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PRESLEY'S POV

«Posso aiutarti?» Le sorrisi, vedendola alle prese con la preparazione di qualche antipasto.

«L'unico aiuto che accetterei da parte tua-...» incalzò a bassa voce lanciandomi un'occhiata piena zeppa di odio «-...è che tu lo convinca a fare la cosa giusta.» Concluse allungandomi la teglia del pasticcio di radicchio appena sfornato. «Tu non hai idea di quanto io lo ami, Presley. Non saresti nemmeno capace di riuscire ad amarlo come faccio io dalla prima volta che l'ho visto, in Toscana.» Deglutii dispiaciuta notando i suoi occhi verdi gonfiarsi di lacrime. «Ma se davvero tieni a lui, allora fai in modo che ti stia alla larga...» si inumidì le sue labbra «...anche perché ti ricordo che noi aspettiamo un bambino!» Quasi mi rimproverò, facendomi passare per la cattiva della situazione. «Non voglio che mio figlio cresca senza padre per via di una relazione che non avrà mai futuro. Tu vuoi questo? Sei così perfida da desiderare che questo acceda? Dimmelo!»

«N-no, certo che no.»

«Bene. Anche perché non ci penserei minimamente a rovinarti la vita, credimi.» Mi raggelò con quelle parole, soprattutto quando prese il coltello in mano e mi scrutò con gli occhi di una pazza. «Dirò a tutti che sei viva e tu non vuoi questo, vero?...Sì, farò proprio così! Inizierò col chiamare Chloe domattina, poi Nathan e chiunque altro ti conosca!»

Questa era davvero matta! «Lena, che assurdità vai dicendo? Se tu racconti di me a qualcuno...» sbottai  a bassa voce rendendola cosciente di quanti guai ci avrebbe causato «...quelli che mi cercano, oltre a fare del male a me, potrebbero farne anche a voi!»

«E allora dovevi starci alla larga perché sei pericolosa!» Sbraitò a pochi centimetri dalla mia faccia sbattendo l'utensile sul marmo del piano cucina. «Tutto ciò che ci sta accadendo ultimamente è soltanto colpa tua!» Portò via la teglia e mi sorpassò per dirigersi dai ragazzi.

***

L'atmosfera si appesantì ulteriormente, Jay lo vidi costantemente a disagio e le occhiatacce continue o le battutine di Harry scaturivano gelosia a Lena.
Lena.
Lena che fissai in diverse occasioni domandandomi quante cose, in realtà sapesse sul suo conto. Quante? Lei che affermava di amarlo più di quanto io potessi fare o immaginare, conosceva i suoi più nascosti timori? Sapeva quanto lui amasse fare lunghi viaggi in macchina la notte tardi, solo per svagare la mente? Era al cosciente del fatto che i fari ed il mare gli ricordavano casa? O che non faceva mai colazione la domenica?
Diedi forfait, ma non perché avessi smesso di amare Harry, anzi, lo amavo così instancabilmente che per risparmiare la vita a tutti mi sarei messa da parte una volta per tutte. Seriamente, senza farmi più tentare.

Inutile appuntare che la cena fu un disastro totale anche se più cercavamo di andarcene e più il riccio insisteva affinché restassimo. I ragazzi scolarono un paio di bottiglie tra un punzecchiarsi e l'altro, mentre la futura mammina ci raccontò in modo grottesco come lei e Harry si erano innamorati. Ero stanca e talmente sovraccarica di emozioni di vario tipo che sarei scoppiata a piangere da un attimo all'altro, perciò, per gran parte della serata non presi parte alle varie conversazioni.
Anzi, non presi parte proprio ad un bel niente.

«Non fa male bere il vino durante la gravidanza?» Esclamò Jay dal nulla mentre sia io che il riccio portammo immediatamente gli occhi sulla ragazza intenta a riempirsi un bicchiere.

«Oh, che sbadata!» Scosse la testa. «Dimentico sempre che sono incinta.» Il suo sorriso lasciò spazio ad un'espressione colma di rammarico, eppure, sarebbe dovuta essere la donna più felice del mondo e se non lo era, la causa ce l'avevo proprio davanti agli occhi. «Guai a nominare quella parola.» Aggiunse ironica facendomi pena mentre strozzai Harry con un'occhiataccia che si sarebbe ricordato a vita.

Agrodolce - vol.3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora