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PRESLEY'S POV

Non vidi Harry per parecchi giorni, forse una decina. Un po' per concedergli il tempo necessario per elaborare la cosa ed un po' perché ero ...terrorizzata. La sua relazione con Lena dava un po' quel retrogusto amaro a tutta la faccenda, un po' come se lo avessi perso un'ennesima volta anche se la sua mancanza si fece sentire particolarmente tanto un pomeriggio, così, approfittando del fatto che Jay avesse a che fare con una certa Nora ed un certo Lincoln, decisi di salire in taxi e di presentarmi a casa sua anche se mi sarei, come minimo, prima assicurata che Lena non fosse lì.

Attesi fuori, al freddo, finché lo vidi uscire in giardino a fumare una sigaretta mentre il cane che sbucò alle sue spalle, fiutò immediatamente il mio odore ed incominciò ad abbaiare dirigendosi verso me.

«Pepper!» Lo rimproverò lui inspirando del fumo come un Dio greco. «Che cazzo ti prende, coglione!»

«Harry.» Sussurrai mentre si guardò attorno, rendendosi infine conto che fossi seduta sul muretto che divideva casa sua dal garage della villa in vendita che aveva accanto. Un sorriso nacque sul mio viso nel momento esatto in cui mi notò ; gettò a terra la sigaretta appena accesa e corse immediatamente ad afferrarmi, nonostante il salto che avrei dovuto compiere non fosse molto grande. Avvolse le sue braccia attorno mia vita mentre ressi gran parte del peso appoggiandomi sulle sue spalle. «Grazie.» Mormorai pensando di toccare il suolo, ed invece mi intrappolò contro il suo petto e mi strinse così intensamente e così a lungo che mi parve quasi che non ci fossimo mai allontanati negli ultimi due anni.

«Ho sofferto così tanto, Peps! Sono stato così male senza di te....» bisbigliò premendo il suo viso  contro il mio collo ed accarezzando su e giù la mia nuca per un'infinità di tempo «....mi sei mancata da morire. Mi sei mancata, cazzo!...» sospirò cercando di regolarizzare il suo fiato «....Ti giuro su Dio che non ho mai smesso di pensare a te, mai!» Mi annusò con avidità incontrollabile mentre mi ressi forte a lui, non potendo fare altrimenti. Non volendo farlo, in realtà.

«Anche tu mi sei mancato tantissimo. Non riusciresti nemmeno ad immaginare quanto io abbia aspettato questo momento!» Esclamai sentendo le nostre carni fondersi fino a diventare un'unica cosa, proprio come ai vecchi tempi. «Qualche settimana dopo la mia scomparsa sono venuta a Long Island ma tu eri scappato via e avevi messo la casa in vendita ed io ero così terrorizzata dall'idea che qualcuno ti avesse fatto del male...-» trattenni a stento le lacrime, incapace di continuare la frase ma lui comprese ed accentuò l'abbraccio.

«Ora sei qui ed è ciò che conta...» schioccò un lungo bacio sulla mia guancia prima di farmi scendere «...niente ci dividerà più!»

Deglutii. Lui non capiva, ma glielo lasciai credere vedendolo terribilmente felice della mia presenza. Mi implorò affinché lo seguissi all'interno dell'abitazione nonostante rifiutai più volte dato che mi parve quasi di violare quella che ormai era diventata l'intimità sua e di Lena.
Insistette, e quando lo faceva, diventava una spina nel fianco.

«Accomodati, ti preparò del té o del caffè? Hai fame?»

«Quello che vuoi...» mormorai imbarazzata guardandomi attorno e scoprendo che non ci fosse nulla che confermasse la loro relazione anche se Harry era un tipo molto discreto per quanto riguardava le faccende appartenenti alla sfera privata «...ma non rimarrò molto!» Qualcosa però, colpì la mia attenzione ; una foto incorniciata da legno bianco, posata su un mobile accanto alla poltrona a cui la scorsa volta non avevo fatto caso. Eravamo io e lui ed era la prima fotografia che avevamo scattato al faro di Montauk. La prima, insieme. Stava già sorridendo quando mi voltai a guardarlo, resosene probabilmente conto.

«Mi piace quella foto.»

«Già, anche a me.» Replicai raggiungendolo ed accomodandomi davanti ad un piattino di biscotti al cioccolato che mi porse, mentre nel frattempo si impegnò a preparare del caffè, quasi cercando volutamente di allungare la mia permanenza. Ne approfittai e gli raccontai in modo discreto quella che era stata la mia vita negli ultimi due anni e nonostante sorvolai parecchio, mi ascoltò prestandomi la sua più totale attenzione.

Agrodolce - vol.3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora