Capitolo 11

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Il ritorno del Re e del Lord, fu accolta con gioia misto dolore. Elizabeth appena udì le campane balzò in piedi e seguita dal resto dei nobili; a passo svelto percorse tutta la strada prima di arrivare in piazza. Si fece spazio tra la folla fino ad arrivare a pochi passi dal padre. Appena lo vide gli corse in contro tra le lacrime. Gli gettò le braccia al collo abbracciandolo con slancio piangendo di gioia. 

Talia arrivò poco di lei, si mise in punta di piedi in cerca dell'amico Henry. Ma di lui non c'era nessuna traccia. Si avvicinò alla sua Signora guardandosi in torno. Non vedeva i capelli mossi e chiari dall'amico da nessuna parte.

-Mio Signore. Henry?- le domandò sentendo un nodo alla gola. Temeva che gli fosse successo qualcosa di orribile. Lord Robert la scrutò con gli occhi colmi di rammarico. Re Erik gli mise una mano sulla spalla. -Quei barbari. E' caduto sotto l'ascia di uno di loro.- le raccontò. 

Talia si portò una mano alla bocca scioccata. Sentì come se tutto il suo mondo le fosse crollato addosso. Singhiozzò. La vista le si appannò dalle lacrime.

-Non è possibile. Io devo...- borbottò tra i singhiozzi. Balbettò qualche scusa prima di allontanarsi dalla folla. In quel momento non le importava se l'esercito della Contea non fosse riuscito a contrastarli, aveva solamente in mente l'immagine di Henry in testa. Il suo Henry. Corse fin sopra la torre abbandonata, il loro posto. Lì si accasciò a terra in un pianto disperato. Non riusciva a crederci, il suo amico non poteva essere morto. Non lui, la sua famiglia.

Rimase lassù disperandosi fissando il sole tramontare oltre le colline. 

Korp atterrò al suo fianco. Con il becco le accarezzo delicatamente una gamba. 

-Korp. E' morto. Non posso crederci, era un guerriero formidabile.- singhiozzò accarezzando il piumaggio nero del volatile.

Con un lembo del mantello si asciugò il viso. Inspirò a fondo. Il corvo le saltello sulle gambe, si avvicinò a lei fino a becchettare con delicatezza il pugnale che teneva nascosto sotto lo spesso tessuto nero.

-Sei un corvo dalle mille qualità.- commentò con voce spezzata dal pianto. 

Estrasse il pugnale. Il corvo gracchiò. 

-Cosa devo farci?- gli domandò. In risposta sentì gracchiare ancora una volta.

Sbuffò spazientita. -Facciamo una cosa: se è Si gracchi una volta o se è un NO due volte, hai capito?- 

Korp la fissò negli occhi storcendo la testa. Aprì le ali gracchiando una volta.

-Lo prendo come un sì. Sto impazzendo, me lo sento.- borbottò tra sè e sè. Udì gracchiare due volte. Guardò di sbieco l'uccello nero. 

Probabilmente era impazzita. 

Inspirò a fondo. Balzò in piedi iniziando a camminare avanti e indietro all'volatile nervosa.

-Allora. Si o no, quello che mi vuoi dire centra con il pugnale?- domando. Korp gracchiò una volta. 

-Devo usarlo?- tentò aggrottò la fronte. Due gracchi.

-Meglio così.- borbottò, continuò con le domande. -I Guerrieri del Nord?- Un gracchio.

-Baldr?- domandò più specifica. Rabbrividì al ricordo dell'uomo dagli occhi folli. Il corvo gracchiò agitandosi. Era sulla buona strada.

-Baldr ha fatto qualcosa?- Un gracchio. Sorrise. 

-Riguarda la battaglia?- Un gracchio. 

-Dobbiamo andare là?- tentò. Il volatile gracchiò una volta. 

Il canto del CorvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora