PRESLEY'S POV
Colpii il sacco da boxe a mani nude riversando lì tutto ciò che avevo addosso ; rabbia repressa, delusione, timori. Lo colpii finché le nocche incominciarono a bruciare per il dolore anche se poco importò, dato che più colpi sferravo, più provavo sofferenza e meglio mi sentivo. Meglio? Mi stavo punendo?
«Ti ho detto mille volte di usare i guantoni....» esclamò Jayden afferrando il sacco mentre continuai a sganciare pugni fregandomene di ciò che disse «...ti farai male.»
«Non ti preoccupare per me.» Aumentai la potenza dei colpi di proposito mentre lui incassò le botte, seppur alleggerite.
«Sei ancora arrabbiata con me?»
Scrollai le spalle. «No. Dovrei?»
«Non so, mi ignori da quel giorno a casa di Harry!» Lo vidi fasciarsi le mani con una benda.
«Non voglio allenarmi con te.» Sputai con indifferenza affinché si mettesse l'anima in pace e si slegasse le mani nonostante lui continuò a farlo con nonchalance, ignorandomi. «E tanto per la cronaca, non ti sto ignorando.»
«Sicura?» Mi spintonò colpendomi sulla spalla mentre piagnucolai.
«Hey!»
Lo fece ancora e di nuovo, provocandomi, affinché cedessi e ricambiassi le spinte. «Giuro che se mi tocchi di nuovo ti faccio saltare i dent-....»
Sorrise e lo fece, quasi divertito, mentre gli sganciai un destro che bloccò facilmente nel suo palmo, e anche quando sollevai la gamba per sferrargli una ginocchiata sulle palle mi immobilizzò in un batter d'occhio, con estrema facilità.«Sei una schiappa!» Sussurrò avvicinandosi alle mie labbra mentre mi venne la bella genialata di tirargli una zuccata provocando ad entrambi un bel bernoccolo sulla fronte. «Cazzo...porca putt-.... ma che cazzo ti prende?» Si strofinò indolenzito e perplesso la zona dolente mentre mi rimisi in posizione cercando di riempirlo volutamente di botte. Qualcuna lo beccò, altre andarono a vuoto ma la cosa lo divertì parecchio, e più lui rideva più mandava me fuori di senno. «Non mi hai beccato una volta!» Afferrò i miei polsi nelle sue mani e mi fece uno sgambetto facendomi sbattere il culo a terra. Come una bambina capricciosa incominciai a calciarlo sugli stinchi tant'è che dovette chinarsi piagnucolante a terra, pronto a scongiurarmi. «Tregua, tregua...» ridacchiò schiacciandomi sotto il suo peso e facendomi mancare il fiato «...mi arrendo!»
«Non....respiro....alza-....leva via il tuo...culo!» Sospirai soffocando, dimenandomi sotto di lui.
«Sei arrabbiata con me?»
«Sì!»
Rise a crepapelle. «Cazzo quanto sei cocciuta!» Si sollevò sedendosi sulle mie gambe e bloccando nuovamente le mie mani nelle sue. «Avanti, che ti prende?»
Sbroccai. «Avevi detto che eri ritornato perché ti eri davvero affezionato a me. Invece, sei tornato per ammazzare l'assassino di tua madre.»
«Ciò non cambia il fatto che io sia qui. Se poi oltre a proteggere te ho anche un'altra valida ragione, qual è il problema?»
«Non me l'hai mai detto!» Esclamai. «Noi ci raccontiamo tutto, no?» Lo vidi annuire. «E poi, tu hai sempre detto che fosse un'incidente!»
Sbuffò. «Senti, se credi che quella volta io sia tornato indietro per questo ti sbagli di grosso. Sono ritornato a Ocean City perché volevo farlo, chiaro?» Non risposi, così, mi solleticò costringendomi ad annuire. «La faccenda di mia madre me l'ha riferita Blake poco tempo fa, quasi come a volermi incentivare, ma questo non c'entra nulla con te.»
«Non vorrei che tu avessi accettato questo compito, mettendo a repentaglio la tua vita, solo perché Blake ti ha promesso qualcosa. Perché non ti scarica dall'incarico e non te lo dice e basta?»
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Agrodolce - vol.3
FanfictionSequel di Agrodolce 1 e 2 «Ho amato come fin da subito l'angelo dentro di te si è preso cura del demone dentro di me.»