Capitolo 3

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Era nella camera da letto dell'ormai Re Leon, si guardò attorno avvertendo l'ansia crescerle nel petto. Avvertì un movimento dietro di se, si voltò di scatto sobbalzando. 

-Guarda chi abbiamo qui, è arrivato il momento di concludere quello che avevo incominciato.- sussurrò malizioso buttandola sul letto. Le bloccò le braccia con le mani, salendo su di lei. 

Talia urlò con tutta se stessa dimenandosi, prima che lui le piombasse addosso.

Talia si svegliò di scatto portandosi una mano al cuore. Baldr era sveglio al suo fianco che tentava di calmarla. -Va tutto bene. Era solo un sogno.- cercò di accarezzarle una spalla, ma lei d'istinto si ritrasse. 

Appena se ne accorse lo fissò dispiaciuta. -Scusami, Leon ha ...io...- balbettò con gli occhi lucidi. 

Il marito la strinse a sè con dolcezza. Le accarezzò i capelli tentando di farla calmare. -Tranquilla. Lui non è qui. Sei al sicuro.- le sussurrò. 

Talia affondò il viso nel suo petto muscoloso, lasciandosi cullare. Il sogno le era sembrato così reale da destabilizzarla. Singhiozzò, notando di tremare leggermente. 


A poche case più in là, il pianto della piccola Liv svegliò la coppia. 

-Vado io.- borbottò assonnato Flok. Helga annuì tentando di riaddormentarsi. L'uomo si avvicinò alla culla di legno. -Piccolina. Perché piangi? -le domandò dolcemente prendendola in braccio. Appena la strinse a sè, fece una smorfia disgustato avvertendo un odoraccio.

-Per gli Dei, questo puzza più delle ascelle di Rog.- borbottò. Allontanò la bambina da sè, fissandola. -Non potevi farla quando c'era tua madre?- le domandò. Liv emise un versetto sorridendogli. -Helga, amore mio. Dove trovo... le cose?- domandò ad alta voce gettando un'occhiata nella sua direzione.

-Al solito posto. Vicino al tavolo.- borbotto lei.

Flok si domandò, come le donne sapessero sempre dove fossero le cose. Scosse la testa, prendendo l'occorrente per cambiare la figlia. 

-Dio, le ascelle di Rog. Puzzano sicuramente di meno.- commentò facendo una smorfia disgustata. Liv ridacchiò. Flok la fissò sorridendo. -Ti divertono le ascelle di Rog?- domandò facendole una faccia buffa, scatenandole una piccola risata. -Ascelle puzzolenti.- 

Appena terminò di cambiarla, la prese in braccio cullandola dolcemente. -Dormi mia bella bambina. E la prossima volta falla quando deve cambiarti la tua bella mamma, va bene?- le susssurrò.

 E la prossima volta falla quando deve cambiarti la tua bella mamma, va bene?- le susssurrò

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Rog sistemò la cinghia della sella del suo cavallo. Controllò per l'ultima volta, che avesse tutto l'occorrente per il viaggio. Fece una smorfia all'idea del lunghissimo viaggio che avrebbe dovuto fare per raggiungere Re Jotun e parlare dell'imminente razzia/guerra contro il sanguinario Leon. Odiava fare il messaggero, lo trovava così noioso! Era molto più eccitante combattere. 

Montò sul suo cavallo. Una volta arrivato dal Re, forse avrebbero finalmente fatto quel famoso scontro. Trattenne un sorriso. Gli sarebbe piaciuto così tanto prenderlo a calci, ovviamente in modo amichevole. 

Il sole non era ancora sorto, quando partì. Cavalcò determinato di raggiungere la meta il primo possibile. Prima avrebbe portato a termine il suo incarico e prima lo avrebbe finito. Si ripromise che una volta giunto a casa, avrebbe bevuto fino a perdere conoscenza. 

Talia sorrise appena vide Baldr, vicino alla loro vecchia casa, intendo con un'ascia a rompere dei ceppi di legna. Si lecco le labbra, fissando la sua schiena tendersi per poi rilassarsi sotto lo sforzo.

-Ti nascondi anche tu dalla vecchia Ingrid?- gli domandò lei giocosamente.

Baldr alzò gli occhi al cielo. -E' venuta anche da te?- domandò lui in rimando.

La ragazza annuì. -I ragazzi fanno troppo trambusto alla sera. Non mi lasciano dormire.- imitò la sua voce gracchiante. 

-La imiti bene- la stuzzicò lui. Facendola ridacchiare. 

-Sei preoccupato per Leon?- domandò lei incrociando le braccia al petto, fissandolo preoccupata. 

Il guerriero ruppe un altro ceppo. -Sono uno stolto non lo sarebbe. Sto meditando su quale strategia adottare.- le confidò. -In più sapere che mia moglie sarà in prima fila. Non mi entusiasma molto.- sospirò.

-Li ho abbandonati già una volta, non ho intenzione di rifarlo. E' colpa mia, se sono in questa situazione.- gli rispose tristemente, fissando a terra. Alzò lo sguardo di scatto. -Voglio la testa di Leon tra le mie mani. Voglio fargliela pagare per ciò che gli ha fatto e per ciò che ha tentato di fare la notte della nostra fuga.-

Baldr alzò un angolo della bocca, al ricordo del suoi lividi. Prese un ceppo, lo posizionò con un taglio nettò lo spezzo in due immaginando fosse la sua testa. 

-Ragazzina, fidati di me. Ha le ore contate, neanche il suo Dio, lo salverà da me.- le accarezzò il viso. -Si pentirà per ciò che ha fatto. Non scorderò mai cosa ti ha fatto.- le mormorò.

Talia si morse un labbro, nervosamente. -Posso chiederti una cosa?- domandò timida.

Il marito poggiò l'ascia a terra annuendo curioso. -Possiamo tornare ad allenarci? E' da un po' che non combattiamo..-

Baldr alzò un angolo della bocca trattenendo un sorriso, si grattò la barba distrattamente. -Non ti bastano le nostre tra le lenzuola?- domandò malizioso.

Talia ridacchiò colpendogli con delicatezza il braccio. -Idiota.- mormorò scuotendo la testa.

Il marito l'agguantò da un fianco facendola scontrare contro il suo petto muscoloso. -Cosa hai detto, ragazzina?- gli sussurrò fingendosi minaccioso. 

La ragazza alzò un sopracciglio sfidandolo con lo sguardo. -Idiota.- ripeté scandendo bene la parola. 

-Come osi.- mormorò per poi pizzicarle con delicatezza un fianco. La ragazza sobbalzò.

-Guarda il lato positivo. Sei il mio idiota.- disse lei ridacchiando.

-Piccola impertinente.- mormorò con un sorriso poco prima di baciarla. La strinse a sè, accarezzandole un fianco. 

Qualche ora più tardi, Lord Robert assieme ai suoi uomini ripartirono con la loro barca verso le loro terre. Per Talia il momento dei saluti, fu più triste di quanto pensasse. Lo saluto con un lungo abbraccio tra le lacrime con la promessa che si sarebbero rivisti tra due lune, per andare liberare Elizabeth. La ragazza con affianco il marito, fissò il Lord salire sull'imbarcazione e allontanarsi da lei, immobile fino a che non sparì dalla sua vista. 


Allora, mi scuso se il capitolo è MOLTO NOIOSO, lo so! Ma è di passaggio.

Il prossimo vi sconvolgerà!! Vi dico solo un nome: LEON.

Ci vediamooo 

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