Talia si svegliò si soprassalto con il cuore che le balzava al petto. Aveva appena fatto un incubo, ma non in quel momento non riusciva rammentarlo. Si toccò la fronte leggermente sudata. Arrossì appena notò il muscoloso braccio di Baldr cingerle i fianchi. La scorsa notte, dopo che lei si era sfogata, si erano addormentati abbracciati. Sentendo il corpo tonico dell'uomo stretto a sè arrossì ulteriormente.
Oltre la tenda avvertì un fruscio. Incuriosita decise di indagare. Con estrema lentezza strisciò fuori dalla presa dell'uomo. Finalmente libera raccolse il pugnale che le aveva regalato il guerriero legandoselo alla vita. Gettò una rapida occhiata all'uomo dormiente prima di uscire. Fuori era notte fonda, i festeggiamenti erano terminati lasciando un'inquietante silenzio a riempire l'aria. Si guardò attorno con i sensi in allerta, si sentiva osservata. Il verso di un gufo la fece sobbalzare impaurita. Tra gli alberi vide una figura correre tra la vegetazione. Talia scattò inseguendola. La figura svoltò dirigendosi alla cascata. Accelerò il passo determinata a capire chi fosse. La figura l'attendeva sulla sponda. Si voltò verso di lei, stava per rivelare il suo volto, quando il canto di un gufo la distrasse. Fissò le fronde degli alberi in cerca dell'animale. Quando riportò lo sguardo sulla figura era sparita. Confusa si stropicciò gli occhi accorgendosi che davanti a lei non c'era nulla. Ottimo, iniziava avere anche le visioni.
Affranta si sedette a terra, ammirando la cascata. Lo scrosciare dell'acqua le sciolse i nervi tesi. Socchiuse gli occhi perdendosi nell'ammirare quella visione così paradisiaca. Malinconicamente ripensò alla sua terra, le mancava così tanto Elizabeth, amava passare il tempo in sua compagnia gustando la torta di mele. Sorrise al ricordo dei loro pettegolezzi sul terrazzino gustando il dolce. Nonostante non fosse passato molto tempo, le pareva invece fosse passata un'eternità. Erano successe così tante cose, lei stessa si sentiva così diversa, non era più una semplice serva; in realtà non riusciva definire cosa era diventata, ma per la prima volta si sentiva più libera.
Si morse un labbro quando le venne in mente Henry. Il suo Henry, il cuore le doleva ogni volta che lo pensava, odiava se stessa per come lo aveva abbandonato. Si domandò come sarebbe stata la vita al suo fianco, se solo gli avesse dato la possibilità di diventare suo marito. Riusciva quasi a immaginarsi al suo fianco, in una casa modesta con i loro figli a crescerli e ad invecchiare insieme. Come in una favola. Ma lei sarebbe stata felice di quella vita? Scosse la testa. Probabilmente no. Era certa che Henry avrebbe fatto di tutto pur di renderla felice, ma lei sarebbe bastato essere una semplice moglie? In fondo, a parte le minacce di Gheta e la convinzione di essere "la Favorita di Odino" da parte della maggior parte dei pagani con cui viveva non poteva lamentarsi. In particolare, Baldr si stava dimostrando un ottimo amico e convivente, doveva ammetterlo adorava passare il tempo con lui. Sorrise, chi l'avrebbe mai detto che sarebbe finita a vivere con quel guerriero dai modi così rozzi.
Una caldo mantello venne riposto sulle sue spalle. Talia lanciò un'occhiata curiosa al tessuto fissando Re Jotun sedersi al suo fianco. -Pensavo potessi avere freddo.- spiegò lui sfoderando un sorriso sensuale. La ragazza si perse ad ammirare nel suo affascinante profilo.
Diamine, i pagani erano davvero attraenti!
-Cosa ci fai sveglia tutta sola?- domandò lui con voce bassa avvicinandosi al suo orecchio.
-Potresti incontrare qualche mal intenzionato.- le sussurrò vicino al suo orecchio.
Fulminea Talia puntò il pugnale alla gola del Re, che fissò piacevolmente sorpreso la lama.
-L'ultimo Re che ha ci ha provato per poco non ha perso la vita sotto questa lama.- sussurrò fronteggiandolo. Allontanò il pugnale dalla sua gola appoggiandolo al suo fianco. Jotun rise a gran voce lisciandosi la barba. -Adoro le donne forti.- affermò.
La ragazza gli rifilò un'occhiataccia. -Certo certo..-
Il Re ad un tratto si fece serio, fissò la cascata indurendo la mascella. -Le parole del Sommo mi hanno fatto riflettere.-
La cristiana s'irrigidì guardandolo di sottecchi. -Sono solo chiacchiere, nulla di tutto ciò che ha detto si avvererà.-
L'uomo negò con la testa. -Vorrei fosse vero, ma da quando ho memoria non ha mai sbagliato una previsione.- Fece una pausa grattandosi la barba chiara. -E tu zuccherino, sei la protagonista di esse.-
Talia alzò gli occhi al cielo. -Sono tutte balle, io non ho nulla di speciale. Si sarà sbagliato. Io voglio solo vivere in tranquillità, nessuna guerra e nessun Principe Splendente.- affermò dura.
-Ci sarebbe un modo per ottenere la tua pace.- inizio lui.
-Quale?- domandò lei incuriosita.
-I nostri destini si sono incrociati. Le Norne hanno tessuto i nostri fili. Parti con me. Ti potrei garantire protezione...-
Talia gli lanciò alzò un sopracciglio. -E in cambio cosa vorresti?- domandò.
-Nulla.- rispose prontamente.
La ragazza scosse la testa. -Conosco bene gli uomini ambiziosi come te. Non chiedono nulla gratuitamente. Hanno sempre un secondo fine.-
Re Jotun abbozzò un sorriso avvicinando il viso al suo. A quella distanza poteva sentire il respiro caldo di lui solleticarle le guance. -Zuccherino, allora non sei solo un bel corpo.. Pensaci bene io sono un Re con migliaia di uomini sotto di me e tu sei la famosa Favorita di Odino, insieme potremmo ambire a qualsiasi cosa e raggiungere la Gloria.-
Talia gli puntò un dito al petto. -Tu vuoi essere il Principe Splendente.- affermò.
Il Re scrollò le spalle. -Chiunque vorrebbe esserlo.- le ricordò lui. Avvicinò pericolosamente il viso al suo sfiorandole le labbra. La ragazza trattenne il respiro colta di sorpresa, sentì il cuore accelerarle al petto.
Mantenendo quella distanza ravvicinata, lei lo guardo dal basso con sfida. -Mio Re, ci vuole altro per conquistarmi.- sussurrò allontanandosi di scatto da lui.
Balzò in piedi togliendosi il mantello. L'uomo la imitò. -Allora vi conquisterò.- disse deciso.
-Non è quello che intendevo.- rispose scuotendo la testa. Restituì il pesante mantello al suo proprietario. -Buonanotte.-
Il Re le prese delicatamente una mano lasciandoci sopra un delicato bacio. Le sorrise sensuale.
-Favorita di Odino, un giorno mi apparterrete.- disse sicuro di sè.
Talia ridacchio negando con la testa. -Sbagliate, io non appartengo a nessuno..- concluse dandogli le spalle allontanandosi da lui. Ignara che due occhi blu lampeggianti avevano assistito tutta la scena a distanza.
Ah Re Jotun e le sue proposte indecenti ahaha
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, in caso contrario mi spiace.
Alla prossima!!!
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Il canto del Corvo
Historical FictionTalia è la serva di Elizabeth, figlia del Lord Robert. Orfana dall'età di tredici anni, presto ha dovuto imparare a cavarsela da sola. Forte e determinata, con il desiderio di trovare la sua indipendenza. Presto si scontrerà con la rigida mentalità...