JAYDEN'S POV
Più miglia percorrevo e più mi sentivo in colpa per averla lasciata lì, preda del suo crudele destino. Dopotutto, erano anni che non mi divertivo così tanto insieme a qualcuno e Presley , a pelle, mi piaceva molto. Era un tipetto buffo ma con la quale chiunque ci sarebbe andato d'accordo. Mi ritrovai a sorridere come un'ebete in mezzo all'autostrada, finché ripensai all'euforia dipinta sulla sua faccia quando stava per darmi il regalo di compleanno, convinta che mi avrebbe reso felice.
Ci riuscì! Ci riuscì come nessuno aveva mai fatto fino ad allora, nonostante non avesse fatto chissà cosa. Mi aveva chiesto di svegliarla cosicché potesse salutarmi ed invece me l'ero svignata senza nemmeno lasciarle un bigliettino. Le cose erano due ; o ero un fottutissimo codardo, incapace di affrontarla. Oppure, avevo il timore che se mi avesse guardato diritto negli occhi non sarei più andato via. Il problema era che quella ragazzina incominciava a non essermi del tutto indifferente e non andava per nulla bene, anche perché la cosa non avrebbe fatto altro che crearmi problemi ed io di problemi ne avevo già abbastanza.Accostai a lato della strada e sbuffai stringendo forte il volante . Ma che diavolo stavo facendo? Davvero me ne ero lavato le mani e l'avevo abbandonata così? Che cosa temevo in realtà? Improvvisamente i ricordi dello Yemen riaffiorarono nella mia testa pungendomi come spille affilate. Avevo paura che a lei potesse succedere la stessa identica cosa che accadde al mio migliore amico Andrew, e che io non sarei stato in grado di proteggerla? Le dovevo come minimo una spiegazione anche perché avendola conosciuta per quel poco e avendo compreso quanto fosse paranoica, probabilmente era lì a pensare che il mio allontanamento fosse una conseguenza di qualche suo comportamento. Feci un'inversione a U e mi rimisi in carreggiata, verso Ocean City.
In realtà, erano tutte scuse le mie dato che avevo appena capito che stavo commettendo un'errore. Anche io avevo speso gli ultimi anni da solo, senza nessuno, e l'incontro con Presley era stata una boccata d'aria fresca. Riusciva a farmi stare bene.
Tentai perfino di telefonare a uno dei numeri dei telefoni usa e getta che ci aveva dato Blake ma non ricevetti risposta il che fu davvero bizzarro. Dove poteva essere a quell'ora? Accelerai e continuai a telefonare finché tempo un paio d'ore raggiunsi la cittadina, ormai immersa nella notte e nella pioggia, e parcheggiai l'auto di fronte a casa. Le luci del piano inferiore erano tutte accese e anche quella della mia stanza. Entrai senza esitare scoprendo un casino assurdo, come se fosse passato un tornado e avesse spazzato via tutto ma ciò che mi fece raggelare fu una chiazza di sangue sul pavimento.
Deglutii terrorizzato afferrando la pistola e controllando il perimetro del piano inferiore prima di salire le scale dove vidi altro sangue sui gradini. Mi diressi silenziosamente in camera sua trovandola riordinata, come se non ci avesse dormito e dopo aver controllato il bagno, raggiunsi la porta socchiusa di quella che era la mia stanza. Ci sbirciai all'interno tramite la fessura, notando che il mio letto fosse sfatto, eppure, ero certo che prima di andarmene avevo messo in ordine tutto quanto. La spalancai lentamente senza fare rumore , seguendo con lo sguardo le gocce di sangue che terminavano alla cabina armadio e fu lì che temei il peggio. Se a lei fosse successo qualcosa, io sarei stato il prossimo...e per mano di Blake. Blake era atroce!
Feci un grosso respiro e portai le dita sulla maniglia insanguinata sperando con tutto me stesso di non trovarla lì. La aprii lentamente vedendola accovacciata su sé stessa e ricoperta di sangue mentre sollevò le braccia tremanti piazzandole davanti al volto, convinta che le avrei fatto del male . Fu in quell'istante che mi si frantumò il cuore vedendola così sotto shock.«Presley...» ansimai addolorato inginocchiandomi dinanzi alla sua gracile sagoma «...ma che ti è successo?» Le sfiorai il viso bagnato di lacrime mentre fu felice che mi trovassi lì in quel momento.
«Sei ritornato!» Sussurrò affaticata, gemendo poi in seguito mentre appresi il perché solo quando notai in pezzo di vetro conficcato nella sua pancia.
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Agrodolce - vol.3
FanfictionSequel di Agrodolce 1 e 2 «Ho amato come fin da subito l'angelo dentro di te si è preso cura del demone dentro di me.»