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JAYDEN's POV

«Lei dov'è?» Sbottò un tizio. Uno di loro, mentre schiusi adagio gli occhi, notando che nei suoi c'era ancora rabbia ed impazienza, ma anche timore. Paura che quel file potesse distruggerli tutti quanti, dal primo all'ultimo.

La mia risposta fu un'ennesimo sussurro, seppur deciso. «Non lo so!»
Mi avevano riempito talmente tanto di botte che non riuscivo più a muovere la mandibola. Erano in tre, tutti della CIA, proprio come mi aveva rivelato Hawk appena prima che mi prendessero. Uno di loro, quello più anziano e preoccupato, sganciò la lama di un coltello e ne premette la punta sulla mia guancia indolenzita per i pugni che aveva attutito. Ero legato e nella stanza notai ci fossero non una, ma ben due videocamere. Mi stavano registrando e qualcuno stava assistendo allo spettacolo.

«Ultima possibilità. Dimmi dove cazzo si trova quella ragazza, Jayden!» Ordinò mentre non ebbi alcun dubbio sulle sue imminenti intenzioni. «È necessario per la sicurezza della nostra nazione. Mi serve quel file.»

«Non ho mai visto nulla di simile. Nemmeno lei sa dell'esistenza di questo file di cui parli. Non so di cosa tu stia parlando!» Ribadii fermamente .

La CIA era spietata e non ci avrebbe pensato neppure un secondo a farti fuori ; nel mio caso, lo avrebbero fatto ugualmente. Sia che avessi consegnato a loro Presley, che non. Lo fissai senza scompormi, nonostante mi si piazzò alle spalle, scivolando la punta dell'arma sulla pelle della mia mandibola per poi raggiungere la mia gola ricoperta da sangue e sudore.
Deglutii, percependo quanto fosse affilato.
«Lo sa, lo sa...e lo sai anche tu! Diccelo e basta...» mormorò «...sei preoccupato per lei? Non le faremo niente. Promesso!»

«Per quanto mi riguarda, puoi farle ciò che vuoi...» esclamai mentre uno spilungone in giacca e cravatta, il suo collega, mi colpì forte in volto con un pugno. Mi contorsi dal dolore, ma non fiatai e non gli diedi alcuna soddisfazione «....io ho chiuso con lei! Ho chiuso con Hawk ed i suoi sporchi giochetti...» sputai tutto d'un fiato, dopo un paio di colpi di tosse.  Si lanciarono qualche occhiata spaesata, non aspettandosi affatto quelle affermazioni da parte mia. «Per quanto tempo hai intenzione di torturarmi ancora?»

«Fino a che avrò le mie risposte!»

«Ma ti ho già detto tutto ciò che so.»

«Mi stai prendendo per il culo?» Sbatté forte il palmo della sua mano sulla vecchia scrivania di legno dinanzi a me. «Guarda che ci metto un minuto a sgozzarti come un maiale, Jayden!»

Sollevai il viso lentamente. «Fallo.»
Gironzolò per la stanza, incazzato, risucchiando ardentemente aria tra i denti mentre gli altri due assistettero alla scena. Poi si fermò a guardare una delle telecamere per qualche istante, ed infine, ordinò con un cenno di tesa al spilungone di dirigersi verso l'ingresso della stanza. Nel contempo, tentai di slegarmi dalle manette e di riprendere un po' di fiato.

«Vai a prendere il necessario.»

Nessuno fiatò. Non udii nemmeno una voce provenire dal corridoio.  Solo un filo d'aria fredda che parve tenermi sveglio. Il tizio, incrociò le braccia al petto, e mi scrutò in silenzio per qualche minuto. Forse secondo, anche se ero talmente stordito che quel lasso di tempo parve interminabile.

«Sai, non ti facevo così stupido...» incalzò mentre mantenni lo sguardo fisso sul tavolo «...questa ragazzina vale così tanto per te? Insomma, sei disposto a morire per lei? Guarda che ti accontento immediatamente...» appoggiò le sue mani sul piano liscio e polveroso del tavolo, dinanzi a me «...anche perché i miei uomini la troveranno ugualmente e tu non potrai più fare niente per salvarla, Jayden. E poi, indovina! Le staccherò le dita una ad una fino a che, tra lancinanti grida, mi implorerà di ucciderla.»

Agrodolce - vol.3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora