Il suo sguardo saettava da una parte all'altra della grande sala,su Clarissa da un lato e Antonio dall'altro. La prima così vicina a lei eppure così distante,desiderava raggiungerla ,stringerla tra le sue braccia e scappare il più lontano possibile da lì. Al lato opposto c'era la personificazione stessa della pazzia mista a malvagità. Lo vide abbassarsi sul tavolino,riempire il bicchiere e portarselo alla bocca. Poggiò le labbra al vetro,il liquido gli bagnò la pelle poi con rabbia lo scagliò contro il muro sotto lo sguardo attonito di Nadia.
Quell'uomo era un susseguirsi di emozioni diverse, contraddittorie,estreme; Era un insieme amorfo di traumi infantili, propositi crudeli,crisi esistenziali,insomma un vero e proprio caso clinico senza alcuna cura possibile. Perché chiunque provi gioia,orgoglio, compiacimento nel fare degli male agli altri,presentava un difetto innato,una malformazione del proprio cuore che mai nessuno avrebbe potuto modificare. Quello che aveva davanti non era solo uno squilibrato animato dalla sola bramosia di potere,era anche uno psicopatico che aveva tutti i mezzi necessari per poter fare ciò che partotiva la sua mente degenerata,non importava quanto crudele e insensibile fosse.
<Nascere in una famiglia come la nostra non è semplice,perché o ti guadagni il tuo posto o vieni fatto fuori senza pietà.>Iniziò lui estraendo il coltellino dalla tasca e facendolo scattare con movimenti rapidi e cadenzati <Sin da piccolo dovevo impegnarmi se volevo ottenere qualcosa, perché non tutti sono fortunati come la mia cara cuginetta. Nata e cresciuta in una campana di vetro,guai a chi ti toccava.No! Se volevo essere qualcuno dovevo faticare e l'ho fatto,eccome se l'ho fatto. A soli quindici anni ero diventato l'incubo di tutti i nostri rivali. Ero stato addestrato a non avere paura di niente e niente mi fa paura.A sedici anni avevo ammazzato talmente tante persone da perderne il conto, neanche il tuo paparino del cazzo avrebbe potuto fare di meglio. Ero in tutto e per tutto un boss,un capo. Ma...>Chiuse il coltellino e la raggiunse con una sola falcata puntando il suo sguardo furioso su di lei che d'istinto fece un passo indietro<Tutti mi temevano, quando mi vedevano arrivare pregavano che Dio concedesse loro una morte più rapida. Ero il migliore.>Allargò le braccia in modo plateale per dimostrare la sua magnificenza. Perché per lui quegli atti spregevoli erano motivo di grande orgoglio.Le braccia prima alzate gli caddero improvvisamente penzoloni,come se una forza di gravità più potente le avesse attirate verso il basso e una nuova espressione dipinse il suo volto. Nadia non riuscì a decifrarla bene. Sembrava deluso a tratti arrabbiato e poi ancora sbigottito.<Dovevo essere premiato e invece quei due cosa hanno fatto ? Mi hanno mandato in Texas. Credevano davvero che io non sapessi il vero motivo per cui avevano preso quella decisione. Quei codardi senza spina dorsale,avevano una fifa tremenda e mi avevano mandato lì a morire,chissà forse pensavano che li avrei persino ringraziati per non avermi ucciso con le loro mani. Ma io sono stato al loro gioco. Sono andato lì, ho dimostrato chi sono,di che pasta sono fatto,nonostante tutto però non potevo affrontarli,non ancora.>
Si voltò camminando verso il mucchio di scatole accantonato nell'angolo mentre Nadia continuava a chiedersi perché le stesse raccontando la sua vita,perché non le stesse direttamente dicendo cosa voleva da lei così da poter finalmente mettere fine a quella tortura. Non sarebbe mai stata così incosciente da interrompere il suo monologo.
<Sono rimasto in attesa solo per questo momento. Ho aspettato anni solo per poter ottenere ciò che volevo,ma>Puntò l'indice contro di lei<ma tu hai dovuto rendere le cose più difficili.> Afferrò la bottiglia per il collo e ne bevve un generoso sorso facendole poi fare la stessa fine del bicchiere.<Pochi giorni prima della mia inaspettata partenza avevo scoperto una cosa,una cosa davvero magnifica. Quel bastardo di tuo padre per la prima volta si era impegnato in qualcosa. Per una volta aveva smesso di fare il cazzone che era e si è comportato da vero boss. Aveva dato vita ad un paradiso nascosto tra pareti di cemento sotto metri di terra. Una vera e propria stanza del piacere dove poter appagare ogni mia bramosia.>Si avvicinò a lei eccitato, gesticolando smisuratamente<Immagina venti metri quadri gremiti di kalashnikov, C4, fucili a pompa e molto molto altro. Stavano aspettando solo che io li trovassi,ma tutto andò in fumo. Lo avevo tenuto nascosto anche a mio padre perché non avrei mai condiviso con lui un tesoro tanto inestimabile,i miei progetti però si sono scontrati con un biglietto aereo di sola andata per il Texas e la mia impossibilità di fare ritorno.>
Continuava ad ascoltare il suo discorso delirante fremendo, perché ogni secondo in più che passava lì dentro in compagnia di quel pazzo non faceva che aumentare la sua ansia. Non riusciva a capire dove volesse andare a parare perché sin dal primo istante in cui la sua mente da bambina si era scontrata con la realtà della sua famiglia aveva sempre preso le distanze da loro, infatti oltre al DNA,che proprio non poteva mutare,non c'era altro che desiderava condividere con loro.
<Tommaso ha comprato in gran segreto un pezzo di terra e sempre con estrema prudenza ha costruito lì il bunker. Tutte le persone che avevano fatto parte del progetto erano state prontamente fatte fuori. Nessun testimone , voleva dire nessun pericolo che qualcuno scoprisse la sua collocazione. Era stato molto meticolo però non aveva messo in conto che io scoprì una cosa fantastica . L'atto di acquisto era custodito nella sua cassaforte personale. Il solito idiota, perché tenere quel foglio che poteva compromettere anni di lavoro?! Beh in realtà dovrei ringraziare la sua stoltezza se ne diventerò il nuovo ed unico padrone>Le diede le spalle osservando la parete vuota di fronte a lui con le mani giunte dietro la schiena<Finalmente Tommaso morì,ho sperato per tanti anni che anche quello stronzo di mio padre facesse la stessa fine e le mie preghiere sono state esaudite. Anche l'ultimo ostacolo non esisteva più,non c'era più nulla tra me e il mio tanto agognato paradiso, così ho preso il primo aereo e sono tornato. Nonostante abbia messo sotto sopra l'intera villa non ho trovato nulla,la cassaforte nella stanza di Tommaso era stranamente vuota,allora ho iniziato a fare delle ricerche e..>Si voltò di scatto con un ghigno provocatorio accorciando nuovamente le distanze tra di loro<Ed è qui che entri in gioco tu.>Una risata malvagia,gutturale rimbombò nella stanza<Il destino è davvero divertente. Un grande boss,un uomo che non temeva nulla è stato ucciso dalla sua stessa figlia. Tommaso deve essere stato davvero fiero di te eh?! >l'espressione del suo viso cambiò nella frazione di un secondo,mutando quel riso sardonico in una linea tesa ,con mascelle contratte e sguardo furioso.<Tu>Disse ponendosi a soli pochi centimetri<Tu hai svaligiato la sua cassaforte,quindi ora dammelo.>
<Darti cosa?>
Antonio fece scattare il coltellino e lo puntò alla sua gola<L'atto della terra. Lo voglio dov'è?>
Nadia era esterrefatta. Era vero, aveva preso lei tutto ciò che era in cassaforte. Aveva riempito un paio di borsoni in fretta ed era scappata. Non aveva mai perso tempo a controllare cosa vi fosse dentro, ciò che le interessava erano i soldi. Infatti per anni aveva cercato di raggiungere molte delle vittime innocenti di suo padre e in forma anonima aveva donato loro del denaro. Una specie di risarcimento per i danni subiti, ben conscia che i soldi non avrebbero mai potuto riportare indietro i morti,ma sperava che almemo avrebbero potuto aiutare chi restava a vivere una vita più comoda. Tutto quello che era rimasto lo aveva donato a Magda e Dominic,lei non voleva nulla che fosse appartenuto a suo padre soprattutto perché sapeva da dove venivano.
<Dov'è?>Chiese ancora lui spingendo la lama sulla pelle chiara mentre un rivolo di sangue scivolava verso il basso.
<Non lo so.>confessò scuotendo leggermente il capo<Non l'ho mai...>si fermò quando con la coda dell'occhio vide lo stesso uomo di prima avvicinarsi alla piccola<Aspetta aspetta.>Gridò con gli occhi sbarrati<Aspetta! È vero ho preso tutto quello che era nella cassaforte,non so cosa vi fosse oltre i soldi,ma possiamo controllare.>
<Ah sì?! Bene vai. Vai a controllare.> Le fece un cenno indicando l'uscita.
<Non.... Non posso. Non li ho qui. Ho lasciato tutto alla vecchia cascina, quella dove vivevo prima e quando ci siamo trasferiti ho portato con me solo lo stretto necessario. Ci vogliono almeno sette ore per arrivarci.>
Antonio sbuffò dalle narici visibilmente irritato,si allontanò per poter dare un calcio ad uno scatolone<Portami lì>Le ordinò perentorio afferrandole il braccio e trascinandola verso l'esterno,ma Nadia inchiodò i piedi a terra e seppur con molta fatica riuscì a rimanere dov'era.
<Vuoi farmi incazzare davvero?>Gli occhi iniettati di sangue e la mano stretta intorno al suo avambraccio che la strattonava con rabbia.
<Non senza la mia bambina.>
<Cosa?>la sua voce uscì come un ringhio animalesco.
<Ti accompagno ovunque vuoi,ma non mi muovo senza di lei.>la voce rotta dalla disperazione,non l'avrebbe mai abbandonata lì, neanche sotto tortura.
E di nuovo una grassa risata rimbalzò tra le mura provocando brividi di paura<Sei proprio una stupida,non hai capito che alla fine di tutto questo morirete entrambe?>
A quelle parole Nadia sentì l'aria mancarle,come se qualcuno avesse risucchiato tutto l'ossigeno presente nella stanza<permettimi di passare i miei ultimi momenti con lei.>affermò quasi implorandolo.
Lui sbuffò e sembrò pensarci su,poi la necessità di avere quel documento prese il sopravvento e ordinò al suo uomo di recuperare la bambina.
Partirono con due auto. In una c'erano tre uomini a fare da scorta nell'altra,invece, Nadia, Clarissa ed Antonio insieme al solito energumeno che ormai aveva capito essere il suo braccio destro. Quel viaggio era qualcosa che Nadia non avrebbe mai immaginato di fare. In quelle sette ore abbracciò a sé la piccolina,trattenendo lacrime di pura disperazione. I due seduti davanti non dissero una parola,si limitavano a tenerla d'occhio .
Camminarono lungo il vialetto in breccia che portava alla cascina a notte fonda. Tutto era immerso nel buio, un'oscurità totale che rendeva persino peggiore tutta quella situazione.
<Scendi e non fare niente.>Le ordinò quando l'auto si fermò.
Nadia posò i piedi sul vialetto e si ritrovò una torcia puntata sul viso che la accecò.
<Dov'è?>
<Li>disse indicando l'ombra nera che era il vecchio capanno<C'è un armadietto,dentro di esso c'è un doppio fondo, lì troverai tutto.>
<Andate a controllare.>ordinò ai suoi uomini che si mossero subito seguendo i fasci di luce tra le loro mani.
Nadia intanto si guardava intorno alla ricerca di una via di fuga,ma non ebbe il tempo di pensare a nulla perché gli uomini tornarono trionfanti con il borsone tra le mani.
Antonio si avvicinò velocemente a loro troppo eccitato di vedere quello che tanto desiderava. Svuotò tutto,buttando le banconote a terra e prese un foglio. Lo lesse e un grande sorriso spuntò sul suo viso.
<Bene.>Affermò voltandosi verso Nadia afferrando la pistola e puntandola dritta verso di lei <Sei stata davvero brava e proprio per questo ti regalerò una morte rapida.>
La ragazza tremò di paura e quando sentì il suono della sicura si accovacciò a terra cercando di fare del suo corpo una barriera per Clarissa perché lei doveva sopravvivere. Strinse gli occhi talmente forte da vedere pallini bianchi che si muovevano ritmicamente.
Il colpo partì,un boato che sferzo l'aria e riecheggiò tra le foglie degli alberi.

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Non Ti Odio
RomanceFuggire dal passato non è mai semplice. Quel buio che ti porti dentro è sempre lì,presente,come un'ombra,un'oscura entità che sarà con te eternamente. <<<Personaggi, eventi e luoghi sono interamente frutto della fantasia dell'autore. >&g...