XLIII

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La sala d'attesa del pronto soccorso era immersa in un silenzio assordante.L'unico suono ad interrompere la fragile atmosfera era il ticchettio dell'orologio appeso sulla parete bianca.
Sembrava che ogni tic ed ogni tac portassero con loro una spessa coltre di inquietudine.
Ogni presente era assorta nei proprio pensieri con la paura a fare da filo conduttore.
Persino l'odore del disinfettante era diventato nauseante,così come le pareti smorte.
Massimiliano appoggiato al muro e con le braccia incrociate al petto guardava al di fuori della finestra. Il paesaggio era un'immensa distesa di oscurità . Non sapeva neanche più quanto tempo era trascorso da quando aveva adagiato Nadia sul lettino e l'aveva vista sparire oltre l'ingresso della sala operatoria.Quella situazione lo faceva sentire terribilmente a disagio.
Nicolas era seduto poco distante da lui, la gamba destra faceva su e giù ininterrottamente con un tic nervoso mentre con lo sguardo fisso sul pavimento rimuginava sulle sue scelte.  Aveva sottovalutato Federico e sopravvalutato se stesso, dichiarandosi vincitore sin troppo presto. Avrebbe accettato la sua sconfitta,era consapevole che non sempre si può vincere ,ma non poteva tollerare che a pagare le conseguenze delle sue pessime decisioni fosse Nadia. Impressa nella sua mente il viso pallido e inanimato di Nadia ben presto fu sostituito dal ricordo del loro ultimo incontro. Di quando pochi giorni prima le aveva riversato tutto il suo odio addosso cacciandola dalla villa. Quel mutamento era riuscito persino a peggiorare la situazione. Non voleva che quella scena lo perseguitasse per sempre. Aveva bisogno di vedere Nadia ,di chiederle scusa immediatamente.Se avesse potuto avrebbe dato qualsiasi cosa per poter tornare indietro anche solo di poche ore e cambiare le cose. Strinse le labbra in una linea sottile e si alzò avvicinandosi alla porta sulla quale era scritto a chiare lettere "Vietato entrare".
Magda seduta di fronte a lui lo guardò mettersi in piedi e agguantare la maniglia. Sgranò gli occhi avendo intuito quali fossero le sue intenzioni e lo raggiunse velocemente.
<Nicolas non possiamo entrare.>Gli disse con il timore che potesse fare qualche sciocchezza.
L'uomo voltò il viso verso di lei con sguardo assente <Dovrei aspettare qui che qualcuno ci faccia sapere qualcosa?!> Il tono rude e basso. Un suono gutturale che fece rabbrividire Magda. Nonostante il tempo trascorso lì un attesa di una notizia,si auna qualsiasi informazione sullo stato di salute di Nadia,nessuno era uscito da quella stanza.
<Torniamo a sederci.>Propose con calma<Se facciamo irruzione ora metteremo loro solo ulteriore pressione, questo non gioverebbe a Nadia.>
Nicolas ascoltò con attenzione le parole della donna e sebbene la voglia di sfondare quella porta era tanta, Magda aveva ragione. Non poteva permettersi di aggravare ancora di più la situazione.
Così lasciò andare la maniglia portando le mani lungo i fianchi.
Magda lo guardò con tenerezza. Con i pugni chiusi e le mascelle contratte pareva combattere una battaglia con il suo io interiore.
La donna riusciva ad immaginare quali fossero i suoi pensieri e voleva fare qualcosa per aiutarlo .Non lo riteneva responsabile di ciò che era successo. Aveva da sempre creduto che il fato di Nadia in qualcheodo fosse già segnato.Nel momento stesso in cui era venuta al mondo,in quella famiglia maledetta il suo destino era stato segnato. La sua esistenza non sarebbe mai stata facile e anche cercando di allontanarsi da tutto non avrebbe mai potuto separarsi realmente dal pericolo.
Prese la sua mano tra le sue accarezzandone il dorso con delicatezza.
<Va tutto bene>il suo tono di voce affabile diede per qualche istante una sensazione di calore nel cuore sofferente di Nicolas.<Non colpevolizzarti di nulla. Ciò che si è verificato non dipende da te né da nessuno di noi. A volte le cose accadono  che lo vogliamo o meno. Conosco Nadia da quando è nata. Nell'attimo in cui i suoi occhi vivaci hanno visto per la prima volta il mondo io ero lì. Ti posso garantire che non è come tutte le altre ragazze. Lei è un uragano pieno di forza ,gentilezza e coraggio. Non si lascerà configgere da questa cosa. Anzi sarà solo un altro momento della sua vita che supererà e che tenterà di dimenticare.Adesso però va a casa e cambia i tuoi abiti. >
Nicolas posò di nuovo i suoi occhi in quelli di lei con la fronte corrucciata.
<Guardati>Disse accennando un debole sorriso<Sei tutto sporco di sangue. Vai a darti una lavata e poi torna qui. Noi non ci muoveremo. >Poi si voltò verso Massimiliano<Ragazzo accompagnalo a casa per favore>
<Io non vado da nessuna parte.>sbottò irremovibile. Il solo pensiero gli dava la nausea,come se stesse per abbandonarla nuovamente.
<Figliolo>Dominic si era avvicinato dandogli una leggere pacca sulla spalla<È meglio che tu vada a toglierli questi vestiti. In effetti il fatto che siano inzuppati del suo sangue non mi fa stare bene. Noi non ci muoveremo da qui e ti prometto che ti chiamerò per  qualsiasi cosa,anche la più piccola. Fidati di noi.>
Nicolas guardò negli occhi i suoi genitori. Avevano lo sguardo triste e stanco. Dovevano essersi pentiti di averlo cercato così a lungo e di averlo trovato. Di aver trovato la tempesta che avrebbe rovinato le loro vite e non poteva biasimarli.
Aveva mentito loro su quello che era realmente successo. Preferiva non dirgli che a sparare fosse stato Federico. Anche sua madre conosceva quell'uomo e se avesse saputo che lui si era avvicinato di proposito a Nadia di sicuro non avrebbe più dormito notti tranquille. Così decise di essere vago,di non destare sospetti, perché se anche Federico fosse ritornato non gli avrebbe mai permesso di fare del male a nessuno di loro. Ne avevano passate tante e lui aveva deciso di proteggerli da ogni pericolo. Con un cenno del capo si alzò dirigendosi verso l'uscita,seguito immediatamente da Massimiliano. Ad ogni passo sentiva le gambe farsi sempre più pesanti,il suo stesso corpo non voleva lasciare quella sala e dovette faticare per arrivare all'uscita.
Magda lo osservò allontanarsi con la tristezza che le invadeva il cuore.
Non sapeva quale tipo di rapporto si fosse creato tra lui e Nadia,ma se gli occhi sono lo specchio dell'anima i loro parlavano così apertamente da far commuovere. Si erano incontrati,si erano amati,ma ad un certo punto doveva essere successo qualcosa che li aveva portati fino a quella situazione. Avrebbe tanto voluto poterli aiutare,ma cosa poteva fare in fondo?!
<Quanto deve essere meschino e sadico il destino.?!>Disse ad alta voce senza neanche accorgersene.
Dominic prese posto accanto a lei cingendo le sue spalle con il suo braccio e  tirandola a sé.<Perché dici questo?>
Lei gli sorrise grata di averlo al suo fianco<Nadia e Nicolas sono legati da un filo invisibile. Da piccoli hanno vissuto molto vicini senza neanche saperlo e una volta cresciuti le loro esperienze li hanno condotti ad un nuovo incontro. Un po' come due forze opposte che non possono fare a meno di essere attratte l'una dall'altra,ma che si scontreranno sempre.
Senza che neanche lui lo sappia lei gli ha salvato la vita una volta e non ha esitato a farlo di nuovo.>La sua voce si fece più bassa e triste.

<Per quanto sia il fato a mettere le basi della nostra esistenza siamo noi con le nostre scelte a crearci il nostro destino.
La prima volta è stato per compassione,per senso di responsabilità nei confronti delle attività compiute dal padre,questa volta è diverso. Ciò che l'ha spinta a mettersi senza esitazione tra lui e la pallottola è stato l'amore. Come hai detto tu sono legati da qualcosa a noi incomprensibile ed è proprio per questo che il loro incontro non poteva essere evitato. Sarà la vita a dirci se sarà stato un bene o un male>
Proprio in quel momento sentirono il rumore della posta aprirsi e un'infermiera fece capolino liberandosi della mascherina.
Magda e Dominic si alzarono velocemente con il cuore che pareva sul punto di scoppiare . Colmo di ansia e di paura.
<Siete i parenti di Nadia Sciino?>Chiese la nuova arrivata avvicinandosi.

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