XXIV

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Nicolas non perse tempo ad ascugarsi, tamponó un pò i capelli con l'asciugamano e si vestì.
Gennaro aveva chiuso la telefonata senza aggiungere alcun dettaglio lasciandolo così nella completa oscurità.
Uscì dalla stanza e scese in fretta le scale imbattendosi in Massimiliano<Andiamo! >Gli disse dirigendosi poi verso la porta.
Il ragazzo salutò Carlotta, che ancora non riusciva a sopportare quella sudditanza tanto evidente , ed uscì dalla villa.
Nicolas attese che Massimiliano si fosse accomodato sul sedile accanto al suo prima di mettere in moto l'auto e attraversare il vialetto alberato.
La voce di Ed Sheraan li accompagnò sulle note di "I see fire" lasciando poi spazio al conduttore radiofonico che dopo un lungo sospiro inizió il suo monologo.
"È notizia di qualche ora fa che un'altra ragazza è stata rapita. Gente ma che sta succedendo? Qui spariscono giovani ogni giorno e nessuno sa nulla?" l'uomo alla radio parlava in modo concitato "Vi prego aiutiamo le loro famiglie a ritrovarli e se i responsabili ci stanno sentendo, fate un passo indietro e ridate questi ragazzi ai loro genitori..."
Nicolas spense l'apparecchio e schiacció l'acceleratore tra le vie deserte della sera.
Massimiliano lo guardó incuriosito da quell'insolito comportamento.
Era un uomo che non aveva mai palesato i suoi sentimenti, freddo e impassibile anche davanti alle più critiche situazioni, invece in quei giorni sembrava un'altra persona.
Costantemente teso e tormentato da chissà cosa.
Decise che quello fosse il momento più adatto per porgli la domanda che gli frullava in testa da un pò.
<Perché lavoriamo con loro? Cosa c'è di diverso questa volta? >Gli chiese e davanti allo sguardo interrogativo di Nicolas si spiegò meglio <La polizia è la nostra antitesi, dovremmo stare il più lontano possibile da loro, invece li stiamo aiutando ad indagare. Vediamo sangue quasi tutti i giorni, uccidiamo senza pentimenti, non siamo proprio ciò che si possa definire paladini della giustizia. >
<Noi non abbiamo mai toccato degli innocenti> cominciò duro Nicolas <E nessuno può pensare di farlo anche nel nostro territorio. In più considera tutto questo come un contratto. Noi aiutiamo la polizia e persino uno integerrimo come l'ispettore dovrà chiudere un occhio di tanto in tanto sui nostri affari. >
Rispose l'uomo svoltando nella piccola stradina di fianco al night. Avrebbe salvato dei bambini innocenti e avrebbe tenuto sotto scacco la polizia.
Parcheggió davanti all'entrata secondaria e scese dall'auto.
Gennaro era già lì che li aspettava e dopo averli visti gettò il mozzicone di sigaretta sull'asfalto e si avvicinò a grandi falcate.
<Boss ti ricordi quando mi hai detto che appena avrei sentito qualcosa su quei bambini ti avrei dovuto chiamare? >Disse febbrile e smanioso di essere utile al suo capo<beh ho qui proprio qualcuno che potrebbe fare al caso nostro. >Aggiunse aprendo la porticina e facendoli entrare.
<Di cosa si tratta? >Chiese Nicolas celando la curiosità di conoscere i particolari.
<È... >Gennaro si bloccò non appena
Vide Angela avvinghiarsi al braccio dell'uomo.
Con un sorriso malizioso passò una mano sul suo torace incatenando i suoi occhi a quelli di Nicolas.
Con un vestito di pelle nero che lasciava molta pelle scoperta, avvicinò le labbra carnose e tinte di rosso all'orecchio di lui.
<Ti va di divertirti? >Gli soffió sulla pelle lasciandogli un bacio sul collo.
Nicolas la osservò per un istante puntando poi il suo sguardo sullo sconosciuto.
<Chi è? >Chiese guardando l'uomo con le braccia penzoloni che dormiva tranquillamente sulla poltrona rossa.
<Un cliente. Ha iniziato a parlare della ragazza che è scomparsa nel pomeriggio così ho chiesto ad Angela di tenerlo buono. >Lo informò indicando la donna che alzó un angolo della bocca soddisfatta, strusciando il  seno sul suo braccio. Sembrava un gatto che faceva le fusa al suo padrone.
<Bene. >Nicolas le rivolse un rapido sguardo prima di liberarsi, senza alcun garbo, dalla sua presa e mosse qualche passo in direzione dello sconosciuto.
Angela allibita dal suo gesto non riusciva a credere che la stava rifiutando.
Non di nuovo!
Aveva lasciato perdere quando quella sera l'aveva trattata come fosse un insetto mandandola via senza darle un minimo di attenzione, ma quella volta non avrebbe accettato un no.
Aveva creduto che dopo tutte le notti passate insieme si fosse creato tra di loro un certo legame.
In più era solo merito suo se quel tizio era ancora lì. Era lei che gli aveva tenuto compagnia per tutto quel tempo e che aveva dovuto sopportare il suo alito fetido e quelle mani viscide.
Non le interessava neanche il motivo del perché quel tipo potesse essere importante, non si era mai impicciata dei suoi affari, lei desiderava solo lui e nient'altro.
Avrebbe ottenuto il suo compenso a qualunque costo.
Strinse i pugni adirata e si affrettò a raggiungere Nicolas ponendosi tra lui ed il tizio ubriaco.
Poggió una mano sulla sua spalla accarezzandola delicatamente <Quando hai finito con lui ti aspetto di là. >Gli disse avvicinando i loro visi e lasciandogli un bacio sulle labbra.
Nicolas le regalò uno sguardo irritato, mal sopportando tutte le libertà che la donna si stava prendendo<Hai del lavoro da fare. >Affermò duro sorpassandola.
Il volto di Angela si dipinse di rabbia e, imprecando a denti stretti, lasció la stanza.
Il suono dei tacchi a spillo riecheggiavano nel corridoio .
Passi frettolosi, passi furiosi di chi non riusciva proprio a mandar giù quell'affronto.
Per l'ennesima volta era stata offesa davanti a tutti, era stata nuovamente respinta.
<Ehi dove stai andando? >Una ragazza bloccò la sua corsa. Angela la guardó per qualche istante non riconoscendo il suo viso, così ipotizzo potesse trattarsi di una delle nuove dipendenti da poco assunte.
<Vado a casa. >Le rispose scrollandosi di dosso la sua mano.
<Ma come? La serata non è ancora iniziata. >le chiese alquanto confusa.
<Ho detto che vado via. >afferrò la borsa dal suo armadietto e lasció il locale sotto lo sguardo stranito della donna.
Camminò con i pugni stretti per qualche metro finché sentì qualcuno chiamarla.
<Sei Angela vero? >Le chiese l'uomo poggiato al lampione .
La donna lo osservò per qualche istante, aveva un viso conosciuto, ma proprio non riusciva a ricordare dove lo avesse già visto.
<Chi lo vuole sapere? >chiese mettendo una mano sul fianco
<Dal tuo sguardo direi... Un amico che può aiutarti . >le rispose lui con il sorriso di chi aveva proprio fatto centro.

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