Capitolo 31

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Baldr era appoggiato su una panca del giardino del palazzo ad ammirare il cielo stellato. Socchiuse gli occhi godendosi il momento, sentendosi così in pace. Inspirò l'aria frizzante notturna. Dal suo fianco prese il pugnale con l'incisione di Odino, se lo rigirò tra le dita distratto. Udendo il leggero cantare di grilli e cicale in sottofondo. Di notte il giardino era magnifico, un piccolo posto rifugio nel verde. Baldr si era rifugiato lì, sentendosi soffocare da tutte quelle pietre e da quelle persone. Lì lontano da occhi discreti aveva trovato un piccolo rifugio. 

Era combattuto, una parte di lui fremeva all'idea di partire e mettere fine a quell'avventura, ma allo stesso tempo sentiva che gli mancava un pezzo prima di poter dire che avesse compiuto la sua impresa. Sospirò pensando alle sue gelide terre, così differenti da quelle in cui si trovava. La sua mente viaggiò fino a trovarsi a pensare alla defunta madre, e al suo desiderio di vederlo padre accasato con una buona donna per poter così mandare avanti la stirpe. Sorrise al ricordo delle scorrazzate e dei guai che aveva combinato in giovane età. Poteva ancora sentire le grida e le percosse della madre, quando esagerava con i suoi guai. 

Sentì dei passi e un fruscio di vesta, tese i muscoli in ascolto. Strinse il manico del suo pugnale, pronto a difendersi. Prima che potesse realizzarlo Talia si ritrovò spinta contro una colonna con la lama alla gola. Baldr le lanciò uno sguardo a pochi centimetri dal viso. Da quella distanza poteva sentire il caldo respiro accarezzarle la pelle. Il cuore le balzò al petto. Appena la riconobbe il pagano si staccò da lei. La ragazza emise un respiro di sollievo.

-Notte insonne?- le domandò andandosi a sedere alla panca di prima, le indicò di sedersi affianco a lei.

-Così pare e tu?- le domandò lei.

-Presto partiremo, lasceremo finalmente queste terre.- le comunicò giocando con il pugnale.

-Tieni è tuo. Te lo sei guadagnato.- gli porse la lama  la ragazza accettò dal gesto. -Hai dimostrato di avere la stoffa della combattente.- 

Talia accarezzò l'incisione della runa di Odino affascinata dalle linee così delicate. -Come sono le tue terre?- domandò curiosa di poter sapere di più sul suo popolo.

Baldr sorrise. -Il mare è freddo tutto l'anno. Il mio villaggio si trova in una grossa insenatura, in prevalenza è un villaggio di pescatori. La terra non è fertile come la vostra, ma nonostante ciò riusciamo a coltivarla. A capo del villaggio c'è Jarl Olav, l'equivalente dei vostro Lord. E' lui quello che detiene il potere e lui può dare il permesso o no per razziare. - Talia annuì impegnandosi a memorizzare tutte le informazioni. 

-Deve essere in bel posto.- commentò.

-Sono certo che ti piacerebbe.- le rispose. Guardò il cielo stellato. -Qual è la cosa che desideri di più al mondo?- le domandò serio.

-La libertà. - gli rispose Talia riflettendo su come si sentisse in trappola, soffocata da regole che non sentiva sue.

Baldr le regalò un'occhiata, con una mano le scostò con delicatezza una ciocca di capelli dal viso. -Saresti disposta a qualsiasi cosa per ottenerla?- le domandò avvicinando il viso al suo. -Anche uccidere?- continuò sussurrandoglielo a fior di labbra. Talia inspirò il profumo dell'uomo che la travolse, dei brividi di piacere le corsero giù per la schiena. Baldr si leccò le labbra fissando le sue affamato.

Un rumore di armature vibrò lungo i corridoi. I soldati del Re piombarono nel giardino circondandoli. Puntarono gli archi e le spade contro il pagano. Due soldati si fecero avanti immobilizzandolo a terra dopo averlo percosso con ferocia. 

-Fermatevi! Cosa sta accadendo?- domandò Talia tentando di fermare l'aggressione. Un uomo la blocco da dietro.

-Il Re è morto. I pagani sono accusati di omicidio.- la informò un sottotenente di Henry. La ragazza riconobbe, ricordandosi che spesso lo aveva visto in sua compagnia.

Il canto del CorvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora