Erano le diciannove in punto, il sole stava iniziando a tramontare e di lì a breve i suoi uomini avrebbero iniziato il loro lavoro.
Nicolas parcheggió l'auto in un piccolo terrazzamento al lato della collina e scese.
Camminò sull'erba bagnata e si appoggiò al cofano. Con le mani infilate nelle tasche puntó lo sguardo sull'agglomerato urbano dai tetti amaranto. Erano abbastanza distanti ma grazie all'altezza in cui si trovava aveva una visione perfetta della zona.
Poco tempo prima Guido si era presentato nel suo studio con la testa china e il portamento vacillante di chi sapeva di stare entrando nella gabbia del leone.
L'occhio era livido e gonfio così come il labbro inferiore.
Si era portato al centro della stanza trascinando a fatica la gamba destra,restando a lungo in silenzio e limitandosi a fissare il pavimento in marmo con mille dubbi che attanagliavano la sua mente.
Era andato lì conscio di ciò che gli avrebbe detto ma una volta varcata la soglia ed essersi trovato di fronte a Nicolas ogni certezza e determinazione era sparita lasciando spazio ad esitazione e timore.
Era ben consapevole che quella che Nicolas gli aveva dato era una grande opportunità, non erano in molti quelli che potevano vantare di aver avuto una seconda occasione. Forse poteva ritenersi l'unico e il solo e la paura di poter fare qualche errore gli attanagliava lo stomaco,perché dai suoi comportamenti dipendevano anche le vite delle persone alle quali era legato, che già erano stati ampiamente feriti.
Non era stato molto intelligente e aveva messo in pericolo persone innocenti che in tutta quella merda, come la definiva lui stesso, non c'entravano nulla.
<Non ho tempo da perdere! >Sentenzió rude Nicolas scocciato da quel silenzio inutile e invitandolo ad uscire.
<Ecco io ti chiedo scusa per quello che ho fatto e... >
<Puoi andare. >lo interruppe senza neanche guardarlo <Non so nemmeno io perché ho lasciato che continuassi a respirare. Approfittane. >Lo informò atono poggiandosi allo schienale del divano e incrociando le bracca al petto.
Guido era propenso ad abbandonare immediatamente la stanza ma voleva riguadagnare la sua fiducia o almeno una piccola parte di essa. Per quanto fosse difficile o quasi impossibile desiderava tentare.
<Ferro ha un deposito nella zona industriale è lì che tiene gran parte dei carichi prima di smistarli. >confessò tutto d'un fiato per paura che potesse interromperlo nuovamente.
In una delle occasioni in cui aveva incontrato il più grande dei fratelli Ferro aveva avuto modo di conoscere quel posto.
Nicolas alzò un sopracciglio e osservò con attenzione il suo interlocutore . Se ciò che stava dicendo si fosse rivelato veritiero avrebbe potuto colpire Ferro senza fatica. Riempì un bicchiere di liquore e dopo essersi accomodato sul sofà fece segno al ragazzo di raccontargli tutto nei minimi dettagli. <È un posto in cui si trovano diverse attività legali, molto frequentato e quindi assolutamente sicuro perché nessuno penserebbe che qualcuno possa fare lì affari loschi. >Spiegò con più calma e dopo avergli dato l'indirizzo esatto lasció la villa sentendosi un pò più leggero.
Dopo aver ascoltato Giulio, Nicolas aveva organizzato l'agguato cedendo il comando ad Amir, l'uomo nel quale riponeva completa fiducia. Quello stesso uomo che lo aveva salvato più e più volte e che anche di fronte alla morte aveva adempiuto ai suoi doveri, anteponendo la vita del suo capo alla sua.
Era con lui da quando era iniziata la sua ascesa, poteva definirlo la persona che gli era più vicina. Non che condividesse con lui qualche tipo di rapporto, erano semplicemente capo e braccio destro.
Un boato attirò la sua attenzione e intravide le prime scintille alzarsi trasportate dal vento. Piccole scie di luce che aleggiavano leggere nell'aria. Il cielo che pian piano stava iniziando a tingersi dei tenui colori pastello si trasformò in breve tempo in una tela dalle mille sfumature di grigio.
Le fiamme vibravano portandosi verso l'alto come lingue infuocate pronte ad inghiottire tutto ciò che avevano intorno.
La sirena dei vigili del fuoco si faceva sempre più vicina e forte così come il vociare delle persone. La coltre di fumo si era ormai estesa raggiungendo con il suo odore pungente lo stesso Nicolas che si alzò e si avvicinò al bordo scosceso.
<Quel ragazzo si è rivelato inaspettatamente utile>asserì dando un ultimo sguardo agli edifici che, a fiamme quasi integralmente spente, si erano colorati di nero diventando indistinguibili.
Non sapeva il contenuto di quei depositi, ne si era preso la premura di informarsi. Non gli importava ottenere ciò che apparteneva a Ferro, ma distruggere ogni cosa che possedeva. Doveva annientarlo e cancellarlo definitivamente dal suo mondo.
Quell'uomo tanto presuntuoso da sfidarlo avrebbe avuto ciò che meritava.
Nicolas alzò un angolo della bocca e soddisfatto dell'operato dei suoi sottoposti si rimise in auto diretto verso casa. Si era ormai fatto buio e a quell'ora la strada era quasi totalmente deserta.
Guidò con calma, non aveva alcuna fretta di fare ritorno e voleva godersi lo schiaffo dato a Ferro.
Con il braccio appoggiato al finestrino aperto lasciava che il vento fresco della sera gli accarezzasse il viso.
Di tanto in tanto riusciva a scorgere tra gli alberi il fumo che affievolendosi faceva vedere le prime stelle nel cielo terso.
Quando mancava ormai una manciata di chilometri dalla sua villa il suo sguardo scorse la sagoma di un'auto ai piedi di un lampione. Sotto la luce arancione intravide la figura di un uomo che lentamente si dirigeva verso il centro della via.
Nicolas spostò la mano dal finestrino portandola sulla fondina e sganciando il piccolo bottoncino pronto ad estrarla in qualsiasi momento.
Si avvicinò tenendo lo sguardo fisso sullo sconosciuto e solo quando la distanza tra i due gli permise di osservare nitidamente le fattezze di quella persona si rilassó.
Portò la macchina al margine della strada e lo guardò dal parabrezza.
Lo sguardo accigliato di chi è in perenne conflitto con il mondo intero ben si accostava alla mandibola contratta e alle mani strette a pugno.
Con il suo inseparabile trench nero l'ispettore Mirante aspettava di poter parlare con Nicolas.
Era nuovo di quelle zone e nonostante il breve tempo trascorso lì, era riuscito a farsi parecchi nemici. La sua condotta inflessibile e il disarmante senso di giustizia lo avevano messo diverse volte di fronte alla morte.
Era già noto nel mondo della criminalità perché, fino ad allora, nessuno era riuscito ancora a far vacillare la sua integrità morale.
Neanche le "mazzette" più generose avevano fatto breccia nella sua incorruttibilità.
Nicolas aveva avuto modo di incontrarlo poche volte e ancora non era riuscito ad inquadrarlo.
Non sapeva se definirlo impavido o stolto,o semplicemente un illuso che riponeva fiducia nella speranza di un mondo giusto. Un obiettivo chimerico non c'è che dire.
Le lotte di una sola persona contro un branco di bestie, come battiti d'ali contro affilati artigli.
Schioccó la lingua sotto al palato< Il suo onore e la sua tenacia saranno la sua rovina. > Disse tra sé lanciandogli un'ultima occhiata.
Aprì lo sportello e dopo essersi sistemato la giacca andò sul davanti dell'auto e si appoggiò al cofano. Estrasse una sigaretta dal pacchetto e la accese con tutta calma in attesa di ascoltare l'uomo di fronte a lui.
Inaló una generosa quantità di fumo e inchiodó i suoi occhi in quelli dell'ispettore che era lì ancora in silenzio.
La sua espressione grave e quel quasi impercettibile tic all'occhio destro erano dimostrazioni di una battaglia che stava combattendo con se stesso.
Nicolas esaló il fumo e lanciò la sigaretta quasi intera ai suoi piedi schiacciandola con la suola delle scarpe. Non gli piacevano le persone insicure e più di tutto chi gli faceva perdere tempo. Chiuse il bottone della giacca e si voltò per far ritorno al suo posto.
<Trani! >Lo chiamo a voce alta costringendolo a fermarsi<Ho.. >Prese un lungo respiro e continuó la frase<Ho bisogno del tuo aiuto>
Pronunciò quelle parole a denti stretti come se farlo gli fosse costato molto e in quell'attimo il suo tic divenne molto più evidente.
Nicolas si girò con un sorriso sghembo e una insolita curiosità. Cosa avrebbe mai indotto un alto ufficiale a chiedere il sostegno di uno sporco criminale?
Si avvicinò nuovamente a lui e con le mani nelle tasche dei pantaloni gli fece cenno di procedere.
<Da qualche mese ci sono strane sparizioni. Si tratta di bambini dai cinque ai dodici anni. Qualche giorno fa abbiamo ritrovato uno degli infanti scomparsi al lato della strada provinciale. Era messo male. Il corpo pieno di ematomi, graffi... Avrà più o meno nove anni e al momento è ancora in stato di incoscienza. >Raccontò tutto d'un fiato perché quella situazione ancora insoluta lo stava corrodendo dentro. Si sentiva quasi colpevole di non aver fatto alcun passo avanti per salvare quei poveri innocenti.<Sospettiamo si tratti di un giro di pedo prostituzione. >aggiunse sospirando.
Guardò Nicolas e non gli sfuggì il breve momento di turbamento che ebbe nell'ascoltare le sue parole.
Era stato un attimo in cui gli occhi di Nicolas lo avevano tradito lasciando trasparire le sue emozioni. Reazione che lo fece ben sperare di aver chiesto alla persona giusta.
Nicolas non disse nulla ma sì voltó avvicinandosi l'auto.
<Devo prenderlo per un no? >Lo incalzó l'ispettore che inizió a nutrire dei dubbi.
<Sia chiaro che io lavoro con i miei metodi e non dipendo da nessuno > Lo avvertì duro <Queste sono le mie condizioni. >
L'ispettore si aspettava di ricevere quel genere di risposta ed era pronto a tutto. Erano mesi che la polizia e la squadra speciale brancolavano nel buio. Ogni passo avanti fatto sembrava riportarli indietro di nuovo al punto di partenza.
Non riusciva più a sopportare quella situazione, non poteva pensare che nonostante l'impegno non erano capaci di arrivare ad una soluzione.
A mali estremi estremi rimedi... Si era detto più volte per giustificare la sua richiesta di aiuto a chi si scontrava completamente con lui e con la sua autorità.
Non avrebbe mai immaginato che un giorno si sarebbe rivolto ad uno come Nicolas, né che avrebbe mai collaborato con lui.
Veniva definito tra le forze dell'ordine il Signor mafioso perché ciò che lo distingueva dagli altri del suo mondo erano la sua compostezza e il suo senso dell'onore. Era proprio su quell'ultimo che l'ispettore aveva puntato e con gioia si rese conto di aver fatto centro.
Con un cenno del capo gli fece capire di aver recepito il messaggio.
<Sarò io a contattarti.>aggiunse Nicolas prima di entrare in auto e accomodarsi sul sedile.
Lo stesso fece anche l'ispettore che una volta seduto tiró un sospiro di sollievo. Quello era un accordo che sarebbe dovuto rimanere segreto perché gli alti gradi delle forze dell'ordine non lo avrebbero visto di buon occhio. Con quella decisione stava rischiando la sua carriera, ma al momento quella non era la sua priorità. Ciò che gli importava era portare in salvo i bambini e mettere dietro le sbarre le bestie che avevano dato vita a quel pusillanime progetto .
Nicolas attese che l'ispettore partisse prima di avviare la chiamata.
<Boss! >Amir rispose al primo squillo.
<Rapimenti di minori. Inizia ad indagare. >non si dilungó nel dargli altre informazioni. Quello che Amir doveva sapere era racchiuso in quelle poche parole.
Staccò la chiamata lanciando il cellulare sul sedile passeggero e stringendo forte le mani sul volante.
In un attimo immagini sfocate di una camera in penombra, un letto sfatto e sporco, pregno di lacrime di bambino si fecero largo nella sua mente. Voci strozzate e respiri spezzati, suoni appena udibili bisognosi di soccorso.
Nicolas scosse il capo come a voler scacciare quegli eventi,cancellarli per sempre o almeno confinarli in profondità dietro a catene spesse e lucchetti chiusi.
Chiunque si nascondesse dietro quelle vili azioni doveva pagare per la sua ignominia.
Mise in moto l'auto e partì.
Dopo quell'incontro la sua destinazione cambiò. Oltrepassó la sua villa e continuó a guidare fino a raggiungere uno dei suoi locali, quello situato in periferia. Frequentato da ogni tipo di persona, era il luogo perfetto dove chiedere informazioni.

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Non Ti Odio
RomanceFuggire dal passato non è mai semplice. Quel buio che ti porti dentro è sempre lì,presente,come un'ombra,un'oscura entità che sarà con te eternamente. <<<Personaggi, eventi e luoghi sono interamente frutto della fantasia dell'autore. >&g...