Capitolo 32

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Henry notando il comportamento irrequieto di Talia decise che fosse meglio per lei rinchiuderla dentro alla sua stanza. A nulla servirono i suoi insulti e proteste. Sfinita la ragazza si rannicchiò in un angolo della camera piangendo dalla frustrazione. Appoggiò il capo sulle sue ginocchia sospirando esasperata. Henry di punto in bianco era uscito fuori si senno, blaterando cose senza senso sulla sua anima corrotta e molto altro. 

Sentì scattare la serratura. Era quasi l'alba. Henry apparve portandole un vassoio con della frutta e dell'acqua come colazione. Talia appena lo vide per poco non lo assalì. 

-Amore mio, ti ho portato la colazione.- le disse posando il vassoio sul letto chiudendosi la porta alle spalle. 

-Posso uscire?- domandò Talia nervosa. Si sentiva un animale in gabbia.

-Ti sei calmata?- gli domandò in rimando il soldato. 

La ragazza grugnì puntandogli un dito contro. -Come posso rimanere calma, quando sono stata rinchiusa qui dentro senza motivo!- tuonò.

Henry si passò una mano tra i capelli mossi scuri sconsolato. -Mi aveva avvertito il Principe.- mormorò a se stesso scuotendo la testa.

Talia s'irrigidì udendo il nome del Principe. -Adesso cosa diavolo centra lui?- domandò sconcertata.

-Non bestemmiare.- la rimproverò lui fulminandola con lo sguardo. -Il Principe Leon mi aveva avvertito che quel pagano ti avrebbe traviato con le sue malsane idee.- le spiegò.

La ragazza si portò le mani ai capelli frustata. -E tu gli hai davvero creduto? Hai creduto a lui e non a me?- 

Henry distolse lo sguardo. -Mangia.- le ordinò. Si diresse alla porta. -Uscirai da qui, unicamente quando sarai tornata in te.- uscì imprigionandola nuovamente. 

Talia urlò di rabbia lanciandogli una mela alla porta.

Si sedette a terra incrociando le braccia.

Aveva perso quasi perso le speranze quando udì un tintinnio dietro la porta, alzò la testa con i muscoli in allerta. Da sotto di essa venne fatta passa una chiave udendo poi dei passi affrettati allontanarsi. Balzò in piedi correndo a raccoglierla, se la rigirò tra le mani accarezzando il metallo. Poteva uscire dalla camera. Non badò a chi potesse averla aiutata troppo presa dalla sua evasione.

Dal letto raccolse il pugnale di Baldr, lo infilò dentro gli stivale coprendolo con la lunga gonna. Tese l'orecchio alla porta attendendo di non udire più alcun rumore. L'aprì lentamente con un click. Socchiuse la porta gettando un'occhiata furtiva al corridoio trovandolo deserto. Uscì.

A passo felpato lo percorse stando ben attenta a non farsi vedere. Svoltò ritrovandosi nei pressi delle sala del trono. Udì dei passi dietro di lei. Con uno scatto felino si nascose dietro a una grossa tenda rossa. Trattenne il fianco quando udì due serve le passarono affianco. 

-E' una tragedia morire assassinati in quel modo.- mormorò una.

-Orribile, pugnalati a letto. Che atrocità!- esclamò l'altra. 

Ecco come era morto il Re!

Talia tese le orecchie cercando di carpire altre informazioni, ma le due serve era già troppo in lontananza. Attese qualche minuto prima di uscire allo scoperto. Si morse un labbro guardando entrambi i lati del corridoi combattuta se tornare nella sua stanza o proseguire. 

-Al diavolo.- mormorò, proseguendo. Si avvicinò agli appartamenti reali senza essere vista. Bernadette, la capo governante svoltò nel suo stesso momento. Talia si fiondò nella prima porta che trovò. Socchiuse la porta tendendo le orecchie. Altri passi sopraggiunsero.

Il canto del CorvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora