Capitolo 38

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La porta della sala del trono si spalancò di scatto. Lord Robert, nella sua armatura lucente, con al fianco Rog e Baldr apparirono sulla soglia. Quest'ultimo, non appena vide la moglie in ginocchio e Pesciolino tra le braccia di quei soldati, serrò la mascella facendo lampeggiare il suo sguardo minaccioso. Lui e Talia si scambiarono uno sguardo d'intesa. Lei con un movimento fluido sfilò dallo stivaletto un pugnale piantandolo nella gola del soldato dietro di lei. Pesciolino, pestò il piede al soldato riuscendo così a liberarsi dalle sue grinfie. Dalla cintura dell'uomo, Talia sfilò la spada, passando subito al cristiano che teneva in ostaggio il bambino.

Nel frattempo i due pagani e il Lord si erano già gettati nella battaglia. Leon posò la figlioletta, sul trono, prima di estrarre la sua spada e parare l'attacco di Robert.

Rog con la sua grossa ascia piombò sul cristiano che teneva in ostaggio Elizabeth e in due mosse gli tolse la vita. Con delicatezza prese dal mento la rossa, che arrossì colta di sorpresa e dalla vicinanza con il guerriero e dalla casacca squarciata che indossava che mostrava il fisico possente.

-Stai bene?- domandò lui, scrutandole il viso in cerca di ferite. 

Lei annuì agitata. -Judith.- riuscì a sussurrare, indicando con un cenno della testa il trono da dove proveniva il pianto della neonata. 

Davanti a loro, Lord Robert nonostante l'età combatteva con furia contro Leon, che parava i colpi e contrattaccava con altrettanta forza. Rog facendole da scudo umano, scortò la regina fino al trono. Lei sfruttando la distrazione di Leon si riappropriò di sua figlia che non appena fu tra le sue braccia la strinse a se depositando un delicato bacio sulla sua fronte. 

Quella scena, così famigliare ai suoi occhi, fece stringere in una morsa dolorosa a Rog, che distolse lo sguardo rivedendo per un attimo un fantasma del suo passato. Strinse l'impugnatura della sua ascia, maledicendo la sua mente per i brutti scherzi che gli faceva. 

Talia e Baldr, erano spalla contro spalla proteggendo con tutte le loro forze Pesciolino. Lo Jarl, parava e uccideva senza molte difficoltà tutti i suoi nemici, ogni tanto lanciava qualche occhiata alla moglie, per accertarsi che stesse bene. Alzò un angolo della bocca orgoglioso, non appena vide trafiggere un soldato. Era fiero della donna che aveva al suo fianco, la sua bellissima guerriera.

-Robert arrenditi alla mia corona e non farai la fine di mio padre.- ringhiò Leon facendo scontrare le loro spade.

Il Lord fece una smorfia dallo sforzo. -Non meriti di essere Re! Puoi sforzarti quanto ti pare, ma non sarei mai all'altezza di tuo padre.- gli rispose con lo sguardo furioso. -Vivrai sempre nella sua ombra, ragazzo.- 

Leon fece una smorfia infastidita indietreggiando di un passo. -Taci, vecchio! Non hai idea di cosa tu stia parlando.- fece una pausa allargando le braccia. -Guardati attorno, state perdendo! I miei uomini schiacceranno te e i tuoi stupiti pagani. Dovresti vergognarti, hai usato come merce di scambio le tue terre! Sei un disonore.- Lord Robert serrò la mascella stringendo la sua spada dalla rabbia. Leon continuò con un sorrisetto malvagio. -Ma puoi stare tranquillo, dopo questa battaglia raderò il suolo questa cittadina. E ovviamente mi riprenderò mia moglie e mia figlia, anche con la forza se sarà necessario.- concluse con una voce maliziosa.

Il Lord esplose e accecato dalla rabbia attaccò ancora una volta Leon. Elizabeth urlò non appena vide il marito ferire ad una spalla il padre. Con gli occhi offuscati dalle lacrime agguantò disperata il braccio di Rog. 

-Ti prego aiutalo.- lo supplicò tra i singhiozzi. Il grosso guerriero, fissò prima lei e poi la neonata che stringeva tra le braccia per poi sospirare. Senza dirle nulla, la superò raggiungendo il Re e con poca grazia agguantò dalle spalle Leon spingendolo via lontano dal Lord.

Il canto del CorvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora