Capitolo 30

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Baldr avanzò con passo spedito per le vie del villaggio. Percependo l'umore nero, le persone si spostavano timorose al suo passaggio. Korp sulla sua spalla gracchiò. Fece un cenno con il capo a due suoi uomini incaricati di fare da guardia alla casa dove Olav era stato incatenato.

Aprì la porta con forza. L'area era nella penombra, un odore di muffa mischiato a escrementi e sangue gli fece storcere il naso. Avanzò  chiudendosi la porta con un cigolio inquietante. Gli occhi blu lampeggiarono nella penombra. Un rumore di catene attirò la sua attenzione. Olav sanguinante era incatenato ad un palo posto al centro della camera spoglia. Appena lo vide, il vecchio Jarl gli sorrise con i denti macchiato di sangue. Lo squadrò scoppiando a ridere, sputò del sangue fissando Baldr divertito.

-Avete ritrovato il suo cadavere?- domandò.

L'uomo dagli occhi folli lo scrutò duramente. -Cosa blateri?- domandò in risposta.

-La Favorita di Odino. L'avete ritrovata o i lupi hanno già banchettato con il suo bel corpo. Che spreco..- non riuscì a concludere la frase, perché Baldr con un balzo lo aveva agguantato alla gola furioso.

-Bada a come parli, vecchio. Non sono famoso per la mia clemenza, soprattutto con i traditori.- lo minacciò facendo lampeggiare gli occhi blu pericolosamente. 

Olav rosso in viso boccheggiò in cerca di aria. Lo Jarl mollò la presa facendolo tossicchiare e ricadere a terra come un verme. Lo agguantò dai capelli con forza avvicinandosi al suo viso. 

-Se vuoi morire con onore e raggiungere il Valhalla ti consiglio ti tapparti quel buco che ti ritrovi come bocca.- gli sussurrò. Mollò la presa facendogli sbattere la testa contro il pavimento.

Olav si ripulì il viso dal sangue rimettendosi seduto composto. -Hai già sfogato la tua furia su di me, qualche ora fa.- commentò ridacchiando. Lo squadrò sbeffeggiandolo con lo sguardo. 

-Davanti a me non vedo il famosissimo Baldr distruttore dei Cristiani, ma solo un uomo disperato.- Il diretto interessato strinse i pugni. -Dimmi giovanotto, è evidente che non sei venuto qui per divertiti e picchiarmi fino a farmi perdere conoscenza. Sono abbastanza vecchio, da sapere che vuoi qualcosa da me.- concluse con voce saggia.

Baldr da un angolo della stanza trascinò una sedia fino a posizionarla davanti al prigioniero.

-Voglio sapere cosa è successo. Dopo che ti ha infilzato cosa è successo alla Favorita di Odino?- domandò serio. 

Olav lo scrutò per nulla intimorito domandò. -Cosa ci guadagno?- 

-Una morta rapida e un funerale da guerriero.- rispose prontamente contraendo la mascella. Odiava scendere a patti, soprattutto con un viscido traditore come lui, ma era disperato. Era già passato un giorno dalla scomparsa della sua Talia e la sua assenza lo stava mandando fuori di senno. Non si sarebbe dato pace, fino a che non l'avrebbe trovata.

-Fatti dare un consiglio da uno più vecchio di te, sarà morta. L'ultima volta che l'ho vista era messa davvero male.- gli confidò scrollando le spalle.

Il guerriero strinse i pugni con forza sulle ginocchia, avvertendo una voragine al petto. La sua ragazzina non poteva essere morta, era impossibile. 

-L'hai ferita tu?- domandò a denti stretti, sentendosi sempre più irrequieto. Avvertiva il bisogno di distruggere ogni cosa attorno a sè.

-Mi stai chiedendo se l'ho per caso pugnalata mortalmente?- domandò fingendosi curioso ignorando l'occhiata penetrante che Baldr gli lanciò. Continuò. -Sfortunatamente no.- concluse sorridendogli innocente. 

Lo Jarl balzò in piedi dalla sua sedia. -Allora chi è stato?- domandò con furia ad alta voce, di quel teatrino ne aveva abbastanza.

Olav con i polsi incatenati si grattò la barba incolta, fissandolo quasi con compassione. -Come sta la mia cara mogliettina?- domandò sarcastico, ignorando la domanda che glie era stata posta. -Ricorderò sempre il giorno del tuo ritorno assieme a quel bocconcino della cristiana. Ah, Gheta nei giorni seguenti era stata intrattabile, velenosa come una vipera.- fissò il soffitto perso nei suoi ricordi.

Baldr esplose. Con un braccio raccolse la sedia e la scagliò contro una parete distruggendola. Lo agguantò dal bavero facendolo alzare. Rafforzò la presa fissandolo inferocito. Olav ricambiò lo sguardo per nulla intimorito.

-Come ci si sente ad essere stati traditi dalla stessa donna, che a lungo abbiamo condiviso?- domandò.

-Come ci si sente ad essere stati traditi dalla stessa donna, che a lungo abbiamo condiviso?- domandò

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Fuoco. Ovunque guardasse c'era del fuoco. Erano attorno a lei. Così calde e soffocanti. 

Si avvicinavano sempre di più a lei, fino a divorala. 

Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, avvertendo un calore doloroso espandersi dal fianco al resto del corpo. Per un attimo credette di morire, ma dal cielo udì gracchiare. 

Un corvo splendente, così luminoso da farle socchiudere gli occhi le piombò dall'alto travolgendola.

Strinse le palpebre avvertendo una luce accecarle il viso. Con lentezza aprì gli occhi fissando un pallido sole circondato da grossi nuvoloni grigi dominare il cielo. Gemette dal dolore. Mise una mano sul bordo del carro su cui era coricata. Aveva la bocca impastata. L'aprì per parlare, ma non uscì alcun suono. Batté le palpebre, avvertendo le ultime forze abbandonarla. Si sentiva così stanca, voleva chiudere gli occhi e dormire per sempre. 

Il Corvo ha cantato. Il Principe Splendente ti ha trovato. Il Corvo ha cantato. Dalle ceneri risorgerai. Urla di dolore e sangue. Sei la prescelta che lo guiderà alla gloria.

Udiva la voce del Sommo Sacerdote nella testa vorticandole attorno a sè.

Il Corvo ha cantato. Udì gracchiare.

Il dolore lancinante alla ferita continuava a mozzarle il fiato. La vista le si appannò. Alzò una mano in cerca di aiuto, prima che il buio l'avvolgesse nuovamente. In lontananza udì una voce calda dirle di riposarsi.

Passò quasi un giorno intero prima che riprendesse conoscenza. Socchiuse gli occhi avvertendo una forte emicrania. Si sentiva nauseata e frastornata. Si porto un braccio sulla fronte avvertendo di essere leggermente sudata. Chiuse gli occhi ignorando dove si trovasse. Sapeva unicamente che era in una casa in legno, impregnata da un forte odore di spezie e incensi. La testa le vorticò facendole avere le vertigini. Le dolevano gli arti, in particolare il fianco le faceva così male da mozzarle il fiato ad ogni respiro. Si sentiva a pezzi. Non aveva mai provato così tanto dolore in vita sua. Gli occhi le lacrimarono. La vista le si appannò nuovamente. Avvertì la testa e le gambe sempre più leggere. Presto sarebbe svenuta. Prima di ricadere nel buio. Udì aprirsi una porta e un calda voce sussurrarle. 

-Zuccherino, chiudi gli occhi. Ci occuperemo noi di te.-


Ecco il capitolo 30! 

Mi scuso per gli errori, ma sono un po' di fretta.

Non smetterò mai di ringraziarvi per il vostro supporto, non pensavo che questa storia potesse avere così tanto successo. Quindi GRAZIE ancora.

Comunque, secondo voi Baldr capirà cosa ha fatto Gheta a Talia? 

E la voce misteriosa? Di chi sarà? 

Voglio sentire i vostri pareri!!

Un salutoooo

Il canto del CorvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora