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PRESLEY's POV

"La morte [è] il più atroce ... di tutti i mali" diceva Epicuro. Solo pace profonda... quello che invece non stavo provando io. Mi sentivo appesa ad un filo ma era come se ci fosse un'aura pronta a non lasciarmi precipitare giù, verso il mare in burrasca che non aspettava altro che risucchiarmi per sempre. Ricordo che in quegli attimi pensai molto al cielo in sé e per sé. Amavo il cielo e quel giorno, nonostante non fosse sereno, era pur sempre bellissimo. Ecco, all'improvviso quel cielo mi avvolse nel suo calore sollevandomi verso l'alto mentre quell'angoscia e quel confusionale senso di catastrofe imminente, ineluttabile, di morte, scomparvero lentamente sciogliendomi i muscoli. Mi fidai e mi lasciai sopraffare dalle sensazioni domandandomi che cosa sarebbe davvero rimasto di me dopo la morte? Forse niente. Forse tutto. Forse non sarei stata più nulla, proprio come prima che nascessi o forse sarei vissuta attraverso gli occhi ed i gesti di chi mi aveva conosciuta e amata...quei pochi.
Forse avrei rivisto mamma.
L'avrei stretta a me per la prima volta.
Non seppi rispondermi nonostante la mia testa girovagasse un po' ovunque e ritornasse sempre a quel quesito.



HARRY's POV

Entrai deciso, senza bussare o domandare se ci fosse qualcuno in casa, nonostante fossi in preda al terrore.  La vista di una scarpa familiare e piccoli frammenti di vetro sparsi sul pavimento rischiarono di farmi svenire, o peggio ancora, di farmi venire un attacco cardiaco. Il respiro mi si spezzò nella gola che si chiuse all'istante quando seguii l'odore fresco e pungente di sangue e delle impronte sul pavimento che si dirigevano in senso opposto a come stavo camminando io mentre i battiti del cuore rimbombarono imbizzarriti nelle mie orecchie notando tutto quel casino nonostante le luci fossero spente. 
Riconobbi il suo profumo di pulito.....
Peps era lì, ne ero certo, così cercai immediatamente l'interruttore della luce e lo sollevai prima ancora di prepararmi emotivamente a ciò con cui avrei potuto imbattermi.

«Peps.» Non emisi alcun tipo di suono, solo fiato, non appena la vidi sdraiata a terra dissanguata e stesa su un tappeto di vetro. Barcollai lasciandomi andare e temendo il peggio, finché ritrovando il senno della ragione mi scaraventai vicino al suo corpo inerme, ricoperto di sangue mentre le lacrime mi offuscarono il viso impedendomi di vedere decentemente. Non riuscii a credere che stesse accadendo sul serio.  Non sarei stato capace di attutire un duro colpo come quello di perderla per sempre, stavolta, e di non essere stato in grado di proteggerla come le avevo promesso.  Il petto si strinse forte e le mie mani tremarono mentre le accarezzai il viso non riuscendo più a trattenere gli asfissianti singhiozzi che mi spaccarono il cuore. «Peps....svegliati ti scong-....ti scongiuro!»
Tutto il mio mondo era lì, steso a terra, sporca di sangue e piena di graffi su gran parte del corpo.   «Ci sono qui io!» Le accarezzai le braccia gelide per via del freddo mentre premetti sul costato, su quella che parve la ferita più profonda. «Ci sono qui io, non devi temere più nulla! Capito?...Resisti, piccola!» Tolsi il mio cappotto per avvolgere il suo corpo mentre respirai affannato dandole dei leggeri colpi, dei quali non ricevetti risposta. «Giuro che chi ti ha fatto questo la pagherà!» La sollevai in braccio stringendola forte a me e ringraziando il cielo del fatto che fosse ancora miracolosamente viva, o qualsiasi cosa che mi avesse spinto da lei.  « Ti prego, svegliati! » Sussurrai un'ennesima volta con voce rotta dai singhiozzi.  «Non puoi ... Non puoi morire, Peps!» Le baciai di continuo la fronte supplicandola affinché non mi abbandonasse. «Non dopo tutto quello che abbiamo affrontato!  Non ti permetto di lasciarmi così, Peps!  Ti amo e tu non puoi andartene. Ti prego, amore mio, ti prego ... resisti!»  La sollevai in braccio con estrema cura e corsi fuori verso la mia auto dove la caricai delicatamente nei sedili posteriori dopo essermi accertato che stesse bene e che avesse ripreso colorito anche se dimenticai un piccolo particolare ; Jayden.
Dove cazzo era quel fottuto coglione di Jayden, e perché l'aveva lasciata da sola ed indifesa?

Agrodolce - vol.3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora