Capitolo 16

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Talia si svegliò di soprassalto, si stropicciò un occhio assonnata. Scostò con delicatezza il braccio di Baldr che le cingeva i fianchi. Avendo la tenda occupata dai feriti dallo scontro, Flok li aveva ospitati nella sua assieme a Rog. Trattenne un sorriso fissando il viso del marito rilassato, trovandolo adorabile. Facendo attenzione a non svegliarlo, si scostò le coperte alzandosi in piedi. Sentiva la gola secca dalla sete. Superò gli altri due guerrieri, che russavano sommessamente l'uno accanto l'altro. 

Prese un boccale e si versò dell'acqua da una brocca. Bevve avidamente, scrutando nella penombra la tenda. Fuori doveva essere ancora notte fonda. Udì un gemito. Subito portò lo sguardo al corpo di Henry. Si avvicinò silenziosamente per accertarsi che stesse bene. Non appena gli fu vicino, il ragazzo spalancò gli occhi inspirando a fondo. Sgranò gli occhi appena la riconobbe. Nella penombra per un attimo la ragazza gli parve un'allucinazione.

-Talia..- mormorò, tentando di alzarsi.

-Non sforzarti.- gli rispose lei prontamente fermandolo. Si voltò prendendogli dell'acqua da bere.

Il ragazzo bevve avidamente, un leggero mal di testa lo colpì. Fece una smorfia, avvertendo un odore forte e pungente di erbe pizzicargli il naso. La ragazza si voltò verso i guerrieri per poi voltarsi nella sua direzione abbozzando un sorriso.

-Facciamo piano o rischiamo di svegliarli.- disse a bassa voce. -Flok appena sveglio è capriccioso come un bambino.- commentò cercando di smorzare l'imbarazzo che in quel momento provava.

Henry annuì ricambiando il suo sorriso. La fissò colpevole. -Talia, ti chiedo scusa. Ossessionato dal mio onore da cavaliere e mi sono comportato in modo orribile nei tuoi confronti.- fece una pausa prendendole una mano. -Non mi perdonerò mai per ciò che ti ho detto e ho fatto al palazzo. Sono stato uno stupido a credere alle parole di Leon alla Contea. Per non parlare l'ultima volta che ci siamo visti. E' tutta colpa mia. Con le mie azioni ti ho condannato a una vita che non meriti.- concluse abbassando la testa tristemente.

 La ragazza gli alzò il viso fissandolo con dolcezza. -Henry. Ognuno di noi, ha delle colpe, non preoccuparti. Va tutto bene, l'importante è che entrambi siamo vivi, non credi?- domandò.

-Non ho mantenuto la promessa di proteggerti. Dovevo essere il tuo angelo custode, ricordi?- 

Lei abbozzò un sorriso. -Lo hai fatto a lungo. Ora non ne ho più bisogno. Non crucciarti per questo.- si chinò alla sua altezza guardandolo negli occhi. -Sarò sempre in debito con te, per avermi insegnato a combattere. Senza ai tuoi insegnamenti e la tua spada, non sarei qui a parlarti.- gli confidò. Prese la spada appoggiata in un angolo e gliela porse. -Questa è tua. Grazie per avermela data, non hai idea di quanto mi sia stata utile.- commentò ripensando a tutte le disavventure che le sono accadute.

Henry le mise una mano sopra alla lama. -Te l'ho donata. E' tua.- gli disse.

Talia si morse un labbro per poi annuire riluttante. -Che dici di lasciarci alle spalle questi mesi?- propose. 

Lui annuì, si alzò piano piano facendo una smorfia dal dolore. -Vieni qui.- le sussurrò prima di prenderla con delicatezza da un braccio e abbracciarla. La ragazza ricambiò sentendo gli occhi pizzicarle dalla commozione. Inspirò a fondo il profumo di lui, così famigliare; per un attimo le parse di essere tornata a casa alla sua vecchia vita. 

-Mi sei mancata così tanto. Ho temuto il peggio.- gli mormorò lui tra i capelli.

-Anche tu, mi è dispiaciuto mollare te e Elizabeth in quel modo.- sussurrò triste.

Lui si staccò fissandola serio. -A proposito..- fece una pausa lanciando un'occhiata diffidente ai guerrieri dormienti. -Ti hanno fatto del male? Devo forse prenderli a calci?-

Talia abbozzò un sorriso pensando ai suoi amici e in particolare Baldr. -Divinamente. Mi hanno accolto nella loro famiglia. Sono delle brave persone, a loro devo la mia vita.- gli confidò.

Il ragazzo annuì pensieroso. -Com'è la vita laggiù?- domandò.

-Molto più semplice, non hanno lo stesso nostro sfarzo. A parte i sacrifici, cosa che mi ci devo ancora abituare in realtà.- ridacchiò sommessamente. -Le persone sono molto gentili e disponibili, sono un popolo formidabile. Sia gli uomini che le donne hanno un coraggio e forza fuori dal comune.- gli spiegò ammaliata. 

-Da come ne parli, dubito che ti siano mancate queste terre.- ipotizzò Henry. 

-Mi sono mancate, ma lì in questi mesi mi sono costruita una vita. Mi siete mancati tu, Elizabeth e il Lord. Però laggiù, sono una donna libera. Sono la padrona del mio destino, non sono più una serva.- 

Henry le scostò una ciocca dal viso. -Sei cambiata così tanto.- le sussurrò fissandola con ammirazione completamente ammaliato dalla sua bellezza.

-Me lo dite in molti, ma non mi sento così diversa. Forse mi sono indurita un po', ma era inevitabile.- gli confidò con un sorriso. -Sai cosa mi manca di più?- domandò divertita.

Il ragazzo negò con la testa. 

-La torta di mele del palazzo! Non ho mai assaggiato una cosa così buona.- mormorò con gli occhi sognati. Lui ridacchiò dandole ragione. 

Le accarezzò una guancia perdendosi nella sua bellezza così genuina. Le era mancata così tanto. Il suo sguardo cadde sulle sue labbra carnose, erano state il suo tormento. Ogni notte le aveva sognate. Ogni giorno si era alzato sperando, anzi pregando di poterle riassaporare anche solo un'ultima volta. 

Si sporse con delicatezza verso di lei, avvicinando il viso al suo. La ragazza s'irrigidì, gettò una rapida occhiata a Baldr che fortunatamente dormiva ancora, temendo che si svegliasse da un momento all'altro. 

Senti il fiato caldo di lui accarezzarle con delicatezza le sue labbra. Gli mise la mano sulla bocca, impedendogli di baciarla.  -Ti prego non farlo.- gli sussurro in un sospiro a testa bassa.

-Perché?- domandò lui sentendo il cuore accelerargli in petto. -Ti amo ancora, potremmo provare a costruirci un futuro assieme.- tentò di convincerla, con due dita le alzò il mento scontrandosi con i suoi occhi lucidi. 

Talia gettò ancora un'occhiata a Baldr, negando poi con la testa. 

-Non posso.- ripeté. Inspirò a fondo. -Non ti ho detto una cosa importante. Baldr è mio marito. Ci siamo sposati qualche luna fa.- affermò in un sussurro. Lo fissò di sottecchi timorosa della sua reazione. Henry batté le palpebre scioccato dalla notizia. Dentro di se, sentì il cuore andargli a pezzi. Deglutì a vuoto fissandola ammutolito per qualche attimo. Fissò la donna che gli aveva rubato il cuore anni fa.  -Ti ha obbligato a farlo?- osò chiedere con un filo di voce.

Talia lo fissò come se avesse due teste balzando in piedi. -Cosa? No!- rispose infastidita dalla domanda. Si asciugò gli occhi velocemente. -E' tardi. Devi riposarti, ne riparleremo bene domani.- gli disse in un sussurro. 

Aveva bisogno di prendere una boccata d'aria. Prima che il ragazzo potesse replicare, uscì di fretta dalla tenda.


Henry è proprio sfortunato in amore. Un po' mi spiace per lui, amare e non essere corrisposti è sempre così doloroso...

Al prossimo capitolo ciaooo

Il canto del CorvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora