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HARRY's POV

«Sanno già chi sia stato?» Chiesi catturando di proposito l'attenzione del proprietario del motel, dato che si fosse fissato a scrutare attentamente le breaking news sul suo mini televisore anni novanta all'interno della cabina vetrata , anziché sbrigarsi a consegnarmi le chiavi della stanza.

«Ah, sono tutte cazzate!» Brontolò. «Io lo dico sempre che da quando le redini di questo paese sono state messe in mano a Boris Johnson stiamo andando alla deriva. Dai, ma li senti?» Indicò il mini schermo quasi volendo scoppiare a ridere riguardo la faccenda di Peps, e magari la pensassero tutti come lui. «Assurdo! Con tutti i problemi che abbiamo questi dedicano tutto il giorno a servizi inutili.»

Annuii, ma non fiatai.

«Tieni.»

«Grazie...» dissi «...qui non avete un parcheggio coperto?»

«No, ma la puoi mettere sul retro. Solo che lì non ci sono videocamere di sorveglianza, perciò se te la fregano sono affari tuoi.»

«Perfetto.» Poco importava. Mi accesi una sigaretta prima di salutarlo per dirigermi nell'edificio adiacente e dopo essermi assicurato che non ci fosse nessuno nei paraggi feci cenno a Peps affinché scendesse dall'auto.
«Vai in camera, ti raggiungo tra poco.» Le lasciai in mano la chiave mentre nascose il viso nel cappuccio. «Vado a parcheggiare l'auto qui dietro. Non ci metto molto!»

«Okay.» Annuì allontanandosi velocemente nella direzione delle scale mentre la seguii attentamente con lo sguardo fino a che entrò dentro. Spensi la sigaretta e salì nel mio veicolo per poi metterlo velocemente in moto e dirigermi sul retro dell'edificio, dove lo nascosi vicino ad un'altalena e tra un paio di vecchi camper a cui avevano rubato le ruote. Scesi, ricordandomi di avere nel bagagliaio un telaio con il quale mi affrettai a ricoprirla, ma appena mi incamminai ricevetti un messaggio sul telefono da parte di un numero che all'apparenza parve criptato. Merda...ma come ero stato così idiota da tenerlo acceso? Quel tarlo si insinuò all'improvviso nella mia testa, mentre sperai che non l'avessero ancora messo sotto controllo o sarebbero giunti a noi in pochissimo tempo.

"Sono C.P.... rispondi e non fiatare. Abbiamo a disposizione solo sessanta secondi prima che la telefonata venga intercettata da qualche cella telefonica o tu venga direttamente geolocalizzato , dopodiché dovrai rompere la sim e distruggere il tuo cellulare."

C.P? Christopher Perks?...Il tizio di ieri notte?

Deglutii sul posto attendendo che l'aggeggio squillasse e potessi parlarci senza che Presley se ne accorgesse. Tesi la mandibola sentendolo vibrare nella mia mano, così, proprio come lui ordinò accettai la chiamata proveniente da un numero che parve internazionale e portai l'aggeggio all'orecchio per sentire cos'avesse da dirmi.

"Sei solo?"

"."

"Bene." Mormorò. "Ora presta molta attenzione a ciò che ti dico, anche perché non abbiamo molto tempo a disposizione."
E pensare che io dovevo fidarmi ciecamente di lui...

***

Finalmente, dopo tanta insistenza da parte mia si addormentò con la guancia appoggiata sul mio bicipite, rivolta verso me. In testa aveva ancora il cappuccio della sua felpa che però non le abbassai timoroso che potessi in qualche modo svegliarla. Aveva un estremo bisogno di riposare e fu ciò che la costrinsi a fare, anche se non fu un compito arduo dato che era stremata da tutta quella situazione. Per un po' le tenni la mente occupata con le mie strambe fantasticherie riguardo al nostro futuro, ricordandole anche i sogni che spesso e volentieri ci confidavamo sussurrando al buio ogni volta , dopo aver fatto l'amore insieme.
Era facile farla sognare ad occhi aperti. Bastava così poco. Ora però dormiva, e mi si stringeva il petto non sapendo quale brutto scherzo la sua mente potesse farle. Così , continuai a bisbigliarle cosicché potesse percepire il calore della mia voce anche laddove si sentiva più sola ed indifesa.
Presley era forte. Fortissima...ma era stanca.

Agrodolce - vol.3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora