Capitolo 22

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Talia finì con la schiena sul tavolo pieno di carte della biblioteca reale. Fece una smorfia dallo sforzo di contrastare la spada del soldato di Leon. Lui riuscì a schiacciarla ulteriormente contro il duro legno. Gettò un'occhiata ai suoi amici. 

Rog con la sua grossa ascia era riuscito a mettere in un angolo il grosso uomo pelato, Henry posizionato a qualche passo davanti a Elizabeth le faceva scudo con il suo corpo difendendosi con la sua spada. L'alito caldo del suo aggressore la riportò alla realtà. La ragazza riportò lo sguardo su di lui, con una ginocchiata riuscì a fargli mollare un po' la presa, svelta lo respinse ribaltando le loro posizione. Lui sbattè contro il tavolo e prima che potesse reagire, lei gli piantò un pugnale al petto. L'uomo si accasciò senza vita. 

Fuori dalle mura, le campane continuavano a suonare forti. 

-Dobbiamo andarcene subito!- gridò combattendo contro un altro soldato.

-Ho quasi finito.- le rispose in lingua pagana Rog, schivando un pugno. Stufo del combattimento, decise di mettere in fretta la parola fine ad esso. Con una mano bloccò il braccio del suo avversario, gli tirò una potente testata che lo fece indietreggiare. Prima che potesse reagire l'ascia era già entrata nel suo petto finendolo. 

Henry era impegnato con due soldati, mentre un terzo sbarrò la strada di Elizabeth che indietreggiò contro la parete impaurita. 

-Mia Regina, venga con noi e non opponga resistenza.- le disse lui con fare cauto, tenendo però la spada alta. 

Lei scosse la testa decisa. -Mai.- rispose, appiattendosi ancora di più al muro. Terrorizzata e disarmata gettò un'occhiata in cerca di aiuto, prima ad Henry impegnato ancora con quei due uomini e poi a Talia, a qualche passo da loro, anche lei intenta a sconfiggere un uomo che l'attaccava imbufalito. Uno dei soldati di Henry, spinto da lui finì sull'aggressore di Elizabeth che con gli occhi sgranati fissava la scena tenendosi una mano al ventre, come a proteggere il bambino che portava in grembo. L'uomo davanti a lei, barcollò all'indietro spinto dal compagno. Appena riacquistò l'equilibrio avanzò nuovamente verso di lei, pronto a catturarla, già pregustandosi la sua promozione. 

Il soldato era quasi vicino, socchiuse gli occhi rassegnata. A mani nude e con il suo grosso pancione non sarebbe mai riuscita a difendersi. Li riaprì non appena udì un verso strozzato e del liquido caldo macchiarle il viso. Fissò sconvolta il soldato accasciato a terra, privo di vita con una grossa ascia infilzata nel petto. 

Rog con un'espressione impassibile, si avvicinò a lei recuperando l'arma. Con un movimento fluido si occupò degli ultimi due uomini. 

Qualche attimo dopo Talia finalmente riuscì a finire anche lei il suo aggressore. Inspirò a fondo, tentando di riprendere fiato dallo sforzo. Si passò una mano alla bocca ripulendosi il labbro sporco di sangue. Quel tipo ci era andato pesante con lei.

-Andiamo.- esclamò fissando i suoi amici, gli unici sopravvissuti nella biblioteca. Udirono delle grida nel corridoi. Una guardia si affacciò alla porta. Talia strinse il pugnale e con tutta la forza che aveva lo lanciò colpendolo alla gola. 

Ringraziò mentalmente suo marito, per averle insegnato i suoi trucchi. 

Rog con una spallata chiuse la porta bloccandola con il suo corpo. 

-Il tavolo.- esclamò Henry correndo verso di esso e spingendolo con tutta la forza verso la porta. Talia lo aiutò a spingerlo facendo una smorfia dallo sforzo. 

Una volta bloccato alla porta, velocemente si diressero verso il passaggio segreto. Rog prese una fiaccola accesa appesa ad una parete e con un scatto incendiò gli arazzi per poi abbandonarle a terra facendo divampare le fiamme nella stanza. Talia lo attese sulla soglia chiudendogli la porta dietro di lui.

Il canto del CorvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora