Capitolo 29

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Baldr non aveva corso così tanto in tutta la sua vita. Appena raggiunse il villaggio, assieme ai suoi uomini, lo ritrovò in un silenzio inquietante. L'unico rumore che aleggiava nell'aria era il lento scoppiettio del fuoco che lentamente moriva tra i tetti delle case. Avanzò con un orribile sensazione ad attanagliargli il petto. Guardò il volto stanco dei sopravvissuti dallo scontro. S'irrigidì, quando sul cadavere di un uomo di Olav riconobbe il tatuaggio dei Berserkir. Il gracchiare di un corvo a lui molto famigliare  attirò la sua attenzione. Korp sbucò dal nulla atterrando sulla sua spalla. Baldr lo fissò stupito, un orribile sensazione lo fece rabbrividire. Accelerò il passo con il cuore in gola. Se quell'uccellaccio era venuto da lui, era successo qualcosa di brutto, ne era certo. Arrivò davanti alla sua dimora. Con gli occhi cercò la chioma scura della sua compagna. Sempre più turbato la chiamò a gran voce, sperando anzi pregando gli Dei che sbucasse da qualche parte e tornasse da lui. Si passò una mano sul viso sporco di sangue non suo. Il corvo dalla sua spalla spiccò il volo atterrando poco più un là. In poche falcate lo raggiunse. Fece una smorfia appena vide il corpo di Olav, per poi concentrarsi sulla spada che lo trafiggeva. Il suo cuore sussultò. Alzò un angolo della bocca, pensando a quanto la sua Ragazzina fosse più tosta di quanto pensasse. Estrasse la spada senza grazia, non badando al corpo infilzato da essa. Accarezzò l'elsa per poi passare alla lama. 

Talia non si sarebbe mai allontanata dalla sua spada, almeno che..

Scosse la testa rabbrividendo. No. Non doveva fasciarsi la testa prima di romperla. Doveva rimanere lucido, l'avrebbe trovata. Probabilmente si era allontanata un attimo e presto l'avrebbe riabbracciata, no?

Helga tenendo per mano pesciolino, gli corse in contro seguito da Flok. Quest'ultimo gli basto uno sguardo dello Jarl e all'arma che teneva tra le mani per gelare sul posto.

-Dimmi che non e vero..- esclamò sconvolto. Helga si portò una mano alla bocca scoppiando a piangere. Pesciolino la scrutò non riuscendo a capire cosa stesse accadendo. Baldr le si avvicinò tentando di consolarla.

-Non ho idea di dove sia. Korp è qui, come la sua spada. Non può essere andata lontano.-  le sussurrò tentando di essere convincente, ma una parte di lui temeva che fosse un'illusione.

Pesciolino si rifugiò tra le braccia di Helga che lo strinse annuendo incerta. -Hai ragione. Sbucherà da un momento all'altro.- sussurrò. Flok le mise un braccio attorno alle spalle abbracciandola, le lasciò un bacio sulla tempia scambiandosi uno sguardo con Baldr.

Gheta uscì dalla dimora dello Jarl.

-Oh, Baldr! E' stato orribile.- singhiozzò con le lacrime agli occhi, gettandogli le braccia al petto. Il guerriero face una smorfia allontanandola da sè.

-Hai visto Talia?- domandò serio.

-L'ho vista uccidere Olav... Non ho idea di dove sia andata, ha combattuto come una vera guerriera, avresti dovuto vederla!- esclamo asciugandosi gli occhi chiari.

Pesciolino scattò. -Brutta Strega! Cosa le hai fatto?- urlò tentando di colpirla. Flok lo bloccò dalle spalle. Il bambino furioso le puntò un dito contro. -So che stavi tramando contro di lei. Sei solo una strega e antipatica! Se scopro che gli hai fatto del male giuro che subirai la mia ira!- la minacciò. Baldr guardò prima il bambino per poi guardare Gheta con espressione indecifrabile.

-Ivar, basta.- lo ammonì. Chiamandolo per nome, Pesciolino si zittì, mantenendo però un'espressione minacciosa. Rog li raggiunse assieme a Sigurd. 

-Che succede?- domandò avvertendo una strana tensione nell'aria. 

-Talia è sparita.- sussurrò Helga. Baldr strinse l'elsa della spada. Il corvo gli si posò sulla spalla gracchiando. 

Rog assunse annuì serio, fissò il corpo di Olav. Si chinò alla sua altezza. Portò due dita sulla trachea. -Il bastardo è vivo.- commentò. Lo Jarl fece lampeggiare i suoi occhi con uno sguardo folle. -Portatelo via. Più tardi, mi divertirò con lui.- ordinò a due suoi guerrieri di passaggio.

Baldr si avvicinò all'amico. Il suo sguardo cadde su delle macchie di sangue a qualche passo da dove c'era Olav. Lui e Rog si avvicinarono, tra i due bastò uno sguardo d'intesa prima che il grosso guerriero affermasse.  -Vengo con te.- 

Lo Jarl annuì grato. -Flok e Sigurd, occupatevi del villaggio fino al mio ritorno.- ordinò. Prima di infilarsi la spada nella cintura determinato a ritrovare la sua Talia.

Passarono ore prima che Baldr facesse ritorno al villaggio. Lui e Rog avevano camminato a lungo, avevano seguito delle tracce di sangue che però sparivano nel bosco. Ogni passo che compiva la terra sembrava tremare sotto la sua rabbia. Verso Olav, ma soprattutto verso se stesso, una parte di lui si sentiva colpevole per non essere riuscito a proteggerla. Che razza di compagno era se non riusciva neanche garantirgli sicurezza. Entrò nella sua dimora spalancando il portone. Con passo deciso e con l'umore sempre più nero si diresse nella camera da letto, ignorando le persone che lo circondavano. 

Gheta era seduta sul loro giaciglio. Il guerriero fece una smorfia appena la vide, l'ultima cosa che voleva fare era parlare.

-Cosa ci fai qui?- domandò brusco. Le diede le spalle versando dell'acqua in una tinozza, pulendosi dal sangue della battaglia. Storse il capo, avvertendo il collo scricchiare. Era un fascio di nervi.

-Ero in pensiero per te. Sei stato via per ore.- si giustificò lei raggiungendolo e toccandogli con delicatezza un braccio. Baldr fissò la sua mano posata su di se, alzando un angolo della bocca. Si scostò ignorandola e tornando a pulirsi con l'acqua. Passò al viso. -Dovresti riposarti.- continuò lei accarezzandogli le schiena muscolosa. Al tocco s'irrigidì avvertendo la rabbia montare dentro di lui fino a farlo esplodere. Si asciugò il viso con una pezza.

-Mi riposerò da morto. Adesso puoi andartene.- le disse freddamente lanciando la stoffa dentro la ciotola.

Gheta lo fissò con gli occhi lucidi colpita dalla freddezza dell'uomo, un tempo suo amante. -Ma..- tentò lei, ma venne interrotta da Baldr.

-Dimmi cosa vuoi e vattene, non ho tempo da perdere.

-Dovresti riposare, hai combattuto tutta la notte, sarai esausto... Voglio solo aiutarti...- tentò lei provando a toccargli il viso. 

Il guerriero si scostò infastidito, impedendole di toccarla. -Molto bene. Almeno che tu non abbia Talia in tasca. No, non puoi essermi d'aiuto.- ringhiò superandola.

-Meriti di meglio- osò lei. Baldr con due falcate la raggiunse minaccioso. Le puntò un dito contro facendola indietreggiare impaurita.

-Rimangiati quello che hai detto. Te l'ho già detto, la tua possibilità l'hai avuto anni fa, mettiti il cuore in pace. Fatti da parte o renditi utile. - le sussurrò furioso.

-Ma quella notte..- tentò lei.

Il guerriero la guardò divertito. -Intendi la notte prima di partire per la razzia? E' stato solo sesso, nient'altro. E mai lo sarà.- concluse duramente.

Gheta singhiozzò ferita dalle parole. -Mi hai usata. Pensavo fossi diverso, ma sei un bastardo quanto Olav, se non peggio.- sussurrò in risposta, prima di superarlo con una spallata e correre tra le lacrime fuori.

Baldr sospirò esausto. Si sedette sul letto. Si passò una mano su viso con una voragine sul petto. Voleva a tutti i costi ritrovare la sua ragazzina. Giurò sugli Odino e il resto degli Dei, che appena l'avrebbe ritrovata non l'avrebbe più lasciata andare.


Salve! 

Baldr finalmente ha affrontato Gheta. 

Mi ha fatto davvero piacere vedervi così attivi nello scorso capitolo, siete stati tantissimi.

Fatemi sapere cosa ne pensate di questo!!

Alla prossimaaa

Il canto del CorvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora