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JAYDEN's POV

Dopo averlo intravisto da lontano ed essermi assicurato che non ci fosse nessuno nei paraggi, salii nel veicolo parcheggiato nei pressi della superstrada, in periferia di Margate, dove mi attendeva un uomo che combaciava esattamente con la descrizione che avevo ricevuto da Richard Murphy, sottosegretario della CIA britannica. Finalmente, per la prima volta sentivo di essere vicino alla pista.

«Sei armato?» Chiese fissando i tergicristalli che spazzavano via la pioggia con un suono assordante mentre il suo veicolo puzzava talmente tanto di tabacco ed alcool che mi diede il voltastomaco.

«Ovviamente, Meguire.» Replicai con nonchalance. Cosa pensava? Che mi sarei presentato lì con le mani in tasca?

«Scommetto che hai piazzato anche i tuoi uomini ovunque, pronti a prendere la mira.»

«Scommessa vinta.»
Bluffai. In realtà ero da solo. Nora e Lincoln non erano al corrente di quell'incontro.

«Ah, Jayden....» ridacchiò «...sei proprio come tuo padre. Astuto e sfiduciato, però, diversamente da lui tu devi imparare a mentire un po' meglio.»

Non sbattei ciglio nonostante quell'affermazione mi scombussolò e per gran parte del tempo mi fece morire dalla voglia di domandare se sapesse qualcosa riguardo a lui, mio padre.
Forse bluffava. Anzi, certamente..

«Dimmi perché sono qui.»

Si voltò finalmente a guardarmi mentre per quanto mi sforzai, non ricordavo di averlo mai incontrato prima di allora. «Sei impaziente?» Domandò accendendosi una sigaretta. «Cazzo, Blake vi tiene proprio al guinzaglio, eh?»
Conosceva anche Blake. Bene, ci mancava solo che nominasse Hawk o Presley ed il cerchio era al completo.
«Josie...»

Josie? Mia madre Josephine? Corrugai la fronte non aspettandomi affatto che lui la conoscesse, ed invece era così. «Josephine.» Lo corressi. «Si faceva chiamare Josie solo da parenti ed amici stretti!»

Ghignò dandomi l'impressione che la sapesse lunga riguardo a qualche losca faccenda di cui ero totalmente all'oscuro.

«Lo so, ma per noi era semplicemente Josie.» Mormorò con un non so che di strano anche se dalle espressioni facciali o dal linguaggio del suo corpo, mi sembrò essere sincero. Oppure, era solo bravo a mentire e tutti quelli che lavoravano in quell'ambiente erano maestri in fatto di menzogne. Deglutii, volendo ad ogni costo sapere altro. «Posso continuare, oppure avrai intenzione di interrompermi ad ogni cazzo di parola?» Chiese rinfacciandomi il fatto che gli stessi facendo perdere le staffe e che moriva dalla voglia di consegnarmi quelle informazioni, anche se dal suo aspetto trasandato, mi chiesi cosa mai potesse legare me con quel pazzoide ubriacone. Perché Murphy mi aveva mandato da lui?

«Prego.»

Espirò del fumo fissandomi diritto negli occhi e riconobbi quello sguardo. Ora era lui che stava studiando me per capire quali fossero le mie intenzioni. «Che cosa ti viene in mente se ti dico Hawk Styles e Byron Ledger?» Mantenne ancora lo sguardo puntato sulla mia faccia.

«Ho sentito gran belle cose sul primo...» esclamai sincero cosicché potesse leggermi mentre trattenne a stento una risata ironica «...mentre sul secondo-..» tesi le labbra e scrollai le spalle non avendo molte informazioni a riguardo «..- dicono che abbia combinato non pochi guai alla Mi6 e che ora sia diventato direttore dell'Agenzia.»

«E chi lo dice? Blake?» Sogghignò. «Byron e Hawk, due pezzi grossi del governo britannico. Due leader...» spense la sigaretta e la gettò dal finestrino «...e due gran figli di puttana! Hanno fatto la storia dei servizi segreti britannici , insieme erano invincibili.» Lo ascoltai attentamente. «Finché quel figlio di puttana di Hawk, ci tradì.»

Agrodolce - vol.3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora