Capitolo 3

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Talia dormiva nel suo giaciglio coccolata dal dolce torpore delle pellicce. Il pavimento cigolò sotto il peso dell'uomo che di soppiatto si avvicinò alla sua figura. Prese alcune pellicce tirandole giù bruscamente. La ragazza si svegliò si soprassalto colta dalla sorpresa. Appena riconobbe Baldr, lo fissò truce per il modo in cui l'aveva svegliata. La ragazza gettò un'occhiata fuori la finestra notando che fosse appena l'alba. 

-E' ora di alzarsi!- appena l'uomo pronunciò quelle parole Talia ricadde sul cuscino portandosi una mano alla testa che le doleva a causa della troppa birra che aveva bevuto la sera precedentemente. -Forza, dobbiamo allenarci.-

La cristiana fece un verso simile ad un grugnito. -Non capisco come voi pagani riusciate a bere così tanto ed essere freschi come una rosa.- borbottò lavandosi su dal giaciglio. Rifilò un'occhiataccia al guerriero che pareva quella mattina essere bello e raggiante, come se non avesse fatto baldoria fino a notte fonda la notte precedente. 

-Preparati, ti aspetto fuori. Cerca di non farmi crescere la barba lunga come Odino nella tua attesa.- la stuzzicò di buon umore uscendo dalla casa. 

Talia scosse la testa borbottando nella sua lingua. -Avrà abusato di qualche sostanza vichinga per essere così di buon luna.-

Il guerriero l'attendeva fuori, in riva al mare. La ragazza lo raggiunse armata della spada di Henry. Il suo cuore si strinse in una morsa al pensiero del suo caro amico, le era dispiaciuto di come erano finite le cose tra loro, ma era stato inevitabile. Una parte di lei l'avrebbe sempre amato, in fondo era stato un suo caro amico e il suo primo amore. Ma era capitato nel momento sbagliato.

-Pronta, per la prima lezione?- l'accolse Baldr scostandosi la lunga treccia bionda. Talia si ritrovò ad annuire estraendo la sua arma della fodera posta sulla schiena. Il guerriero la fissò serio imbracciando un'ascia corta. Con un cenno del capo diede inizio all'allenamento.

La ragazza parò un affondo stringendo i denti dallo sforzo, la spada era troppo pesante per lei, doveva imparare in fretta a maneggiarla per potersi difendere. Parò alcuni colpi e tentò un affondo. Il pagano la disarmò con facilità facendola rovinare a terra, la spada sfuggì dalla mano cadendo a qualche passo da loro. Baldr le fu subito sopra , piantò l'ascia sul terreno a pochi centimetri dal suo volto. 

-Regola numero uno, mai esitare.- le sussurrò vicinò al volto facendo lampeggiare gli occhi blu.

Talia si ritrovò a trattenere il respiro. Si morse un labbro sentendo un leggero calore alle guance, probabilmente era dovuto alla lotta. L'uomo dopo averle scoccato un'altra occhiata indecifrabile, si allontanò da lei. Le porse una mano aiutandola ad alzarsi. Appena furono nuovamente in piedi ricominciarono subito ad allenarsi. 

Era mattina inoltrata, quando finalmente Baldr decise di terminare la lezione. Talia inspirò a fondo cercando di riprendersi dall'allenamento, sentiva tutti i muscoli indolenziti. Gettò uno sguardo al guerriero che non sembrava per nulla affaticato dallo scontro. 

-Tra un po' vado al mercato, ti va di accompagnarmi?- le domandò l'uomo allacciandosi l'ascia alla vita. 

-Si certo, sono curiosa di vederlo.- rispose, entrambi si diressero verso la casa. Lo scintillio del bracciale dorato al polso del guerriero la incuriosì. -Ho notato che la maggior parte di voi porta quei bracciali, cosa significano?- domandò curiosa.

Baldr guardò il gioiello togliendoselo e passandoglielo per mostraglielo da vicino. -Rappresenta la nostra fedeltà al nostro Jarl. - le spiegò. Talia accarezzò le rifiniture, rappresentanti un serpente e delle incisioni che non riuscì a comprendere. Glielo restituì con un sorriso.

Il canto del CorvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora