Capitolo 1

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-Ladra! Ladra! Guardie prendetela.- la voce di un uomo calvo e grassoccio tuonò tra la folla. L'uomo inveì contro la figura minuta che con molta agilità sfrecciò tra la folla di persone, sparendo e confondendosi tra la massa per le vie trafficate del mercato. 

Talia tenendosi ben stretto al petto il suo bottino, schivò qualche persona correndo a perdi fiato. Sorpassò due donne intente a comprare del pesce. Il mercante che aveva appena derubato la stava inseguendo urlando a squarcia gola richiamando l'attenzione delle guardie del Lord. 

Agile come un gatto balzò superando un carro che ostruiva il passaggio. Riuscendo così a seminare l'uomo che paonazzo in volto continuava ad insultarla. Sorrise vittoriosa, contenta di aver seminato il suo inseguitore. Svolto in un vicolo rallentando il passo. Inspirò a fondo riprendendo fiato. Con una mano, aprì il fagotto che aveva rubato. Due pagnotte e tre mele. Era riuscita a procurarsi il pasto per la giornata. Allegra, proseguì diretta verso la catapecchia che le faceva da casa. Il destino aveva voluto lasciarla orfana a tredici anni, pochi mesi prima la madre le era morta a causa di un polmonite, invece il padre le era morto quando era ancora una bambina a causa di una rissa finita male tra ubriaconi. 

Fischiettando uscì dal vicolo. Non ebbe tempo di realizzare quello che le stava accadendo che due braccia l'agguantarono immobilizzandola contro il muro. Il fagotto le cadde a terra dalla sorpresa.

-Guarda cosa abbiamo qui, ecco la ladruncola.- affermò una voce maschile. Era appena finita tra le braccia delle guardie del Lord. Un uomo calvo, dallo sguardo pieno di scherno la fissava dall'alto.

-Mollatemi. Non so di cosa stiate parlando.- Talia si divincolò tentando di liberarsi dalla presa ferrea. 

-Sai cosa succede ai ladri come te? Gli vengono mozzate le mani, così da non poter commettere più il crimine. Così, non saresti neanche buona per fare la puttana.- le sputò addosso la frase ringhiandole vicino al viso. La ragazza si morse il labbro tentando di trattenere le lacrime. 

-Guardami.- la guardia con una mano la prese dai capelli avvicinandola al suo viso. Talia emise una gemito di dolore, sentendo delle piccole lacrime bagnarle il viso. L'uomo non mollò la presa. -Piccola stolta, hai finito di fare la furbetta. Sono un po' di giorni che ti teniamo d'occhio. Dopo quello che ti farò passare, perderai la voglia di rubare ancora.- terminata la frase la spinse contro al muro con disprezzo. 

La ragazza crollò a terra. Singhiozzò inerte alla situazione. Alzò lo sguardo fissando dal basso la guardia, dietro di lui c'era un ragazzo con la sua stessa divisa poco più grande di lei che la scrutava serio. 

-Lasciatemi in pace. Non lo farò più. Ve lo prometto.- piagnucolò tra i singhiozzi. Una schiaffo la colpì al viso. Sentì il sangue uscirle dal naso. La guardia alzò nuovamente la mano pronto a colpirla nuovamente quando venne fermata dal compagno. -Basta.- affermò fissando minacciosamente l'uomo più anziano. Era un ragazzo dai capelli scuri come la notte e due occhi azzurri come il cielo. Talia lo scrutava ringraziando il cielo per quell'angelo che la stava proteggendo.

-Come osi? Sono più vecchio di te. Henry, se non vuoi finire nei guai non farlo mai più.- l'uomo borbottò furioso, sbuffò come un toro inferocito. Il suo salvatore mantenne il suo sguardo di sfida, contraendo la mascella.

-E' inutile pestarla, il giorno dopo continuerà a rubare. Portiamola al Lord, lui saprà cosa farne.- affermò. Dopo qualche attimo la guardia abbassò la mano. -Così sia.- ringhiò.

Henry prese da un braccio la ragazza facendola alzare. -Se non vuoi finire in altri guai, non ribellarti e vieni con noi.- le disse freddamente.

Così Talia venne scortata sotto lo sguardo curioso della gente fino al castello, al suo passaggio sentiva i mormorii dei cittadini che la giudicavano e le regalavano commenti poco gentili.

La sala del trono era ricca di arazzi raffiguranti gli antenati della famiglia reggente, dagli alti soffitti scendevano grossi lampadari dorati. La sala era composta da un lungo corridoio con alti pilastri. In fondo sul trono tempestato da ghirigori dorati e pietre preziose sedeva Robert, Lord della città. Il reggente fissò con sguardo fiero e severo entrare la ragazzina accompagnata dalle due guardie. Era un uomo dai capelli rossicci leggermente lunghi una leggera barbetta gli contornava il viso. Aveva un fisico muscoloso dall'aria possente, in passato era stato sicuramente un abile guerriero. 

-Cosa mi avete portato?- domandò con voce ferma. Il Lord analizzò con i suoi profondi occhi la ragazzina che si dimenava tra le braccia dei suoi uomini.

-Una ladra- affermò la guardia più anziana. Mollò la presa facendola crollare sulle ginocchia. Talia fissò il pavimento lucido a carponi. Inspirò a fondo, con estrema lentezza alzò lo sguardo scontrandosi con quello scuro del lord.

-E' vero?- le domandò con voce ferma. La ragazza singhiozzò impaurita, non voleva finire senza mani. L'uomo seduto sul trono sospirò pensieroso. 

-Come ti chiami?- le domandò con voce bassa. 

-Talia, mio signore.- sussurrò tra la lacrime. Il Lord fece per aprire la bocca, quando da una porta situata vicino al trono apparì una fanciulla dagli abiti raffinati. Aveva lo sguardo altezzoso e fiero, i capelli rossi erano incorniciati con due occhi verdi color foglia. 

-Padre! Sono stufa di essere circondata da villani.- affiancò il Lord parlando con voce stridula. 

La ragazza in ginocchio guardò la scena sconcertata, quella ragazza dall'aria altezzosa e viziata aveva appena interrotto la sua futura condanna. Non sapeva se esserle grata o no. Una cosa era certa, non le era per niente simpatica, a pelle.

-Cosa succede, bimba mia?- le domandò il padre, addolcendo lo sguardo.

-La mia serva, è un'incompetente. Ne voglio un altra!- tuonò battendo il piede a terra ritmicamente. 

Il Lord si passò una mano tra i capelli rossi, colore che aveva ereditato anche la figlia.

-E' la terza nell'ultimo mese. - la rimproverò.

-Non mi importa. Sono loro delle incapaci.- rispose con aria saccente.

Talia assisteva al quel piccolo dramma famigliare assieme alle due guardie alle sue spalle silenziose. Provò pena per le persone che dovevano lavorare a contatto con lei, doveva essere davvero viziata.

Il Lord rimase in silenzio, perdendosi tra i suoi pensieri. Si grattò la barba lanciando una rapido sguardo alla ragazzina inginocchiata ai suoi piedi. 

Balzò in piedi e con estrema lentezza si sistemo il mantello che gli copriva le spalle. Con aria solenne prese parola.

-Talia, come punizione servirai mia figlia Elizabeth. Sarai la sua ombra in tutto. Bada bene, se dovessi disubbidire perderai le mani.- La diretta interessata sgranò gli occhi sorpresa, annuì poco convinta. Non era felice della piega che aveva preso la sua situazione, ma almeno non avrebbe perso le mani.

Il lord si avvicinò alla porta e prima di uscire lanciò uno sguardo di ammonimento a sua figlia.

-Liza, bada bene a comportarti in modo appropriato sono stufo di questo comportamento. O giuro che ti spedisco da tua zia, le suore al convento sarebbero più che felici ad ospitarti.- l'ammonì prima di congedarsi definitivamente.




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