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PRESLEY'S POV

«Non ci credo!» Sbottai con la testa tra le mani mentre Jay mi incitò per l'ennesima volta ad abbassare i piedi, dato che detestava il fatto che li poggiassi sul cruscotto. «Perché hai accettato l'invito di Lena?» Chiesi irrequieta levandomi la cintura di sicurezza per poi scendere non appena parcheggiò nei pressi di un piccolo bar.

«È stata gentile.» Scrollò le spalle. «E poi, che potevo fare? Eri lì dentro da un'ora. Per un attimo ho temuto te la fossi svignata.» Chiuse l'auto e mi raggiunse verso l'entrata. Dopodiché, ci accomodammo sugli sgabelli, al bancone.

«È sicuro qui?» Sollevai gli occhi controllando che non ci fossero videocamere di sicurezza, finché ci pensò lui a rasserenarmi.

«Sì, stai tranquilla. Che prendi?»

«Una Sprite.»

Assottigliò lo sguardo, esterrefatto. «Una Sprite?»

Annuii vedendolo scuotere la testa divertito, pensando probabilmente che fossi una sfigata.

«Non serviamo Sprite qui, dolcezza.» Disse il giovane bartender che parve fosse uscito dal cassonetto dell'immondizia mentre il mio amico ordinò del Whiskey.

«Allora prendo dell'acqua.»

«Oh, ma dai!» Mormorò Jay dandomi della dilettante mentre fissai la parete degli alcolici con estrema malinconia finché anche lui se ne accorse. «Ora che ci penso, quella volta a Long Island, quando sono andato a cercare tuo fratello ho visto dove hai lavorato. Gran bel posto, nulla a che vedere con questa baracca.» Incalzò mentre afferrai la bottiglia di acqua che il ragazzo mi allungò.

«Ci stavo pensando giusto ora.» Mormorai sorseggiandone un po', finché lui disse qualcosa che mi fece pensare.

«Aveva una casa pazzesca lì, un locale a dir poco da sballo, degli amici che gli volevano bene...» si inumidì le labbra afferrando il bicchiere con l'alcolico «...che diavolo è venuto a fare qui?»

Già. Non glielo avevo mai domandato, e per giunta, non avevo neppure mai chiesto del perché Santi non sapesse nemmeno dove Styles si trovasse. Perché?

«Sono anni che cerco di capirlo ma lui è fatto così.» Lo giustificai pensando a quanto fosse meravigliosamente bizzarro in ogni sua sfaccettatura.

«Era con te là dentro, vero?» Chiese d'un tratto mentre feci un giramento di collo improvviso ed il cuore mi salì in gola per via delle palpitazioni scaturite da quella domanda, che in realtà parve più un'affermazione. «Lena lo stava cercando quando sono uscito dalla casa degli orrori. Mi sono imbattuto in lei per sbaglio e-....»

E non ascoltai una beata minchia di ciò che raccontò dato che le immagini delle mani di Harry che perlustrarono tutto il mio corpo, la sua bocca che mi baciava ovunque e la sua lingua che accarezzava la mia pelle bruciandone ogni strato si fecero spazio nella mia mente annebbiandola , anche se non era affatto il momento. Strinsi le gambe, gli portai via il bicchiere e mandai giù il Whiskey mentre mi fissò incredulo.

«Era mio quello!»

«Ah, che schifo....» borbottai disgustata sentendo il naso pizzicare e la gola andare a fuoco «...ne prendo un altro!»

«Sicura? Che ti prende?»

«Devo assolutamente dimenticare.» Sospirai maledicendomi mentalmente mentre si limitò ad ordinare altri due bicchieri, che poi divennero quattro, otto e boh...persi il conto e la lucidità dopo il quinto, ma ero entrata in uno strano stato di euforia che stranamente mi rilassò i muscoli e mi liberò la testa. Inoltre, ero con Jayden, e con lui riuscivo a divertirmi sempre e a non pensare a niente.
«Credo di essere ubriaca.» Abbassai il finestrino e lasciai che la mia testa penzolasse affinché prendesse un po' d'aria mentre il vento mi scompigliò i capelli. «Hey!» Rimproverai il mio amico quando la mia guancia sbatté contro la carrozzeria del veicolo un paio di volte perché lui si divertiva a prendere in pieno le buche sull'asfalto.

Agrodolce - vol.3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora