Capitolo 29

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Baldr chiuse la porta della camera da letto con un tonfo. Talia gli lanciò un'occhiata notando l'umore nero del suo vichingo. Gli diede le spalle iniziando a scogliere la sua acconciatura.

-Se vuoi stare con quell'idiota, possiamo lasciarci anche ora.- fece una pausa per poi aggiungere con voce dura Baldr. -Tanto davanti al vostro Dio il nostro matrimonio non vale.- 

-Come diavolo stai blaterando?- domandò lei infastidita dal suo tono di voce.

Lui iniziò a slacciarsi la camicia con rabbia. -Hai sentito bene. Se vuoi stare con Henry, va bene. Credo solo che sia di mio diritto saperlo.- esclamò.

-Non voglio stare con Henry.- rispose lei facendo una smorfia contrariata.

-Ah no? Allora ricordami, chi gli ha fatto gli occhi dolci per tutta la sera!- la accusò esplodendo rabbioso.

La ragazza socchiuse gli occhi sempre più furiosa dalle accuse. -Non ho fatto gli occhi dolci a nessuno!- 

Lui serrò la mascella. -Sei una pessima bugiarda.- commentò con freddezza. Allargò le braccia con enfasi. -Perché non ti liberi, del tuo marito pagano e cattivo che ti ha strappato dal tuo amato?- affermò. Alzò un angolo della bocca in un sorrisetto glaciale. -Credi che non abbia sentito le voci che corrono sul mio conto?- domandò retorico.

Lei si passò una mano tra i capelli scuri liberi dall'acconciatura. -Stai davvero dando peso a delle dicerie?- 

-Da quando mia moglie fa gli occhi dolci al suo vecchio amante SI!- ringhiò puntandole un dito contro. -Grazie per la torta di mele.- la imitò scimmiottando la sua voce. 

Talia strinse le labbra in una linea dura, fissando con odio il marito. -Come puoi pensare una cosa del genere.- commentò in un sussurrò ferita.

Baldr si liberò della camicia, rimanendo a petto nudo. -Pensavo fossi diversa, ma è evidente che mi sbagliavo.- affermò.

La ragazza lo fissò con gli occhi lucidi sempre più furiosa. -Come osi a darmi della poco di buono! Soprattutto quando non ho fatto nulla di male!- ringhiò puntandogli un dito contro.

-Se vuoi stare con il tuo amato cavaliere, posso essere clemente e concederti il divorzio.- affermò a denti stretti. 

-Concedermi il divorzio?- esclamò sempre più indignata. -Sei un idiota!- gli gridò contro scandendo ogni singola parola puntando il dito al petto. 

-Modera il linguaggio, donna.- la riprese stringendole il polso.

-O cosa?- domandò lei socchiudendo gli occhi. -Vuoi forse picchiarmi? Punirmi?- domandò fronteggiandolo a testa alta. 

Lui serrò la mascella. -Sei meglio di me, che non lo farei mai.- ringhiò lui fissandola con rabbia.

Lei si scostò da lui infastidita. -La tua gelosia è fuori controllo.-

-Sei mia moglie e mi appartieni. La legge è chiara.- le fece notare.

Lei gli diede le spalle allargando le braccia. -Ho sposato un idiota geloso! Magnifico.- borbottò. Andò dietro il paravento, liberandosi del vestito e indossando una vestaglia da notte bianca. 

-Scusami se non rientro forse nei tuoi canoni dell'uomo ideale. Scommetto che Henry invece è perfetto.- borbottò di rimando Baldr. 

Lei si avvicinò al letto scostando le coperte, ignorandolo. 

-Ora non dici più niente?- domandò luo infastidito dal suo silenzio. 

-Cosa vuoi che ti dica? Tanto ormai ti sei intestardito, è inutile parlare con te.- mormorò con freddezza. Si infilò sotto le coperte dandogli le spalle. Lui sospirò tristemente sedendosi sul letto. 

Il canto del CorvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora