inizio di quella nuova avventura che le avrebbe garantito un futuro che tanto bramava. Lei che si era fatta in quattro per raccogliere i soldi e pagarsi il corso. Lei che meritava più di chiunque altro stare lì a studiare e a divertirsi con i suoi coetanei, ed invece, era vittima di qualche strana organizzazione segreta che la costringeva a nascondersi da anni o a vivere nella paura.

Agrodolce - vol.3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora