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HARRY'S POV

Erano giorni che Presley non si faceva viva. Giorni che avevo trascorso affacciato ad ogni finestra di casa speranzoso che sbucasse da qualche parte nel mio giardino. Giorni in cui l'ansia e la preoccupazione che le potesse essere successo qualcosa mi stavano divorando vivo , sfinendomi. Giorni in cui mi ero pentito di non averla seguita quella sera.

«Ecco qui, amore.»

Lena stampò un bacio sulla mia fronte mentre mi porse sul banco dell'isola della cucina, dinanzi agli occhi, un piatto di pancakes profumati ed appena preparati ma per quanto sembrarono squisiti ed invitanti il mio stomaco era chiuso e la testa da...

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Lena stampò un bacio sulla mia fronte mentre mi porse sul banco dell'isola della cucina, dinanzi agli occhi, un piatto di pancakes profumati ed appena preparati ma per quanto sembrarono squisiti ed invitanti il mio stomaco era chiuso e la testa da tutt'altra parte e mangiare era l'ultimo dei miei pensieri.

La ragazza prese posto di fronte a me e sorrise amorevolmente prima di afferrare il bicchiere con la sua solita spremuta d'arancia mentre sbuffai afflitto, come un'anima in pena che girovagava nel suo corpo in cerca di un po' di sollievo. Aveva trascorso la notte da me, ma non ci avevo fatto niente, con la scusa che ero stanco e volevo riposare. Balle! La scusa era alta un metro e sessanta ed aveva capelli castani e occhi neri....la fissai a vuoto quando iniziò a parlare del più e del meno, dei suoi genitori, dei suoi corsi di studio e dell'aumento che le avrebbero dato al supermercato dove lavorava per ricoprire le sue spese e anche se non presi parte alla conversazione le sorrisi di tanto in tanto fingendo interesse.
Lena mi piaceva, era una ragazza in gamba e con la testa sulle spalle, ma non ero innamorato di lei e questo lo sapeva. Circa nove mesi prima mi capitò di incontrare per caso suo padre Antonio ; dopo la tragica morte di Deva, lui sua moglie Maria e Lena si erano trasferiti in periferia di Londra dove la ragazza aveva intrapreso gli studi per diventare assistente sociale. Qualche volta fui invitato a casa loro, accolto come un figlio, finché una sera mentre io e Antonio stavamo bevendo del dolcissimo Burbon con note di vaniglia, lui espresse il desiderio che tanto lo avrebbe rallegrato ; incominciare a frequentare sua figlia con la speranza che le cose potessero funzionare per entrambi. Mi disse anche che mi considerava come un figlio e che sia lui che Maria mi volevano bene e pensavano fossi il miglior partito per la ragazza, e che era anche giunto il momento che voltassi pagina e che mi rifacessi finalmente una vita. Accettai, ma non per pietà o noia. Accettai speranzoso di riuscire a provare di nuovo ciò che Presley fosse riuscita a smuovere in me e di permettere ad un altro essere umano di colmare quei vuoti che lei mi aveva procurato.
Le cose accaddero lentamente con lei dato che non ebbi alcun colpo di fulmine o attrazione fatale, nonostante la conoscessi da anni, anche se in compenso, c'erano lati del suo carattere che mi piacevano sul serio.

Balle, di nuovo....ero diventato un cazzo di ipocrita, proprio come affermava Kendrick, un mio amico di vecchia data con il quale avevo ripreso i contatti una volta ritornato nel Regno Unito. Lui adorava Lena ma per qualche strano motivo era certo che cercassi in lei spunti di ....Peps. Nessuno avrebbe mai potuto prendere il posto di Peps , nonostante ci avessi provato più volte e le avessi permesso di raggiungere parti di me dove mi sentivo estremamente vulnerabile. Lena era una donna fantastica, ma aveva un solo punto debole.
Non era Peps.

Agrodolce - vol.3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora