PRESLEY'S POV
Sorseggiai del caffè al quale avevo aggiunto una goccia di latte, fissando il magnifico mare di Tampa. Ci eravamo trasferiti in diverse località ogni sei mesi onde evitare di destare sospetti o di creare legami con vicini e persone del posto. Prima Ocean City, poi Atlanta in Georgia, Montgomery in Alabama ed infine Tampa, Florida. Ricevevamo ordini tramite email in codice ed al nostro arrivo nel punto prestabilito, trovavamo tutto il necessario tra cui chiavi, auto, soldi ed armi. Nessuno doveva sapere chi fossimo, da dove venissimo o che cosa facessimo, ma sperai sul serio che dopo quel paradiso terrestre dove avevamo trascorso gli ultimi mesi, Blake, non ci mandasse da nessun'altra parte.
Udii la porta della veranda alle mie spalle aprirsi e poco dopo riconobbi il rumore dei suoi passi.«Ciao, dolcezza!»
Non mi voltai nemmeno a guardarlo certa che si sarebbe avvicinato e avrebbe dato un morso al toast alla marmellata che reggevo nella mano. E così fu, ma solo dopo avermi prima stampato un bacio sulla testa. Lo fissai prendere posto dinanzi a me mentre mi fece l'occhiolino facendo il buffone.
«Guarda che puoi portare la tua donna qui, senza sgattaiolarle via dal suo letto ogni mattina per ritornare a casa.» Mormorai stuzzicandolo e versandogli del caffè. «A me non da' affatto fastidio e lo sai.»
«Preferisco non farlo.»
«E perché scusa?» Portai alla bocca il mio bicchiere colmo di succo d'arancia, fissando il ragazzo nell'attesa che spegnesse quella mia curiosità.
«Perché tu non trombi mai.»
Sputai la bevanda, soffocando tra colpi di tosse, mentre lui incominciò a ridere a crepapelle non smettendola più. «Delicato come sempre tu, eh?» Pulii con un tovagliolo tutto il trambusto che combinai, prima di gettarglielo addosso, colpendolo in piena faccia. «E poi, tu che ne sai della mia vita sessuale?...Eh?»
Mi scrutò impietosito rigettandomi il tovagliolo inzuppato di succo d'arancia. «Ti ricordo che viviamo insieme da due anni.» Rispose. «Cazzo, già due anni? Caspita, come vola il tempo!»
Come non dargli ragione.
«Senti, dì piuttosto che non vuoi impegnarti con queste tizie affinché non ti rompano le scatole, ma non usare me come scusa!» Lo minacciai scherzosamente mentre si allungò e portò via ciò che rimase del mio toast ricoperto di marmellata.
«Non le porto in casa per il semplice motivo che voglio tutelarti.»
«Wow, vacci piano, così mi lusinghi!»
«Primo, non voglio dare spiegazioni riguardo al perché vivo con te o quale legame ci leghi.» Masticò rumorosamente di proposito fissandomi negli occhi come se mi stesse sfidando anche se mantenni la calma e non cedetti alle sue infantili provocazioni. «Secondo, ti rispetto troppo.»
«Ti rispetto troppo....ma fammi il piacere!» Imitai la sua espressione facciale.
Scrollò le spalle fregandosene. «Io dico che è così, tu se vuoi puoi anche non crederci. Questa è casa nostra ed io non porterei mai qui una qualunque, soprattutto se l'ho conosciuta tre minuti prima. E poi non mi va di scopare mentre ci sei tu fuori dalla stanza ad origliare perché sei in astinenza da almeno due secoli.» Ed ecco il solito burlone. Mi fece l'occhiolino volendo innervosirmi a tutti i costi. Ma ce l'aveva con me?
«Non sei affatto spiritoso.» Deglutii amareggiata.
«Sì che lo sono!»
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Agrodolce - vol.3
FanfictionSequel di Agrodolce 1 e 2 «Ho amato come fin da subito l'angelo dentro di te si è preso cura del demone dentro di me.»