XXVI

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<ehi come mai mi chiami a quest'ora?>chiese Nadia, felice di poter sentire la sua voce.
<Perché se non lo faccio io, tu non ci chiami mai!>All'altro capo del telefono Magda speró di sembrare arrabbiata, anche se con lei non riusciva mai ad esserlo davvero.
<Hai ragione, è solo che sono stata molto impegnata. Come state? >domandó poggiandosi alla ringhiera del balcone e guardando il cielo notturno.
<Oh per favore... Ho paura di essermi trasformata in una fragola. >
Nadia rise di gusto <e perché mai? >
<Perché? >Ripetè incredula la donna<Perché qualcuno ha piantato talmente tante fragole da riempire l'intera casa. E chissà come mai ha scelto proprio questo frutto? >Chiese sarcastica.
Nadia conosceva bene la risposta. Sin da piccola amava mangiare le fragole e da quando Dominic lo aveva scoperto non aveva fatto altro che piantarne e piantarne senza sosta.
<E tu come stai tesoro? Stai lavorando troppo vero? Lo sia che non ne hai bisogno. Puoi tornare qui da noi. Ci manchi tanto. >Aggiunse la donna preoccupata. Non voleva che Nadia fosse così lontana da loro. Avrebbe desiderato che vivesse insieme a lei.
<Sto bene puoi stare tranquilla e ti prometto che appena possibile verrò. Anche voi mi mancate tanto. >
Non poteva dirle che lei era tornata in città spinta dalla speranza di poterlo incontrare. Non conosceva il suo volto, non sapeva neanche se fosse ancora lì o si fosse trasferito, o persino peggio.
In qualche modo non riusciva a togliersi dal cuore quel peso grande quanto un macigno. Voleva solo sapere che stesse bene, che aveva avuto una bella vita. Che aveva una famiglia, una moglie e dei figli. Sarebbe stato fantastico. Finalmente avrebbe messo a tacere quella vocina dentro di lei che le ricordava quanto fosse colpevole.
Come se vederlo vivere beatamente avrebbe di colpo cancellato ogni sua responsabilità.
<E va bene. >Disse la donna sospirando<Ma ricorda che noi siamo sempre qui e che ti amiamo. A presto.>
Nadia salutò Magda con il magone, l'ultima cosa che voleva era farli preoccupare.
Diede un ultimo sguardo alla luna che splendeva nel cielo e rientró in camera.
Carlotta era sdraiata sul letto a braccia e gambe aperte, sembrava pronta per essere giustiziata e soltanto perché non vedeva il suo uomo da qualche ora.
Di scatto però si mise a sedere spaventando Nadia che la guardò confusa.
<Sono stanca! Troviamo un modo per uscire. Ho bisogno di ubriacarmi un po'. >Affermò massaggiandosi le tempie.
L'amica le sorrise per poi sedersi al suo fianco. Anche lei si sentiva nel suo stesso modo e anche lei desiderava poter andare via da quella casa. Bastava qualche ora nulla di più.
<ok ho cambiato idea. > Disse Carlotta armeggiando con il suo smartphone <Massimiliano sta arrivando! Non lascerò questa casa per nessun motivo. >
Nadia rise al cambio repentino di atteggiamento della ragazza, Carlotta era fatta così. <E allora perché non indossi un bel completo sexy e ti fai trovare nella sua camera?>Le suggerì sdraiandosi sul materasso.
<Smettila. >La rimproveró imbarazzata senza riuscire a nascondere però un sorriso<Non ho alcun completino. >Disse sottovoce. <Però potrei farmi trovare davvero nella sua stanza>aggiunse saltando giù dal letto e uscendo dalla stanza.
<Se non hai un completo va bene anche senza nulla. >Le urlò Nadia prima che chiudesse la porta.
Fece un lungo sospiro e si guardò intorno in quella camera sconosciuta.
C'era la possibilità che con Massimiliano potesse tornare anche Nicolas e lei non poteva lasciarsi sfuggire quell'opportunità. Nonostante vivessero nella stessa casa erano poche le occasioni in cui riusciva a vederlo. Così uscì dalla camera diretta alla cucina aprì il frigo e afferrò una bottiglietta d'acqua.
Proprio in quel momento sentì il portone chiudersi e dei passi veloci salire le scale.
Sbuffó sconsolata perché non aveva fatto in tempo a vederlo, così un pò dispiaciuta decise di tornare nella sua camera.
Camminò lungo il corridoio e nel buio riuscì a scorgere una figura ferma sul primo gradino delle scale, si avvicinò piano e solo a pochi centimetri da lui lo riconobbe.
Il suo cuore fece un salto mentre un sorriso dipinse il suo viso.
<Torna in camera. >Le ordinò duro Nicolas non appena le fu vicino.
<Cosa?>Chiese incredula lei che non si aspettava di certo quel tipo di saluto.
<Vai.>Sentenzió con uno sguardo serio.
Nadia lo osservò sempre più stupita e cercava  di celare la delusione che quelle parole le avevano provocato.
<No! >Rispose lei incrociando le braccia al petto,non si sarebbe fatta trattare in quel modo.
Nicolas scese il gradino azzerando la distanza tra di loro<Non sono stato chiaro? >
<Oh lo sei stato! Ma io non mi muovo da qui! >Affermò lei risoluta.
<Se vuoi camminare liberamente in questa casa assicurati di essere vestita >La ammonì adirato.
Nadia rimase a bocca aperta, controlló il suo corpo e non aveva nulla che non andava.
Lo osservò per qualche istante e alla fine capì.
Nelle sue parole riusciva a percepire la sua gelosia e a quel pensiero il suo cuore vibró.
Finalmente anche lui mostrava qualche debolezza e la ragazza pensò bene di sfruttare quella situazione.
<Hai proprio ragione e ti chiedo scusa! Ma vedi qui ho solo vestiti di Carlotta che sono troppo piccoli per me.>Affermò indicando la piccola camicia da notte blu. <Quindi che ne dici se domani ci lasci andare a fare shopping?>Agiunse speranzosa.
<No!>Disse lui.
<Cosa? Perché? Ci accompagna Massimiliano, non ci... >
<No.> Ripeté lui interrompendola.
La ragazza alzó un angolo della bocca divertita, avrebbe vinto quella partita a tutti i costi.
<Mmmmh.. Allora penso proprio che dovrò liberarmi di questi vestiti così piccoli. Non vanno affatto bene per me. >Portó una mano sull'estremità del vestito alzandola di pochi centimetri, ma venne subito fermata dalla presa salda di Nicolas.
<Sai a che gioco stai giocando? >Le chiese avvicinandosi a lei.
<No! Dimmelo tu. >
L'uomo la alzó da terra tenendola stretta tra le sue braccia, Salì le scale e si diresse nella sua stanza.
Chiuse la porta alle sue spalle e la mise sul letto posizionandosi sopra di lei.
I loro nasi erano così vicini che i loro respiri si confondevano.
<Devi smettere di sfidarmi.>la avvertì con voce roca e portando le sue labbra sul collo di lei.
<No no no! > Disse Nadia fermandolo.
Nicolas la guardò incuriosito. Solo lei poteva permettersi di giocare in quel modo con lui e solo a lei avrebbe consentito di farlo.
<Sai stavo pensando >Iniziò la ragazza portandosi un dito sul mento <Che le cose ottenute senza un minimo di sforzo non sono poi così divertenti. >Disse guardandolo negli occhi. <Ad esempio potresti permetterci di uscire domani... >Aggiunse accarezzando piano il viso di lui, coperto da un sottile strato di barba.
L'uomo sorrise smanioso<Sembra che tu mi stia ricattando. >
Nadia poggió le mani sul suo torace spingendolo verso il materasso e si posizionó a cavalcioni sopra di lui.
<Non mi permetterei mai. >Disse lei lasciando scivolare le mani lungo il suo corpo con uno sguardo libidinoso. <Pensalo più come ad uno scambio di favori.  Io do qualcosa a te e tu lo dai a me. >Affermò abbassando lentamente le spalline della camicetta e lasciando uscire il seno.
Non si era mai presa libertà come quelle con un uomo e non avrebbe mai pensato di riuscire ad essere così lasciva con qualcuno.
Semplicemente Nicolas era in grado di scatenare il fuoco dentro di lei.
Come se l'intero suo corpo sino a quel momento avesse vissuto in uno stato di quiete, in attesa di essere risvegliato dagli occhi di ghiaccio che in quel momento la guardavano ardenti.
L'uomo con un solo movimento cambiò nuovamente le loro posizioni.
Nadia si ritrovó con la schiena sul morbido materasso mentre sopra di lei torreggiava Nicolas.
<Potrei semplicemente prendere ciò che voglio senza alcuno sforzo. >Disse lui sfiorando con la bocca il suo capezzolo.
Nadia si morse il labbro tentando di placare l'eccitazione che sentiva propagarsi in tutto il corpo. Non era più sicura di riuscire ad uscire vittoriosa da quel peccaminoso gioco.
<Però per questa volta voglio essere magnanimo e vi permetterò di andare, ma solo alle mie condizioni.>
Nadia strabuzzó gli occhi consapevole che quello che aveva ottenuto era già molto e in fondo le andava bene qualsiasi cosa purché riuscisse ad evadere per un pò da quella casa.
Gemette nel momento in cui Nicolas afferrò il suo seno e  strinse tra i denti il capezzolo.
<Penso che questo sia un sì.>commentò lui continuando a torturare i suoi seni
<Si>ansimó Nadia ormai completamente pervasa dalla bramosia di essere toccata da quelle mani e di averlo nuovamente dentro di sé.

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