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PRESLEY'S POV

«Dai, lascia stare la ragazza!» Esclamò Blake riponendo l'arma e mostrandogli le mani vuote. «Siamo venuti in pace.» Scherzò come se lo conoscesse da anni anche se l'impressione che mi diede il ragazzo fu che non lo sopportasse, e come biasimarlo?

«No, tu lasciala stare...» mormorò mentre sbirciai a lato del suo braccio nella direzione dell'uomo dagli occhi piccoli e neri come la pece «...ha detto che l'hai sequestrata ed è palesemente scossa!»

Vidi Blake storcere il naso ed allungare il collo a lato per incrociare esterrefatto il mio sguardo mentre mi nascosi dietro la schiena di Jayden evitando il suo contatto visivo.

«Ah, davvero...Presley? Va bene, con te farò i conti più tardi.» Disse ironico sottolineando con tono sarcastico il mio nome. «Allora, Jayden, non ci inviti dentro? Così potremmo chiacchierarne davanti ad una buona tazza di caffè.»

Il moro sorrise, incamminandosi verso casa sua mentre lo seguii reggendomi stretta alla sua felpa. «Mi dispiace ma temo che dovremmo rinviare questa chiacchierata anche perché in realtà non ho proprio niente da dirti!»  Si fermò di colpo e si voltò a guardarmi in malo modo, quasi minaccioso oserei aggiungere. «Scusa, puoi togliere queste...» si liberò dalla presa «....grazie. Senti, prenditi la ragazza e vattene!» Varcò la porta di legno mentre Blake lo seguii e dovetti fare ugualmente dato che quel luogo, così buio e silenzioso, fosse alquanto macabro.

«Lo prendo con poco zucchero, grazie!»
Era un osso duro, pensai, levandomi le scarpe sull'uscio mentre entrambi mi guardarono sbigottiti per qualche secondo.

«Perché sei qui?» Gli chiese palesemente infastidito incominciando a preparaci del caffè e dandomi modo di guardarmi attorno. L'abitazione era per la maggior parte fatta di legno, probabilmente costruita da lui stesso ; era piccola, spoglia da cianfrusaglie inutili ma in ordine e pulita. C'era un'unica foto di circa tre anni prima appesa sopra il camino assieme alla sua placca di metallo e varie medaglie d'onore, dove erano raffigurati lui ed un ragazzo di colore della sua unità. Lessi la scritta nell'angolo basso ;
Andrew e Jayden.
Yemen.

«Mi servi.»

«Non se ne parla. Ho chiuso con queste cose!»

«Beh, temo che stavolta tu non abbia molta scelta.» Incalzò Blake giocandosi bene le sue carte. Era astuto e avrebbe fatto di tutto pur di agevolarsi l'impresa.

«C'è sempre una scelta Blake Jones.» Mormorò il giovane, poi guardò me mentre non seppi per quale strano motivo non riuscii a reggere l'intensità dei suoi occhi. Perfino i colori, o i dettagli del suo viso erano simili a quelli di Harry.

«L'unico modo di scoprirlo, è scoprirlo.»
Ribadì Blake allargando le braccia e facendo lo spiritoso. Era la prima volta nel giro di quasi cinque giorni che lo vedevo sotto quell'aspetto da burlone, eppure con me si comportava sempre malissimo. Il ragazzo gli passò una vecchia tazza rossa con del caffè affumicante mentre lo ringraziai quando fece lo stesso con me, per poi sedermici di fianco. «Tutti abbiamo i nostri demoni, Jayden e ci conviveremo per il resto dei nostri giorni. È normale. I demoni, i traumi, i rimorsi, i complessi, le vergogne... Fanno tutti parte degli aspetti negativi della vita che ci fa male vedere perché ci causa sofferenza. Ma bisogna affrontarli, intesi? Hai passato quanto..? Gli ultimi due anni rinchiuso qui in questa baracca a colpevolizzarti e a bere birra? Lontano dal resto del mondo?»

Deglutii. Wow, che tatto...

«La fai semplice tu.» Disse il ragazzo chinando il capo in avanti, parecchio afflitto mentre sentii la necessità di appoggiargli la mano sulla spalla, qualunque fosse la sua colpa. Non lo feci, ovviamente, ma mi dispiacque comunque vederlo in quello stato.

Agrodolce - vol.3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora