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Rientrò in casa pensierosa. Aveva la sensazione di aver già sentito quel nome , ma non riusciva a ricordare in quale occasione. Chiuse la porta alle sue spalle e salì i prima gradini fermandosi quando sentì la voce di Magda.
<Ehi sei già tornata?>Le chiese la donna raggiungendo la ringhiera. Guardò le mani di Nadia e corrugò la fronte trovandole stranamente vuote.
La ragazza trasalì, anche lei abbassò lo sguardo sulle sue mani  rammentando solo in quel momento la scusa che aveva usato per poter uscire senza destare alcun dubbio.
Rialzò gli occhi puntandoli in quelli di Magda e le sorrise lottando con la forza di gravità che sembrava non voler fare stare sù gli angoli della sua bocca<Non c'era quello di cui avevo bisogno,hanno detto che arriverà tra qualche giorno.>Inventò velocemente su due piedi. Detestava davvero mentire,ma con il tempo aveva capito che molto spesso era la cosa più giusta da fare per proteggere le persone al proprio fianco.
Ciò che aveva scoperto non era altro che un piccolo pezzo della punta dell'iceberg,fino a quando non sarebbe arrivata in fondo a tutta la storia,identificando il loro nemico, non poteva parlare né allarmare nessuno.
<La piccola dorme ancora?>chiese, e a Magda non passò inosservato quel goffo tentativo di cambiare discorso. La donna la osservò un po' con mille domande che si affollavano sulla punta della lingua,ma le lasciò andare. In qualche modo Nadia aveva smesso si essere un corpo senza anima che vagava per la casa con quello sguardo spento ,quindi non avrebbe rovinato nulla, così si limitò ad annuire continuando ad osservarla con quell'espressione dubbiosa.
Senza dire nient'altro Nadia raggiunse il piano di sopra chiudendosi nella sua camera. Diede un rapido sguardo alla bambina che dormiva beatamente nel suo lettino e si mise a rovistare nei cassetti.
Non era certa di ricordare bene,ma il diario di Anthony poteva essere un inizio.
Si trattava di un block notes che l'uomo teneva in gran segreto. Non ne aveva mai parlato neanche a lei,che lo aveva scoperto per caso quando aveva deciso di scappare insieme a Magda. Di notte quando nessuno poteva vederla si era,infatti, intrufolata nella sua stanza e aveva preso delle cose da portare con sé per avere, ovunque andasse,qualcosa che gli apparteneva,qualcosa che gli ricordava di lui. Non possedeva molto. Aprì il piccolo mobile dove erano appesi ordinatamente i suoi vestiti. Guardò nel comodino di fianco al letto,c'erano solo un accendino e un pacchetto di sigarette . Nadia tirò su con il naso delusa,si sedette sul letto,quando sentì sotto di sé qualcosa di rigido.
Prese il cuscino tra le mani e scovò ,tra i leggeri tessuti della federa un piccolo libro.
Lo afferrò,ma non ebbe il tempo di sfogliarlo perché dal corridoio sentì provenire delle voci, così lo nascose sotto la maglietta e filò via prima che qualcuno la scoprisse .
Quell'oggetto andò a finire seppellito tra altre cose senza valore e solo dopo qualche anno Nadia se lo ritrovò tra le mani.
In un giorno in cui il cielo sembrava voler sommergere l'intera terra sotto la sua ira, Nadia annoiata rimise in ordine la piccola soffitta impolverata.
Sotto una scatola in velluto rosso lo trovò.
All'apparenza poteva sembrare un diario segreto,ma altro non era che l'annotazione delle terrificanti e nauseanti azioni di suo padre e dei suoi complici. Una specie di elenco di nefandezze,omicidi efferati e chi più ne ha più ne metta.
A piè di pagina poi non mancavano mai i commenti personali di Anthony, scrivere lì sopra doveva essere per lui un rituale per sfogarsi ed espiare un po' anche i suoi peccati. Non rinunciava mai ad aspre critiche,maledizioni nei loro confronti,dalle sue parole si evincevano solo odio, rabbia e rassegnazione. Mal sopportava lavorare per loro,detestava fare del male alle persone.  Nadia si era più volte chiesta cosa lo spingesse a stare lì in quella casa e ad eseguire i loro schifosi ordini,ma quella domanda non avrebbe mai avuto una risposta.

Aprì l'ultimo cassetto della scrivania nella sua camera cercando di essere il più delicata possibile e non svegliare la bambina. Rovistò tra i tanti fogli che vi erano dentro e non lo trovò.
Si alzò in piedi e squadrò ogni centimetro della stanza. Poi le venne in mente il piccolo scomparto nell'anta dell'armadio vicino alla finestra.
Era un cubo di legno scuro, una specie scrigno. Lo aveva nascosto lì perché quello rappresentava la testimonianza di ciò che aveva compiuto la sua famiglia e per vergogna aveva deciso di seppellirlo tra i suoi abiti e dimenticarsi della sua esistenza
"Occhio non vede,cuore non duole." Si era detta e mai aveva pensato che un giorno le sarebbe tornato utile.
Aprì il mobile alto e bianco, spostò le t-shirt  piegate e lo trovò lì esattamente dove lo aveva lasciato.
La copertina nera di pelle si era rovinata a causa dal tempo e le pagine apparivano ingiallite.
Si sedette sul letto ed iniziò a sfogliarlo. La calligrafia di Anthony era pulita ed ordinata, un po' inusuale per un uomo, ma alla fine la sua scrittura rispecchiava il suo modo di essere. Paziente, sensibile,affabile.
Sfiorò quelle pagine con le dita, sentendo terribilmente la sua mancanza. Quei mesi erano stati un susseguirsi di eventi, alcuni,o meglio molti,orribili ed altri belli,la sua mente era stata impegnata altrove ed ora che si trovava lì con il libro scritto dalle sue mani ricominciò a percepire quel vuoto nel suo cuore allargarsi velocemente.
Chiuse gli occhi  inspirando a fondo e lasciando scendere qualche lacrima che andò a finire sul foglio creando piccole chiazze concentriche di un tono più scuro.
Le asciugò con il pollice e riprese a leggere il contenuto del block notes.
I nomi più ricorrenti erano quelli di Maurizio e Federico,delle loro orribili azioni e del loro raccapricciante e scandaloso ego.
Svoltò l'ennesima pagina con dispiacere.
Cosa aveva pensato di trovarci in fondo? Era così disperata da provare ogni strada anche quella più inutile.
Sto solo perdendo tempo. Si disse.
Poco prima di chiudere il diario però i suoi occhi si posarono su una parola. La A maiuscola,scritta molto più grande delle altre lettere era messa lì quasi a voler catturare l'attenzione del lettore.
Antonio.
Lo aveva trovato.
"Non so se ridere o piangere" iniziava a raccontare Anthony "forse è il karma che li ha voluti punire. O forse tutti i geni difettosi sono andati a finire in un'unica persona. Vederli così agitati solo per un ragazzo però mi dà una certa soddisfazione. Chissà cosa succederà"
Non vi era scritto nient'altro. Nella foga Nadia lesse tutte le pagine che seguivano,ma quel nome non veniva mai ripetuto. Solo un minuscolo paragrafo che non le dava alcun aiuto.
Chiuse il libro stringendolo in grembo. Aveva sperato di trovare qualcosa,un indizio,una parola qualsiasi cosa,ma quello che aveva rinvenuto erano solo poche righe senza senso.
Chi era questo Antonio e cosa aveva a che fare con lei?!
Quel nome si ripeteva nella sua mente decine,centinaia di volte come se farlo avrebbe risvegliato vecchie memorie assopiti da lungo tempo.
Tornò a quella pagina e lesse la data riportata in alto a destra,lei aveva circa dieci anni,quindi doveva averlo incontrato almeno una volta.
Poi come un piccolo frammento dei suoi ricordi le tornò alla mente un evento, una scena di lei sanguinante e singhiozzante. Aveva davanti a sé un bambino che la osservava con uno sguardo malvagio e allo stesso tempo derisorio.
Un bambino un po' più grande di lei,forse di cinque o sei anni, un ragazzo con gli occhi iniettati di sangue, spaventosi.
Poi un urlo<Antoniooooo!> era la voce di Anthony che corse subito da lei esaminando la sua ferita con aria preoccupata. Il ragazzino alzò un angolo della bocca<Che bambina viziata!> Disse per poi voltarsi e andare via.
Quel ricordo sotterrato insieme ad altri, in qualche luogo recondito della sua memoria era tornato così vivido che a Nadia quasi sembrò di riviverlo.
Chi era quel ragazzino? Cosa ci faceva in casa nostra? E perché sembrava provare tanto odio nei miei confronti?
Nella sua mente si iniziarono a formare una moltitudine di domande e se voleva trovare una soluzione al presente doveva prima indagare sul passato. C'era solo un'unica altra persona che aveva condiviso con lei tutta la sua vita,che aveva vissuto nella sua stessa casa, quindi se voleva qualche risposta Magda era la sola che poteva concedergliele.
I dolci gemiti di Clarissa la distrassero da tutte quelle supposizioni. Nadia si alzò velocemente e raggiunse la piccolina che non appena la vide le sorrise. La prese tra le braccia lasciandole un bacio sulla fronte e stringendola a sé grata di averla nella sua vita.
Scese i gradini e arrivò al piano terra,aveva bisogno di trovare Magda e la vide sotto il portico. Seduta  sulla sedia a dondolo ,la stessa che qualche mese prima Dominic aveva portato a casa.
<L'ho trovata in un mercatino dell'usato.>aveva detto con aria soddisfatta.
<E potevi anche lasciarla lì.>Asserì invece Magda osservando con disgusto il colore sbiadito e  un bracciolo che restava appeso grazie ad un pezzo sfilacciato di legno. Dominic però non si era lasciato intimidire dalle parole della moglie e così dopo averci lavorato per giorni,quella sedia era tornata come nuova o forse persino più bella.

Nadia si avvicinò alla donna e si sedette al suo fianco.
<Ti sei svegliata piccolina..>Disse accarezzando le guanciotte di Clarissa con l'indice che rispose con un ampio sorriso .
La ragazza strinse le labbra tra di loro e cercò di trovare il modo adatto per porle le sue domande senza farla insospettire.
<Sai.>Iniziò posizionando meglio la bambina in grembo per poterle farle vedere il mare< Oggi ,quando ero per strada ,ho visto un ragazzino fare uno sgambetto ad un altro più piccolo e poi ridere di gusto. Mi sono sentita così male per lui e poi mi è parso  come un dejavu. Come se una situazione del genere l'avessi vissuta io in prima persona. Ho nella mente questa scena di me piccolina e di questo ragazzo che mi fa cadere a terra di proposito è possibile?> Le chiese tentando di mantenere un tono di voce normale.
<Per favore quel giorno per poco non mi è venuto un infarto.>Asserì Magda portandosi una mano sul petto con fare melodrammatico.
<Quindi è successo davvero?>Nadia ebbe un fremito di eccitazione,forse aveva trovato la strada giusta.
<Purtroppo si è successo .>Confermò lei per nulla felice di portare a galla quel ricordo.
<E chi è quel ragazzo?>
<Quel ragazzo? Qualcuno da dimenticare assolutamente. Si chiama Antonio ed è il figlio di Federico. È il diavolo in persona.>
Nadia sgranò gli occhi. Federico aveva un figlio e lei non lo aveva mai saputo.
<È sempre stato spaventoso sin da quando è nato > Continuò a raccontare<e crescendo è diventato ancora più malvagio,anzi ti posso garantire che quel demone è persino peggio di Maurizio e Federico.>Disse assottigliando gli occhi.
<Quindi io ho un cugino? >Chiese sbalordita.
La sua famiglia aveva creato un altro degno erede del loro maledetto sangue?!

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