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PRESLEY's POV

«Ti fa molto male?» Chiese notando con dispiacere che non riuscissi a trovare la giusta posizione sul letto. Per carità, il letto era spazioso e perfetto, ma quello che mi faceva girare e rigirare tra le coperte era l'idea che fosse lo spazio intimo suo e di Lena.

«Aiutami.» Mormorai addolorata passandogli il libro e cercando di piegarmi in avanti per sedermi mentre lui resse la mia mano facendo da leva.

«Ti serve qualche cuscino? Ti porto qualcosa da bere? Hai fame?»

Scossi la testa prima di alzarmi in piedi. «È questo letto...» non riuscii a trattenermi dall'appuntarglielo, fu più forte di me anche perché lei mi aveva abbandonata lì, augurandomi la morte, priva di qualsiasi briciolo di empatia.
Comprese le mie motivazioni e senza spiccicare parola mi prese per mano portandomi con sé in salotto mentre ressi goffamente l'orlo di un paio di pantaloni della tuta che mi aveva dato e che mi stavano larghi e lunghi.

«Non sarà comodissimo.» Esclamò aprendo il divano letto che sistemò con cura mentre mi limitai ad ammirarlo rendendomi conto di quanto fosse cresciuto negli ultimi due anni. Quando l'avevo conosciuto non sapeva cucinare o pulire ed era capace di bruciare anche l'acqua, ed ora, invece, era lì davanti a me che sistemava con cura le fodere dei cuscini. Ne mise due, giusto, perché dava per scontato che si sarebbe sdraiato di fianco a me anche se l'idea non mi dispiaceva.
«Hai fame?» Chiese voglioso di rendersi utile in tutto e per tutto. «Vuoi che ti prepari una macedonia? O preferisci il gelato?» Raggiunse la cucina posta alle nostre spalle mentre pensai su dove fosse meglio far ricadere la mia scelta. «È al limone!» Precisò strappandomi un sorriso immenso con solo una frase, mentre lui ricambiò, felice che ne fosse la causa. «Anzi, sai cosa? Ti preparo sia la frutta che una bella ciotola di gelato al limone! ....no, ma che dico? Porto lì tutto il barattolo così lo mangiamo insieme e ci guardiamo un bel film!»

Annuii, spensierata. Tutto parve così bello che mi sembrò quasi che qualche buon angelo mi avesse catapultata indietro negli anni a quando vivevamo ancora insieme a Long Island. Presi posto sistemando il cuscino dietro la mia schiena affinché non mi facesse male ed accesi la tv cercando qualcosa di divertente da poter guardare insieme a lui.

«Eccomi!»

Lo vidi salire sul divano letto con un vassoio contenente un paio di ciotole piene zeppe di frutta colorata e sminuzzata in pezzettini, gelato a non finire, popcorn e caramelle gommose. Il paradiso per i miei occhi che lui cercò disperatamente, scostandomi i capelli dietro le spalle cosicché potesse guardarmi meglio.

«Mi sentirò male se mangio tutto questo!» Ridacchiai nervosamente, preoccupata per la mia incolumità finché gli angoli della mia bocca si piegarono all'ingiù quando mi lanciò un'orsetto gommoso beccandomi sulla punta del naso. «Heyyy!»

«Piantala di piagnucolare e mangia!» Quasi ordinò, seppur trattenendosi dal non scoppiarmi a ridere in faccia per la scena buffa finché ricambiai lanciandogli un verme gommoso che afferrò al volo imprigionandolo tra i denti. «Domattina verrà Kendrick a medicarti la ferita. Come ti senti?» Si sdraiò all'indietro, portando un braccio sotto la nuca mentre ripresi in mano il mio libro ed infilai un boccone di gelato in bocca.

«Meglio.» Leccai il cucchiaino sotto i suoi occhi attenti fino a che si imbambolò, come se stesse pensando a qualcosa facendomi morire dalla curiosità di sapere quale mondo ne nascondesse al loro interno.

«Perché mi guardi così?»

«Sono curiosa di sapere cosa ti frulla per la testa. Vorrei entrarci e scoprire tutto.» Inconsciamente, lasciandomi prendere un po' troppo dall'istinto mi accasciai perpendicolarmente a lui posando la mia testa sul suo addome, con il viso voltato verso il suo mentre e non parve affatto che quel gesto lo avesse in qualche modo spiazzato. Anzi.

Agrodolce - vol.3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora